31 gennaio 2016

Come vedere DVD e Blu-ray film su Linux

VLC dvd film

Vedere dvd Linux

Negli ultimi tempi avviare un DVD o un Blu-ray contenente un film può essere più complicato del solito. Windows 8 e 10 non hanno una possibilità chiara d’avviare dei film basati su DVD, specialmente quando si parla di filmati originali, perché per farlo devono passare una speciale codifica basata su CSS. Anche se è una zona grigia dello stato legale delle cose, molti preferiscono evitarne il discorso. Anche VLC, conosciuto per essere universale ovunque, ma non nel caso di Windows. Piuttosto, nel discorso di Linux (o per la maggior parte delle sue distribuzioni).

Linux nella maggior parte dei casi non ha strumenti pre-inclusi per guardare film dal nostro lettore DVD o Blu-ray, perciò iniziamo a parlare di come installare VLC. Questo è davvero facile e potete infatti scaricare qualche versione di VLC da qui (per ubuntu) o qui (Linux in generale). Anche visitare il market (se c’è) è una buona soluzione. Il punto sta ora nel fargli leggere i DVD originali: sostanzialmente quel che manca a VLC per Linux è una cosa chiamata Libdvdcss, che sono delle librerie per interpretare il CSS di ogni disco e prepararne la lettura. Bisogna installarlo separatamente.

Nota: se incontrate ulteriori difficoltà potete provare ad installare VLC usando il comando sudo apt-get install vlc nel terminale.

In Ubuntu (dalla versione 12.04 alle 15.04) potete inserire questo comando dal terminale:

sudo apt-get install libdvdread4

seguito da

sudo /usr/share/doc/libdvdread4/install-css.sh

Se invece avete una versione superiore a 15.04, inserite questo comando:

sudo apt-get install libdvd-pkg

Ogni sistema operativo basato su Linux si comporta differentemente, perciò questi comandi in altre distribuzioni può non funzionare. Riavviate il PC una volta completata l’installazione. Con le opzioni sotto il menù “Media” di VLC sarà disponibile la funzione per leggere dischi.

Con i Blu-ray il discorso è più complicato e con maggiori difficoltà. Potete provare a rendere compatibile le librerie usando questi comandi in sequenza:

sudo apt-get install vlc libaacs0 libbluray-bdj libbluray1

mkdir -p ~/.config/aacs/

cd ~/.config/aacs/ && wget http://ift.tt/15z4Pqo

Provate a controllare nel menù Disco di VLC, se tutto è andato nel verso giusto noterete un check chiamato “Blu-ray”.



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30 gennaio 2016

Come convertire un video in OSX senza strumenti aggiuntivi

Video in OSX iPad

iPhone video conversione

Solitamente quando pensiamo di convertire dei video, quel che ci viene in mente è l’uso di qualche famoso programma per fare ciò, oppure utilizzare un programma universale per la lettura (come VLC) evitando così di fare la conversione direttamente. Il fatto però è che si parla dell’ecosistema Apple: convertire un video in OSX per altri dispositivi della stessa casa non è facile perché sono poco elastici e con pochi programmi veramente validi e gratuiti per svolgere il loro scopo. Quel che v’aiuteremo a fare oggi perciò è la conversione di vari video per vari formati di altri prodotti Apple, a partire naturalmente dalla fonte di OSX.

Se siete già familiari con il sistema operativo saprete certamente l’esistenza di Quicktime, il player di default dell’Apple. Questo programma ha un esperienza ormai decennale, iniziando ad esistere e progredire dall’inizio degli anni 90. Non è amato da tutti, e nel tempo ha avuto qualche strascico per essere piuttosto “tirannico” con gli altri player integrati nel browser. Cosa poi eliminata piano piano della Microsoft con Silverlight, che se anche è ancora presente, sta iniziando man mano a lasciar campo ad altri metodi, come il famoso Flash che sta venendo lentamente dismesso.

Tralasciando questa storia informatica, passiamo al problema in sé: Quicktime non si limita infatti solo a visualizzare filmati, ma anche a convertirli nel formato. Naturalmente qui si parla di filmati che è capace di visualizzare. Gli MKV ad esempio sono fuori questione. Comunque, non ci basta impegnarci tantissimo! Nel menù principale (File) infatti troveremo l’opzione Esporta. Questa funzione è capace di convertire il formato in qualità più diverse (a partire da 480p a Full HD) ma soprattutto è capace di personalizzare codifica e risoluzione per i principali dispositivi Apple. Questo è molto importante perché su Smartphone e Tablet, e soprattutto quando si parla di quelli Apple, lo spazio è davvero limitato. Una volta scelto il titolo, il filmato verrà convertito in M4V.

 



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29 gennaio 2016

“Questo è un accessorio non certificato” su iPhone. Che significa?

Fatto per iPhone

Accessorio non autorizzato

Abbiamo il nostro iPhone o iPad nuovo di zecca, ma gli accessori Apple originali possono costare un bel po’. Ciò nonostante esistono cavi, casse e cuffie sempre più economici e affidabili quasi quanto i cavi dell’Apple (basta non esagerare, o ci si ritrova con cavi che bruciano il cellulare). Di recente però, e soprattutto dai tempi di iOS 7, questi non funzionano più. In iOS 7 compariva un messaggio che notificava i pericoli d’uso d’accessori non certificati, ma man mano che la faccenda è andata avanti e il sistema operativo è stato aggiornato, l’avviso s’è trasformato in un vero e proprio obbligo. “Questo è un accessorio non certificato” è il messaggio che viene visualizzato. E di quel punto, qualsiasi funzione legata a quel componente non verrà attivata.

Ma perché è nato tutto ciò? Fra le tante cose, cellulari danneggiati o addirittura persone folgorate (una vecchia notizia rilevante sull’iPhone 5) sono le ragioni per il quale l’Apple ha imposto la targhetta MFI, che sta per Made For i. Può essere Made for iPhone o iPad. Questa targhetta certifica che il prodotto è compatibile e testato dalla casa e perciò è (quasi sempre!) esente da difetti. Anche se nulla vieta a nessuno d’imitare la targa. Il riconoscimento avviene attraverso un microchip Lightning.

L’Apple ha anche istituito una pagina dedicata ai prodotti contraffatti. Ma nonostante tutte queste contromisure, possono esserci dei evidenti problemi.

