28 febbraio 2015

Come collegare pc e TV




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Piuttosto frequentemente capita che si abbia la necessità di collegare un display esterno al notebook per fare in modo di lavorare con maggiore semplicità e velocità, oppure si può anche procedere ad effettuare delle proiezioni per lavoro o, ancora, in ambito domestico, c’è la possibilità di guardare in TV un film che in realtà si trova sul pc.


Per il collegamento tra pc e schermo esterno, è necessario ovviamente collegare i cavi e, nel nostro caso, bisogna sottolineare come il sistema operativo debba essere Windows.


Come collegare pc e TV: le varie operazioni da compiere


Quindi, per mostrare Windows su un display esterno, sarà necessario sfruttare la combinazione da tastiera “Win+P” e vi apparirà una piccola finestra sul desktop composta da quattro opzioni, ovvero proietta solo schermo PC, duplica, estendi e solo secondo schermo.


A queste quattro ultime opzioni di Windows 8 corrispondono solo computer, duplica, estendi e solo proiettore di Windows 7.





Per collegare pc e tv, dovrete solamente cliccare sulla voce denominata “Solo proiettore”, che renderà scuro il display del pc e andrà ad attivare il monitor scelto in precedenza.


Nel caso in cui doveste riscontrare dei problemi con la combinazione Win+P, cercate di capire bene l’origine delle difficoltà.


Come collegare pc e TV: le possibili difficoltà


Ad esempio, potreste non trovare il monitor esterno nella lista della schermata che si apre con la combinazione di tasti prima suggerita. Quindi, verificate che il cavo che collega pc e schermo esterno sia collegato alla perfezione, così come verificare che il monitor esterno sia acceso e stia visualizzando l’inpunt dell’ingresso che è stato selezionato (usare il tasto Input o Source del telecomando del televisore).


A questo punto provate a spegnere e accendere nuovamente il monitor esterno e poi avviate nuovamente il pc.


Come collegare pc e TV: non c’è l’audio?


Nel caso in cui manchi l’audio, allora il consiglio è quello di controllare sempre che i vari collegamenti siano ben inseriti, verificando al contempo che sia il secondo monitor che il pc non abbiano il volume a zero oppure il tasto del muto attivato (magari per errore).





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Booking Now, trovate una sistemazione prima di partire




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Finalmente è sbarcata anche in Italia la nuova applicazione che prende il nome di Booking Now: si tratta di un titolo che mette gli utenti nella condizione di poter prenotare una camera di albergo o di hotel anche quando mancano solamente 48 ore alla partenza.


Per fare tutto ciò, la nuova app per le prenotazioni last minute consente di utilizzare una ricerca che si può personalizzare con svariati filtri.


Dopo il grande successo che è stato ottenuto sia negli Usa che in Canada, adesso Booking.com ha deciso di allargare le sue mire, visto che ha provveduto a lanciare questo nuovo servizio denominato Now pure nel Vecchio Continente, sottoforma di applicazione che si può scaricare direttamente dall’App Store.


Grazie all’app Booking Now gli utenti hanno la possibilità di portare a termine una prenotazione in maniera del tutto personalizzata sfruttando le proprie esigenze e preferenze, ma sopratutto per merito della geolocalizzazione di ogni turista.





L’app Booking Now è in grado di proporre una soluzione tra più di 600 mila strutture in ogni parte del pianeta e, per tale ragione, può risultare davvero molto pratica ed utile per trovare delle ottime soluzioni anche a basso costo.


Quindi, questo nuovo servizio si rivolge soprattutto a tutti quegli utenti che desiderano prenotare solo all’ultimo momento, mettendo a loro disposizione dati sui comportamenti e sfruttando la tecnologia GPS.


L’app Booking Now è una soluzione perfetta per chi desidera trovare un alloggio nei due giorni che precedono la partenza: in base a quanto rivelato da Booking.com, pare che addirittura il 50% delle prenotazioni che avvengono nelle 48 ore che precedono il soggiorno, sono effettuate tramite dispositivi mobili.