Il messaggio può a volte apparire anche in componenti originali, a volte per un bug o per usura. Staccare e riattaccare il cavetto può essere una soluzione, oltre che cambiare sorgente (come la porta usb). Parlando d’usura, è possibile che il cavo o l’accessorio sia danneggiato e perciò l’iPhone o l’iPad va in protezione, non permettendone più l’uso. Poche sono le soluzioni in questi termini: Pulite il connettore dell’iPhone e il cavo e riprovate più volte, prima d’alzare definitivamente la bandiera bianca.

 

 

 



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Come configurare l’email di Aruba in client di terzi

Webmail-aruba-

arubaConfigurare l’email Aruba su un client non è affatto difficile, ma è necessario conoscere tutti gli elementi da inserire al momento dell’impostazione dell’account. Aruba è il leader di mercato in Italia per domini, hosting, cloud e server dedicati e sono quindi molte le persone che possono aver bisogno di configurare l’email di Aruba nel client che utilizzano (ad es. Gmail o Outlook), ma non sanno come procedere. Vediamo come.

Come configurare l’email di Aruba su un client per computer

Per configurare l’email di Aruba in un client, basta aprire il client utilizzato e cercare l’opzione “aggiungi nuovo indirizzo”. Si aprirà una schermata che dovrà essere riempita con questi parametri:

IMPOSTAZIONI ACCOUNT 
Nome: Mario Rossi
E-mail: indirizzo di posta (nomecasella@nomedominio.ext)
Password: la password scelta al momento della creazione della casella
Tipo di Account: POP

IMPOSTAZIONI SERVER DI POSTA IN ARRIVO
Posta in Arrivo (POP3): pop3s.aruba.it
Nome account: indirizzo di posta (nomecasella@nomedominio.ext)
Password: la password scelta al momento della creazione della casella
Usa SSL: Attiva
Autenticazione: Password
Porta Server: 995

IMPOSTAZIONI SERVER DI POSTA IN USCITA
Posta in uscita(SMTP): smtps.aruba.it
Nome account: indirizzo di posta (nomecasella@nomedominio.ext)
Password: la password scelta al momento della creazione della casella
Usa SSL: Attiva
Autenticazione: Password
Porta Server:465

Come configurare l’email di Aruba su un client per dispositivi mobili

Se invece si vuole configurare l’email di Aruba su un dispositivo mobile Android o iOs bisognerà inserire questi parametri:

IMPOSTAZIONI ACCOUNT 
Nome: Mario Rossi
E-mail: indirizzo di posta (nomecasella@nomedominio.ext)
Password: la password scelta al momento della creazione della casella
Tipo di Account: POP

IMPOSTAZIONI SERVER DI POSTA IN ARRIVO
Posta in Arrivo (POP3): pop3s.aruba.it
Nome account: indirizzo di posta (nomecasella@nomedominio.ext)
Password: la password scelta al momento della creazione della casella
Usa SSL: Attiva (IOS) –Tipo di protezione: Accetta tutti i certificati (Android)
Autenticazione: Password
Porta Server: 995

IMPOSTAZIONI SERVER DI POSTA IN USCITA
Posta in uscita(SMTP): smtps.aruba.it
Nome account: indirizzo di posta (nomecasella@nomedominio.ext)
Password: la password scelta al momento della creazione della casella
Usa SSL: Attiva (IOS) -Tipo di protezione: Accetta tutti i certificati (Android)
Autenticazione: Password
Porta Server: 465



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28 gennaio 2016

Cosa sono le PCIe SSD e perché sono le più veloci?

PCIe SSD prestazioni

PCIe SSD velocità

Quando si parla di SSD, pensiamo naturalmente ad un sostituto degli HDD. Per fare la differenza: gli Hard Disk, o dischi rigidi, sono quei dispositivi dove memorizziamo i nostri dati. Al giorno d’oggi anche quelli di grosse dimensioni e con prestazioni “alte” sono piuttosto accessibili per l’utente medio. Lo stesso discorso è quasi fatto per le SSD. Solid State Drive. Sono enormemente più veloci degli HDD e stanno diventando anche piuttosto grandi, anche se quelli di grosse dimensioni costano un po’. Ma quando vogliamo sostituire l’HDD con l’SSD, appunto immaginiamo un sostituto che va connesso alla porta SATA.

La porta SATA, introdotta ormai da molti anni, garantisce un trasferimento che va dai 3 GB/s ai 6 GB/s, dipende dal PC che avete in dotazione. Generalmente però il massimo che si può raggiungere è 750 mega al secondo, il che è comunque dannatamente veloce e permette al sistema operativo (ed in particolare quelli ottimizzati per lo scopo come Windows 8.1 e 10) d’avviarsi in meno di 6 secondi al massimo. Ci sono SSD che stanno cercando di superare questi 750 teorici attraverso le porte SATA, ma c’è già di meglio in giro.

Da qualche tempo possiamo vedere nei Notebook più costosi e in qualche particolare composizione da PC fisso una cosa chiamata “PCIe SSD” o SSD PCI Express. Se state immaginando un SDD su una scheda da inserire nella piastra madre, state pensando giusto. Questo perché le porte PCI Express odierne sono capaci di velocità di trasferimento che toccano i 15,75 GB/s…molto di più delle normali porte SATA.

Sfortunatamente non sempre questa potenza è ben correlata. A volte alcuni parlano di dati corrotti anche per la più minima variazione di voltaggio, ma il problema più grave è il costo: queste sono schede che possono costare facilmente 310 euro e richiede un po’ d’esperienza, ma se usata bene può garantire il massimo della velocità in qualsiasi situazione! Sempre che ci sia spazio sulla piastra madre.

 



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Come aumentare la durata della batteria dell’Iphone 6

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iphone_6_plus_battery_shaming_heroLa mattina si esce di casa con la batteria dell’Iphone al 100% e nel giro di poche ore è già scarica? Non si riesce a superare la giornata senza dover cercare una presa elettrica per ricaricare il melafonino? I problemi di durata della batteria sono comuni a praticamente tutti gli smartphone sul mercato e gli Iphone non sono diversi, tuttavia esistono varie soluzioni al problema.

Consigli pratici per aumentare la durata della batteria dell’Iphone 6

Le soluzioni per aumentare la durata della batteria dell’Iphone 6 sono molte e di diverso tipo, ma entriamo subito nel merito. Come prima cosa, è consigliato effettuare l’aggiornamento all’ultima versione di iOs, che ha davvero aumentato la vita della batteria. Si può poi procedere con vari accorgimenti alle impostazioni del telefono, in modo da ridurre il consumo dell’energia. Per aumentare la durata dell’Iphone 6 possiamo:

  • ridurre la luminosità. Il display è sicuramente la voce che influisce maggiormente sul consumo di energia di uno smartphone, per questo motivo è fondamentale disattivare la regolazione automatica della luminosità e impostarla sul livello più basso possibile in relazione alle condizioni di luce.
  • Disabilitare il download automatico degli aggiornamenti, che oltre a consumare traffico dati se non si è sotto copertura Wi-Fi, comporta un dispendio di energie evitabile.
  • Disattivare gli sfondi dinamici. Sempre per il discorso che il display è la causa principale della batteria scarica, gli sfondi dinamici sono assolutamente da evitare.
  • Disattivare tutte le funzionalità che non servono, come il Wi-Fi se non c’è una linea disponibile, bluetooth, Airdrop.

Cosa fare se non si riesce ad aumentare la durata della batteria dell’Iphone 6

Può darsi che non si voglia o non si possa seguire le indicazioni date per aumentare la durata della batteria dell’Iphone 6. Cosa fare in questo caso? Non tutto è perduto, perché se non si può aumentare la durata, si può comunque aumentare la batteria. Una soluzione alternativa può essere, infatti, acquistare una powerbank, un caricatore portatile da usare all’evenienza. Sul mercato sono disponibili centinaia di powerbank diversi e sugli store online come Amazon è possibile comprarli a prezzi molto più bassi rispetto a quelli dei negozi.



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27 gennaio 2016

Come far funzionare il Joypad della Playstation 4 sul PC

PS4 Joypad

Playstation 4 controller

Solitamente al giorno d’oggi quando si parla di Joypad per PC, si prende una marca precisa o si pensa semplicemente al Joypad Xbox: che sia la versione 360 o One, non importa. Viene ritenuta la soluzione migliore per il gaming odierno davanti il nostro Computer, non solo per la completezza di tasti e sensori, ma anche per naturalmente la compatibilità immediata che ha con Windows e compagnia. Premessa naturalmente la faccenda “Joypad Xbox One Elite solo per Windows 10” poi sistemata più in là, molti hanno da dire che in realtà il Joypad utilizzato per la Playstation 4 è molto meglio. Problemi? Solo uno: farlo attualmente riconoscere al 100% dal sistema. Infatti il Joypad PS4 non è esattamente fra i più ottimizzati e compatibili per Windows, ma qualche soluzione esiste.

Far riconoscere il Joypad a Windows non è uno degli scopi più impossibili. Per dato di fatto può essere riconosciuto immediatamente tramite l’accoppiamento Bluetooth (ed è perciò necessario che il vostro PC ha almeno un ricettore BT di qualche tipo). Il problema sta nel farlo funzionare bene con i giochi. Se intendete metterlo sotto qualche emulatore, il problema non è molto grave: basta saper assegnare i tasti con i pulsanti che riteniamo necessari. Quello che mette un po’ in crisi tutti è invece il gaming odierno: molti giochi sono designati per funzionare con il controller Xbox, e alcuni hanno anche bisogno dell’utilità XInput per funzionare.

Fra i tanti programmi che cercano d’ottimizzare il processo ed emulare un controller Xbox per gli altri giochi, attraverso quello per PS4, possiamo consigliarvi Input Mapper. Questo programma non solo è capace d’emulare un controller Xbox, ma può anche mostrarvi la potenza del segnale ed il livello batteria del Joypad. Una volta avviato ci sarà bisogno di creare un nuovo profilo ed emulare un controller Xbox. Consigliamo l’avvio automatico del programma insieme a quello di Windows perché l’emulazione per funzionare ha bisogno di Input Mapper sempre aperto ed attivo.



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SUMo, il programma che gestisce autonomamente gli aggiornamenti

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SUMo, Softwares Update Monitor, è un programma della KC Softwares Shop che permette di tenere sotto controllo gli aggiornamenti dei software in maniera veloce. Normalmente, i possessori di Windows hanno due modi per aggiornare i programmi sul computer: affidarsi a Windows Update oppure attendere gli aggiornamenti quando viene richiesto dal singolo programma. Entrambi i sistemi presentano degli aspetti negativi: con Windows Update non si possono aggiornare tutti i programmi installati e spesso il programma procede al donwload in autonomia, senza che l’utente sia in grado di controllare cosa si sta scaricando; con il download manuale, poi, si deve procedere al download degli aggiornamenti per ogni singolo programma. SUMo promette di risolvere questi problemi, e lo fa discretamente.

Come funziona SUMo, il programma che monitora gli aggiornamenti

sumo2SUMo è disponibile in tre versioni: Lite, Regular e Pro. La versione Regular consente di effettuare uno scan completo del computer per individuare i programmi installati, che poi SUMo divide in tre categorie: aggiornato, aggiornamento consigliato e aggiornamento importante. Dall’interfaccia sarà quindi possibile dare un’occhiata a tutti i programmi del computer, e la lista potrà anche essere modificata per aggiungere o eliminare uno o più software. L’unica pecca di SUMo, nella versione Lite e Regular, che comunque è stato votato come miglior programma di monitoraggio degli aggiornamenti, è che per il download re-indirizza all’esterno del programma, aprendo una pagina web. All’utente, viene data la possibilità di scegliere tra il download dal server di SUMo o dal sito stesso del produttore.

Ulteriore pecca: per garantire la gratuità della versione Regular, l’utente è costretto ad installare anche un software aggiuntivo, RelevantKnowledge, il cui scopo è monitorare l’uso che si fa del computer e di internet e raccogliere dati a fini commerciali. Il programma garantisce l’anonimato, ma bisogna comunque considerare che si autorizza ad un controllo costante di ciò che si fa tramite computer.sumo

Per poter eliminare questi inconvenienti, si può passare alla versione Pro, al costo di 15€ l’anno, o di 100€, se si decide di acquistare tutto il pacchetto di programmi offerto dalla KC Softwares. Con la versione Pro sarà possibile procedere agli aggiornamenti in maniera automatica e diretta, senza dover accedere al browser, e non sarà necessari insatallare programmi aggiuntivi. In alternativa, si potrà scegliere la versione Lite, presentata nella forma più semplice possibile, ma che comunque garantisce lo scan e il collegamento al download, senza però installare alcun programma aggiuntivo e in maniera del tutto gratuita.

Il download di SUMo è disponibile qui.



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26 gennaio 2016

Le estensioni degli antivirus per i Browser sono un pericolo?

estensione antivirus

Virus estensione

Tecnicamente parlando gli antivirus sono qui per proteggerci. Possono essere equipaggiati con un Firewall aggiuntivo che previene certi tipi d’attacchi, ed in più ci premunisce con un estensione che ci protegge dal visitare indirizzi piuttosto dubbi. Quindi è davvero tutto sicuro? Siamo protetti? Eppure c’è un dubbio. Alcuni ricercatori hanno scovato dei difetti fra le estensioni degli antivirus più utilizzati al mondo, e la verità è piuttosto preoccupante. Ecco qualche esempio:

Il problema AVG TuneUp, che è il più recente. L’estensione Web TuneUp ha più di 10 milioni d’utenti e viene installata in un modo o in un altro all’interno del nostro PC. L’estensione ha svelato parecchi difetti, fra le quali dei comandi Javascript che erano “completamente mal funzionanti” come dichiarato da un tecnico Google. Chrome in particolare era colpito da questo problema, mettendo a nudo un sacco d’informazioni private su qualsiasi sito che era capace di richiamarle. Da allora il team AVG non ha ancora sistemato il problema e presenta ancora un serio pericolo per la privacy di molti utenti.

McAfee e Norton preferiscono browser più “aperti”. Gli user di questi antivirus avranno notato soprattutto sotto Windows 10 che le estensioni non possono essere installate su Edge perché il browser stesso non ha modo di farlo. Per questo consigliano l’uso di Internet Explorer…che di suo è estremamente vecchio e mal protetto. Un gran brutto consiglio che tali case non devono mai dare.

Avast Online Security era praticamente un Adware. Al giorno d’oggi sono state sistemate tante cose, ma l’estensione di Avast le batte davvero tutte: era una manovra pubblicitaria per presentare altri programmi al posto di quelli che volevamo. Una faccenda che altre case hanno comunque tentato (cambiando motore di ricerca ed altro) ma che sta fortunatamente man mano sparendo.

Quindi, morale della storia? Fate sempre attenzione alle estensioni per i vostri Browser. Anche se sono da case affidabili, possono rivelare scopi piuttosto dubbi.



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Come disattivare i rapporti di consegna SMS

android-sms

Una domanda chiesta spesso è: come disattivare i rapporti di consegna SMS in Android? Per chi non lo sapesse, i rapporti di consegna SMS sono dei messaggi di sistema che permettono di sapere se un SMS è stato effettivamente ricevuto dal destinatario oppure se la consegna è in sospeso perché non è stato possibile l’invio. Questo servizio è a pagamento e spesso è attivo di default negli smartphone Android. Vediamo quindi come disattivare i rapporti di consegna.

Disattivare i rapporti di consegna per risparmiare

Disattivare i rapporti di consegna non è una cosa da poco, perché il costo che gli operatori applicano è pari a quello di un vero e proprio SMS. Questo significa che se per un SMS si pagano 0,15€, il prezzo si raddoppia a causa del rapporto di consegna. Non solo, ma se poi un SMS è particolarmente lungo e viene diviso in due o più, si riceveranno altrettanti rapporti di consegna. È facile capire, quindi, come questo servizio possa incidere sul credito telefonico disponibile.

Disattivare i rapporti di consegna, vediamo come

Per fortuna, disattivare i rapporti di consegna degli SMS non è particolarmente difficile. I modi sono in realtà due, a seconda della versione Android che si possiede.

  1. Per le versioni Android meno recenti, è sufficiente aprire il Menu dello smartphone Android e andare nelle Impostazioni. Qui si deve entrare nella sezione Messaggi di Testo → Messaggi multimediali e togliere la spunta dalla casella Rapporti di Consegna (può anche leggersi Rapporti di lettura).
  2. Se si possiede uno smartphone che supporta una versione di Android più recente, si dovrà seguire un metodo diverso per disattivare i rapporti di consegna. Google ha infatti spostato le opzioni dalle impostazioni generali a quelle delle singole app. Sarà quindi necessario aprire Hangout o Messenger, a seconda dell’app predefinita per la gestione degli SMS. Se si usa Hangout, aprire l’app, accedere alle Impostazioni pigiando sulle tre linee orizzontali in alto a sinistra e poi in SMS. Nella sezione Avanzate, scorrendo in basso, sarà presente l’opzione Conferme di recapito, che andrà disattivata. Se invece si usa Messenger, la nuova app messaggistica di Android, bisognerà accedere alle impostazioni dell’app premendo sui tre puntini verticali, pigiare su Avanzate e disattivare l’opzione Rapporti di consegna SMS.Screenshot_20160126-135007Screenshot_20160126-135421


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25 gennaio 2016

E’ possibile spostare Windows direttamente in un PC nuovo?

Muovere Windows

Windows spostamento

Ci sarà capitato qualche volta nella vita: stiamo avendo un nuovo PC, ma non vogliamo eliminare la vecchia installazione di Windows. Soprattutto se lo stiamo assemblando noi, o se è un assemblato senza sistema operativo. Ci sarà capitato più volte di pensare che magari spostare Windows semplicemente inserendo l’HDD del vecchio PC nel nuovo è possibile, ma in realtà è molto più difficile di quanto si pensi. Ecco qualche motivo per il quale è molto complicato effettuare un’operazione del genere.

I driver. Prima di tutto, quando inseriamo il vecchio HDD nel nuovo PC, Windows si ritroverà con una composizione Hardware completamente differente. Maggiore è la differenza, più grande è il “trauma” che il sistema operativo andrà ad affrontare. La faccenda cambia anche in base al sistema operativo: 8.1 e 10 possono essere meno tolleranti in base a questo cambiamento, dato che alla prima installazione effettuano una serie d’operazioni molto importanti che riguardano la composizione. Windows 7 può essere maggiormente tollerante ma serviranno più volte dei riavvii e qualche controllo di routine effettuata con programmi esterni. La rimozione di programmi e driver della vecchia composizione è praticamente d’obbligo, dopo fatto ciò. Compresa anche una deframmentazione e un controllo del registro. In poche parole: il tempo impiegato per fare un installazione normale di Windows, togliendo naturalmente il tempo impiegato ad installare programmi vari.

La licenza. Ricordate il discorso Windows 8.1 e 10? Le loro licenze non sono solo seriali e numeri, ma anche relative e legate all’Hardware. Solitamente quando questo cambia c’è bisogno d’una riattivazione il più delle volte digitale..ma a volte può essere necessaria una chiamata telefonica. Di standard Windows 10 si blocca e richiede una riattivazione. Windows 8.1 ci da un tempo limite per fare ciò. Windows 7 dipende dall’edizione, ma di regola ha solamente bisogno d’una riattivazione: a volte tutto ciò nemmeno accade. Ed ecco perché spostare Windows da una vecchia installazione all’altra può essere complicato.

Ovviamente, la faccenda SATA – AHCI nemmeno è presa in considerazione in quest’argomento, ma se la vecchia installazione è stata fatta senza la presenza dell’AHCI, è probabile che Windows nemmeno partirà!

 



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Guida ai migliori portatili di fascia bassa e media

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Anno nuovo… computer nuovo? Il nuovo anno è arrivato, magari si è portato dietro anche qualche problema di troppo al vecchio computer che ne rendono davvero frustrante l’uso. È quindi arrivato il momento di mettersi a cercare qualche offerta, comparare RAM, CPU, cercare di capire quale sia la soluzione migliore. Per facilitarvi le cose, vi proponiamo una guida ai migliori portatili di fascia bassa e media, completa di tutte le informazioni necessarie per l’acquisto.

NB: i prezzi indicati sono quelli applicati da Amazon o dal sito ufficiale del produttore. Questi potrebbero variare in seguito a inizio o cessazione di offerte o se si procede all’acquisto da store diversi.

Lista dei migliori portatili

Nella categoria dei migliori portatili di fascia bassa o media non si potranno trovare prestazioni fenomenali o caratteristiche avvenieristiche, ma questi computer sono comunque in grado di offrire buone prestazioni senza problemi, soprattutto per coloro che utilizzano il portatile principalmente per lavoro e non necessitano di particolare potenza di elaborazione. Tra i migliori portatili economici troviamo:

Asus X553MA-XX490Tx553ma-xx490t

Il portatile, venduto con Windows 10 già installato, presenta uno schermo LCD da 15,6 pollici HD (1366 x 768 pixel), processore Intel Celeron N2840, 4 GB di memoria RAM espandibili a 8 GB e un disco fisso da 500 GB. Presente il lettore dvd, cosa ormai non scontata, e supporta le penne USB 3.0. Dimensioni: 38 x 25,2 x 2,5 cm, mentre il peso è di 2,2 kg.

Prezzo Amazon: 292,41€.

HP 14-AC006NL

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Tra i migliori portatili di fascia bassa, questo HP presenta un processore dual core non potentissimo, ma in grado di sopportare tutte le operazioni quotidiane, garantedo un’ottima autonomia grazie alla batteria a quattro celle. Il sistema operativo è Windows 10, monta la GPU Intel Celeron N3050 dual core 1.6 GHz e una RAM da 2GB con una memoria eMMC da 32GB. Dimensioni da 34,5 x 24,2 x 2,4 cm e peso da 1,9kg.

Prezzo: 217€

Acer Aspire Switch 10 E

aspireL’Aspire Switch 10E non è un vero e proprio portatile ma un notebook convertibile in tablet, grazie alla tastiera che può essere aggiunta o rimossa in maniera molto semplice. Il punto di forza che fanno annoverare questo prodotto nella lista dei migliori portatili è la sua versatilità e ottima produttività, grazie alla possibilità di poter scegliere tra ben 4 modalità diverse e cioè Notebook, Pad, Display e Tent, grazie alle quali sarà possibile adattare prestazioni e consumi a seconda dell’uso che se ne vuole fare. Per quanto riguarda le specifiche tecniche, l’Aspire presenta un display IPS HD con Gorilla Glass e tecnologie Acer VisionCare e BluelightShield. Ha un chipset Intel Atom Z3735f, 2GB di RAM e 32GB di memoria. Pesa solo 1,2kg per 262mm x 180mm x 23.45mm, mentre il reparto connettività offre Bluetooth 4.0, uscite micro HDMI, USB micro USB, microSD. Prezzo: 265,99€.

ASUS X554LA-XO1236D91NWa5o3vJL._SL1500_

Questo modello dell’Asus rientra tra i migliori portatili perché offre un ottimo processore a prezzi contenuti. A seconda del modello si potrà scegliere tra un Intel Core i3-5005U dual core 1.9 GHz e un Intel Core i5-5200U dual core 2.7 Ghz, con scheda grafica Nvidia GT920M, 4/6/8GB di RAM e HDD da 500GB.

Prezzo a partire da: 370,58€.

ASUS X555UBnotebook-asus-x555ub-xo047t

Per chi vuole spendere qualche soldo più, questo Asus è un vero gioiellino che merita sicuramente di essere annoverato tra i migliori portatili di fascia media. Il modello offre due tipi di CPU,
Intel Core i5-6200U dual core 2.8 GHz o Intel Core i7-6500U dual core 3.1 Ghz, con una GPU Nvidia GT 940M con 2GB di memoria dedicata ottima per chi si vuole dedicare anche al gaming. La RAM è possibile nei tagli da 4/8/12GB mentre l’HDD è da 500GB. Per chi ama l’alta definizione, la versione i7 offre uno schermo FULL HD.

Prezzo a partire da: 599€



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24 gennaio 2016

Come vedere qualsiasi file video col Nintendo Wii U

Nintendo Gamepad Wii u

Nintendo Wii u video

Nonostante il suo mediocre successo, il Nintendo Wii U è una console dalle funzionalità piuttosto interessanti. Fra tutte il gamepad che ci permette di giocare e visualizzare contenuti direttamente sul suo schermo touchscreen, il quale può essere utilizzato per ogni sorta di fattore. Nonostante tutto non c’è davvero “ogni sorta” in tutto questo. Il sistema operativo ed i programmi della Nintendo sono piuttosto stretti e non c’è ancora un vero ambiente Homebrew per usare programmi fatti da altri per guardare film, navigare diversamente ed altro. C’è attualmente qualche metodo per guardare in streaming dei contenuti direttamente dalla nostra console però.

Come possiamo vedere video usando il Nintendo Wii U? La risposta è teoricamente semplice: potete infatti usare il servizio di streaming Plex (che potete visitare e organizzare da qui) con il quale potrete sicuramente creare un media server da far visitare alla console. Non c’è bisogno di parecchie conversioni dato che la risoluzione ed il bitrate di ogni MP4 è compatibile con la console. Inoltre, essendo un programma per organizzare media server, permette anche di far visualizzare i contenuti ad altri computer e cellulari.

Quando sarete riusciti ad organizzare Plex (la difficoltà può anche dipendere dal vostro Router e le funzioni UPNP integrate) basterà visitare l’indirizzo plex.tv/web per effettuare l’accesso e poi andare direttamente al contenuto digitale assegnato nel PC. Basta visitare l’indirizzo attraverso il Browser della Console e, da lì, potete visualizzare tutti i filmati che volete. Se non potete, o semplicemente non desiderate accedere all’indirizzo Plex.tv, potete anche accedere direttamente al vostro PC che ha al suo interno i contenuti quali filmati o musiche. L’unica cosa che dovete tenere a mente è l’indirizzo IP del computer e la porta utilizzata dal programma per funzionare. Un indirizzo d’esempio con il quale poi potete accedere al programma è http://ift.tt/1RXITZc, da inserire nel browser del Wii U.

 



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23 gennaio 2016

Come ripristinare un Backup di Windows 7, 8 e 10

Usare backup Windows

Windows, dall’edizione 7 in poi, può creare delle immagini complete del nostro HDD (da non confondersi con i punti di ripristino) che ci permette di recuperare file, programmi ed altro ancora dal suo interno. Pesanti, ma necessari da avere, questi Backup sono più volte settati in automatico e non richiedono molto del nostro intervento. Altre volte dobbiamo semplicemente dirgli dove bisogna posizionare il Backup. Molti preferiscono evitare questo sistema, prediligendo programmi esterni o salvare i file “a mano” per tenerne cura. Ma in una situazione nel quale dobbiamo ripristinare il nostro Backup fra più pc, di cui quest’ultimo è creato con il tool della Microsoft, come dobbiamo agire?

Per prima cosa è bene dire che ogni Backup è legato al PC “sorgente” che ne fa uso. Ovvero se un Backup è creato in “PC 1”, non possiamo ripristinarlo su “PC 2”. Anche se stiamo usando lo stesso sistema operativo. Infatti al suo interno sono legate delle informazioni base dell’Hardware, e una minima variazione nella composizione fa scattare la sicurezza del sistema operativo. Nonostante però non possiamo usare un backup, possiamo comunque estrarne i contenuti: l’intero file non è fatti che un formato VHD (Virtual Hard Disk) comunemente utilizzato dagli emulatori di sistemi operativi.

Per aprire questo tipo di file possiamo usare parecchi metodi, uno dei più utilizzati è usare 7-Zip (che possiamo scaricare qui)  il quale può montare il file e farcelo esplorare. Possiamo anche usare VHD Attach per uno scopo ancora più diretto, scaricandolo da qui.

In che altri modi possiamo ripristinare un backup sul nostro Computer? Possiamo anche accedere alle opzioni d’avvio avanzate di Windows 8 e 10, tenendo premuto Shift quando clicchiamo su Riavvia. Questo ci porterà direttamente al menù d’avvio avanzato una volta che il sistema operativo si sarà riavviato, con il quale possiamo dirigere un po’ di tutto, compreso il ripristino del famigerato Backup.



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22 gennaio 2016

Come riparare la cache delle icone di Windows

Cache delle icone Windows

Windows icone

Windows ha un modo particolare per farci navigare all’interno dei nostri file e delle nostre applicazioni: attraverso la visualizzazione di piccole immagini che possiamo riconoscere subito, a volte ci basta anche non leggere il nome del programma o della cartella per riconoscerlo. Queste si chiamano Icone e sono state introdotte da molti anni, con l’arrivo delle prime versioni di Windows. Anche se sono passati molti anni, il nostro sistema operativo deve tener conto delle immagini che vengono usate come icone, ma non le legge continuamente. Le mette infatti in un file speciale per creare la cache delle icone, per fare in modo di non ricaricarle ogni volta. Ricaricare continuamente le icone può infatti mettere a dura prova il nostro PC, mentre con questo unico e compresso file speciale possiamo non sentirne nemmeno il peso.

Tuttavia a volte la cache delle icone può corrompersi e costringe Windows a ricaricare le icone continuamente, impedendo perfino l’avvio di normali programmi. Vediamo cosa possiamo fare perciò per resettare la cache delle icone senza usare programmi esterni.

Iniziamo col dire che da Windows Vista e Seven, troverete la cache delle icone in:

C:\utenti\(nome utente)\Appdata\Local\Iconcache.db

Mentre in 8 e 10 lo troverete in:

C:\utenti\(nome utente)\Appdata\local\Microsoft\Windows\Explorer

Nota: può darsi che queste cartelle siano nascoste. Per abilitare la visualizzazione dei file nascosti dovete dirigervi verso Opzioni cartella, che trovate nel pannello di controllo.

In Windows 8 e 10 la disposizione delle cache è diversa, con una lista che va più o meno così:

iconcache_16.db
iconcache_32.db
iconcache_48.db
iconcache_96.db
iconcache_256.db
iconcache_768.db
iconcache_1280.db
iconcache_1920.db
iconcache_2560.db
iconcache_custom_stream.db
iconcache_exif.db
iconcache_idx.db
iconcache_sr.db
iconcache_wide.db
iconcache_wide_alternate.db

Abbiamo bisogno di eliminare tutti i file Iconcache, ma non possiamo farlo con Explorer avviato. Perciò tenete premuto Shift e cliccate con il tasto destro sulla cartella di Explorer. La scelta apri finestra di comando qui verrà visualizzata.

Aprite il prompt dei comandi. Aprite Gestione Attività con CTRL+SHIFT+ESC e andate in dettagli. Cercate Explorer, cliccate con il destro e quindi termina attività.

Ora tornate al prompt dei comandi e digitate del iconcache*. Questo eliminerà TUTTI i file iconcache. Adesso premete CTRL+ALT+CANC e scegliete di riavviare il PC. Fatto!



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Samsung annuncia la nuova serie Galaxy A 2016

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Buzzoole Tutto pronto per il lancio della nuova serie Galaxy A 2016, annunciata di recente da Samsung: sono stati prodotti smartphone davvero interessanti, interamente improntati sull’innovazione e lo stile. I display super AMOLED esaltano le immagini, e sono disponibili sono 5,2 pollici per l’A5 (2016) e 4,7 pollici per l’A3 (2016), con cornice ridotta così da risultare più ampi e comodi.

Dopo le recenti novità sul mercato Smartphone, i nuovi prodotti Samsung destano sensazioni molto positive. La concorrenza di Asus, Xiaomi, LG, Huaweii e degli altri brand si fa sempre più agguerrita, ma l’azienda coreana ha sempre dimostrato di essere un gradino in avanti, proponendo scelte strategiche innovative e tecnologie all’avanguardia.

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Nel dettaglio i Galaxy A 2016 si distinguono per una cura particolare per la fotocamera, dotata di prestazioni da urlo: le foto e i filmati risultano nitidi e gradevoli, anche grazia allo stabilizzatore ottico delle immagini OIS e le lenti F1.9 anteriori e posteriori, in grado di lavorare in maniera ottimale anche in condizioni di scarsa luminosità. Sono inoltre presenti molte opzioni per lo scatto di Selfie (Panoramico, Palm Selfie e Bellezza Volto), così da garantire scatti ottimali.

Merita particolare menzione anche la durata della batteria, vero annoso problema degli smartphone moderni: nella serie Galaxy A 2016 è stata aumentata di oltre il 20% rispetto alla durata media degli ultimi Galaxy. E’ inoltre stato adottato un sistema di ricarica rapida, in grado da poter ricaricare in maniera sufficiente entro pochissimi minuti.

Dunque, la nuova serie A 2016 di Samsung sembra proporre, forte dell’esperienza utente, soluzioni innovative ai problemi di uso comune, come le features della camera o la batteria.

Galaxy A5 (2016) e Galaxy A3 (2016) saranno disponibili in Italia da fine Gennaio 2016 al prezzo suggerito al pubblico di 429€ e 329€. Per l’ottimo rapporto tra qualità/prezzo/innovazioni, forse meritano di essere presi in seria considerazione, e per provare… un modo nuovo di essere smart. Link alla Pagina Ufficiale Galaxy A



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Cosa fare quando il computer non funziona

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Il computer è ormai un compagno fidato senza il quale è difficile trascorrere normalmente la propria quotidianità. Una delle cose peggiori che possano capitare a chiunque possegga un pc è che questo non si accenda o non si avvii. In questi casi può essere necessario rivolgersi ad un tecnico, tuttavia vi possono essere dei problemi risolvibili anche da soli, senza dover aspettare né spendere soldi. Vediamo allora cosa fare quando non funziona il computer.

Quando non funziona il computer, partire dalle basi

Se il computer non funziona non si accende, si supponga quindi che non si accenda alcuna luce, la ventola non parta e non si senta alcun rumore, il problema è sicuramente dell’hardware. Come prima cosa, è bene controllare che il problema non sia della presa elettrica: in questo caso sarà sufficiente provare a collegare un altro oggetto elettronico e vedere se questo riceve corrente. Se la presa funziona, bisogna passare ad analizzare il computer.

Se il computer non funziona, controllare che tutto sia al suo posto

Sono diversi i componenti che possono essersi danneggiati. Per prima cosa, bisogna fare le cose più semplici: controllare che i cavi siano collegati bene e che il pulsante on/off collegato all’alimentare sia su on. Sembrano banalità, ma molto spesso il computer non si accende perché un cavo si sposta o non è inserito correttamente nella presa. Se neanche questo il caso, passiamo oltre. Quando non funziona il computer, spesso i danni sono dovuti all’alimentatore interno o alla scheda madre. In questi casi c’è poco che si possa fare da soli, in quanto è quasi sempre necessario sostituire i pezzi. Prima di gettare la spugna, però, conviene aprire il case e provare a vedere se si nota qualcosa di fuori posto e se i cavi interni sono tutti collegati bene. Stare però attenti ad assicurarsi che il computer non sia inserito nella corrente, che potrebbe essere pericoloso. Se non risulta niente di strano, sarà necessario rivolgersi ad un tecnico per il controllo ed eventualmente la sostituzione, a meno che non si capisca abbastanza di computer da voler procedere alla sostituzione da soli dopo aver scoperto il problema. I pezzi di ricambio sono disponibili su moltissimi siti internet e spesso a prezzi inferiori di quelli che si trovano nei negozi fisici, mentre sono numerosi i siti specializzati (ma anche youtube) che offrono aiuto e guide.

Il computer si accende ma non funziona

Discorso diverso e più complesso si ha quando il computer si accende ma non si avvia. I motivi per cui il computer non funziona all’accensione possono essere tanti. Possiamo però usare un programma, Windows Boot Genius, in grado di risolvere molti di questi problemi tramite la creazione di un file di avvio da caricare su cd o chiavetta usb. Ecco qualche dritta per risolvere nei casi più comuni.

Riparare il computer che non funziona con Windows Boot Genius

crash-after-loading-barQuando non funziona il computer, è probabile sia necessario ripristinare dei file di avvio, il registro di sistema, recuperare un settore di avvio, o ripristinare Windows. Vediamo come distinguere i vari casi:

Nel primo caso, di solito il computer si blocca su una schermata nera e per riportarlo alla normalità sarà necessario recuperare i file di avvio. È probabile che sullo schermo compaia uno di questi errori:

  • NTLDR mancante o danneggiato
  • Ntdetect.com mancante
  • Ntoskrnl.exe è mancante
  • NTFS.SYS manca
  • BOOTMGR è mancante o danneggiato
  • Hal.dll mancante

Se invece compare l’errore “errore di avvio del disco” o “tabella delle partizioni non valida”, significa che si è danneggiato il Mastyer Boot Recorder, un settore del disco rigido necessario per l’avvio.

Se si presenta una schermata blu, oppure vuota, o risulta un errore di configurazione, il computer non funziona perché c’è un problema nel registro di sistema.

Quale che sia il problema, quando non funziona il computer si potrà risolvere usando Windows Boot Genius. Con il programma si può creare un CD/DVD/USB di avvio, compatibile con qualsiasi versione di Windows, da inserire nel computer che non funziona. Una volta fatto, partirà subito il programma e sarà possibile andare nella sezione Windows Rescue, dove è possibile scegliere la soluzione più adatta al tipo di problema che il computer presenta.



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21 gennaio 2016

Come aggiornare il nostro Smartphone a Windows 10

Windows 10 Smartphone

Smartphone con Windows

Come promesso, l’ultimo sistema operativo marchiato Microsoft è in arrivo per Smartphone e Xbox One, ma possiamo avere Windows 10 in anticipo sul nostro cellulare. Il fatto è che si tratta d’un Insider Preview, con quindi tutti gli avvisi che ne vengono del caso. Questa versione di Windows può infatti avere alcuni problemi di stabilità o delle funzioni non ancora del tutto incluse, perciò siete avvisati su eventuali problemi durante l’uso dello Smartphone.

I cellulari al momento compatibili con Windows 10 sono i seguenti:

HTC One (M8) for Windows

LG Lancet

Lumia 430

Lumia 435

Lumia 520

Lumia 521

Lumia 525

Lumia 526

Lumia 530

Lumia 532

Lumia 535

Lumia 540

Lumia 550

Lumia 620

Lumia 625

Lumia 630

Lumia 635

Lumia 636

Lumia 638

Lumia 640

Lumia 640 XL

Lumia 720

Lumia 730

Lumia 735

Lumia 810

Lumia 820

Lumia 822

Lumia 830

Lumia 920

Lumia 925

Lumia 928

Lumia 930

Lumia 950

Lumia 950 XL

Lumia 1020

Lumia 1320

Lumia 1520

Lumia Icon

Se uno di questi modelli è in vostro possesso, complimenti! Potete installare Windows 10. Per farlo dovete però iscrivervi nel programma Windows Insider,  che vi certifica come un utilizzatore anticipato del sistema operativo. Potete iniziare l’iscrizione da qui. Fatto ciò procedete pure a scaricare l’App Windows 10 Mobile Insider Preview, che potete trovare qui. Vi consigliamo di tenere a mente queste faccende:

  1. Anche se è probabile che non accada, fate comunque un backup integrale del vostro cellulare!
  2. Tenete il vostro cellulare sotto carica o almeno assicuratevi che sia al 100% di batteria. Se lo tenete sotto carica assicuratevi che non si surriscaldi.
  3. L’operazione può richiedere diversi riavvii, fino a più o meno un ora totale impiegata per completare tutta l’installazione.
  4. Se Windows 10 vi procura troppi problemi o semplicemente non vi piace, potete tornare al vostro sistema operativo 8 – 8.1 usando questo programma di recuperò della Microsoft. Scaricatelo da qui.  Ciò significa che il vostro cellulare non conterrà la versione del vostro vecchio sistema operativo per motivi di spazio, perciò se ne avete qualche personalizzazione agite con cautela.


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Come attivare l’ibernazione in Windows 10

L’ibernazione è uno stato di risparmio energetico progettato da Windows in modo specifico per i portatili. Gli utenti del famoso sistema operatico conoscono sicuramente l’altra modalità di risparmio energetico, cioè la sospensione, ma le due non vanno confuse: mentre la modalità sospensione salva il lavoro e le impostazioni in memoria e utilizza una quantità ridotta di energia, l’ibernazione salva i documenti e i programmi aperti sul disco rigido e spegne il computer. L‘ibernazione, quindi, rispetto alla sospensione comporta il vero e proprio spegnimento del computer, con vantaggi maggiori, ed è preferibile quando si ritiene che non si userà il computer per un tempo prolungato e non si avrà modo di caricare la batteria.

Nonostante la sua grande utilità, in alcuni computer l’ibernazione può non essere già attivata e bisognerà seguire una procedura di attivazione. Vediamo allora come attivare l’ibernazione in Windows 10.

Primo metodo per attivare l’ibernazione in Windows 10

ibernazione-3Un primo modo, quello più semplice, consiste nell’attivare l’ibernazione dal Pannello di controllo. Andiamo quindi in Start e scriviamo Pannello. Una volta aperta la finestra, verificare che sia attiva l’opzione di visualizzazione “Icone grandi” in alto a destra, in modo da poter cliccare sulla sezione Opzioni rispario energia. Dall’elenco di sinistra, scegliere Specificare cosa avviene quando viene chiuso il coperchio e poi Modifica le impostazioni attualmente non disponibili. Ora bisogna solo mettere la spunta su Ibernazione e cliccare su Salva cambiamenti.

Attivare l’ibernazione in Windows 10 tramite prompt dei comandi

Può capitare che seguendo il primo metodo e entrando nelle impostazioni dal Pannello del controllo, le opzioni per l’ibernazione non siano riportate. In questo caso non bisogna preoccuparsi, si possono eseguire metodi alternativi per attivare l’ibernazione in Windows 10.

Un primo metodo alternativo per attivare l’ibernazione in Windows 10, consiste nell’usare il prompt dei comandi. Come prima cosa, quindi, andiamo ad aprire il prompt dei comandi dal menu Start, seguendo il percorso Tutti i programmi → Accessori. Per poter riuscire nell’operazione è necessario attivare il prompt come amministratore di sistema. Per farlo, basterà comunque cliccare con il destro su prompt dei comandi dal menu Accessori e scegliere Esegui come amministratore di sistema. Dopo aver dato l’ok nella finestra di conferma si aprirà il prompt, nel quale dovremo andare a copiare questo codice:

powercfg -h on

iberPremete Invio e dopo il riavvio del computer la modalità ibernazione sarà attivata. Ovviamente, si potrebbe voler effettuare l’operazione opposta e cioè disabilitare l’ibernazione automatica. In questo caso, il comando da dare è il seguente:

powercfg -h off

Un ulteriore metodo può essere necessario qualora si sia danneggiata la chiave di registro necessaria per attivare l’ibernazione in Windows 10. in questo caso sarà necessario scaricare la chiave di registro e installarla sul computer. Per procedere al download è sufficiente premere qui. Una volta scaricato il file .reg sul desktop del computer, si proceda ad aprilo con un doppio click. Qualora venga chiesto, dare l’ok per l’installazione e poi riavviare il computer. L’operazione per attivare l’ibernazione in Windows 10 sarà completa e si potrà cancellare il file .reg dal desktop.

Attivare l’ibernazione in Windows 10 dal registro di sistema

Un’ultima opzione per attivare l’ibernazione in Windows 10 richiede l’accesso al registro. Per poter accedere al registro di sistema è sufficiente utilizzare la combinazione Windows + R per richiamare il prompt dei comandi, digitare regedit e premere su Ok. Potrebbe comparire una finestra in cui si chiede di accedere alla funzionalità come Amministratore di sistema: in questo caso basterà confermare per andare avanti.

Ora sarà sufficiente seguire il percorso:

HKEY_LOCAL_MACHINE\SYSTEM\CurrentControlSet\Control\Power

e cliccare due volte su HibernateEabled. Per attivare l’ibernazione basterà inserire il valore “1” in Value Data e riavviare il computer.

sshot20091211194539 (1)È bene sapere che se si attiva la modalità ibernazione il computer renderà indisponibile una parte della memoria fisica per cui, qualora si avesse poca memoria e la modalità non fosse davvero necessaria, disabilitare l’ibernazione potrebbe essere un modo per recuperare qualche gigabyte di spazio libero.



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