Booking Now Scarichiamo


Booking Now


4.0

Trovate una sistemazione prima di partire





Funzionalità

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Qualità/Prezzo

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Feedback

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Le nuove funzionalità inserite sono comode e pratiche: un altro passo avanti per Booking.com




























Booking Now
Booking.com B.V. Viaggi
GratisScarica da iTunes





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25 febbraio 2015

App del giorno, ecco la nuova versione




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Tutti quegli utenti che sono abituati ogni giorno a dare uno sguardo all’app gratuita del giorno mediante il titolo denominato “App del giorno” si sono trovati di fronte ad una particolare situazione nel corso degli ultimi giorni.


Infatti, è stata realizzata una nuova versione dell’applicazione, che è stata proprio auto-proposta agli utenti per poter continuare a sfruttare le offerte giornalmente.


E’ stato certamente il modo più intuitivo e comodo per poter annunciare a tutti l’arrivo della nuova versione, che si è rinnovato un pochino dal punto di vista grafico, che adesso si basa soprattutto sul material design ed un pratico timer che permette di visualizzare il tempo che manca prima alla scadenza dell’app che viene offerta gratuitamente.


Quindi, per poter sfruttare le funzionalità della nuova versione si dovrà necessariamente effettuare il download di quest’ultima, in modo tale da poter proseguire a trovare dei titoli interessanti proposti a zero euro.





Grazie alla nuova versione dell’App del giorno, gli utenti hanno l’opportunità di scovare ed effettuare rispettivamente il download, ogni giorno, di un titolo a pagamento, che per sole 24 ore si può scaricare in via del tutto gratuita, senza dover pagare il suo reale prezzo.


Senza ombra di dubbio, l’aggiornamento che è stato proposto sotto forma di applicazione separata rispetto al titolo che viene impiegato di solito ha colto di sorpresa la maggior parte degli utenti, che si aspettavano come ogni giorno di trovare la solita app da scaricare gratuitamente.


Quindi, se volete continuare a trovare app interessanti e a scaricarle senza dover sborsare un euro, non esitate ad effettuare il download della nuova versione dell’App del giorno.




App del giorno Scarichiamo


App del giorno


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Ecco la nuova versione





Funzionalità

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Qualità/Prezzo

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Feedback

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La nuova versione pesa molto di più e quindi occupa più spazio, senza contare che tutti i commenti e le recensioni sono stati azzerati. Non si poteva pensare solamente ad un aggiornamento senza stravolgere tutto?










App del Giorno - 100% GratisAppturbo Stile di vita FreeScarica da Google Play





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Hi tech, un aiuto tecnologico agli agricoltori




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Avreste mai immaginato di poter un giorno avere a che fare anche con un contadino hi-tech?


La tecnologia, lo sappiamo alla perfezione, sta facendo passi da gigante, anche in questa direzione, dal momento che è stato svelato un prototipo del tutto particolare che si fonda su un banca dati di proprietà del Cnr di Torino, che è in grado di prevedere tutti i vari effetti dei cambiamenti che avvengono a livello climatico e che offre ai contadini la possibilità di sfruttare con minor frequenza i pesticidi.


Stiamo facendo riferimento ad una nuova applicazione che è in grado di gestire le modalità di semina dei campi e che permette di conoscere i migliori sistemi per poter lottare in maniera efficace nei confronti delle malattie delle piante, andando al contempo a ridurre notevolmente l’uso di pesticidi.





Una delle principali caratteristiche di questa nuova applicazione assolutamente innovativa è certamente relativa al fatto che si svolge tutto in tempo reale.


L’app in questione arriva direttamente dagli Stati Uniti e rappresenta un vero e proprio aiuto hi-tech per tutti gli agricoltori, anche grazie alla collaborazione tra l’Università della Pennsylvania e il Cnr di Torino.


Il prototipo è in grado di contenere più di vent’anni di dati che riguardano le infezioni che si sono verificate sui raccolti e mette gli utenti pure nella condizione di poter prevedere anche i vari effetti che possono verificarsi a livello ambientale, andando ad incrociare le informazioni meteo e di posizione geografica con tutti i vari dati relativi allo sviluppo delle piante e la possibilità che si formino dei parassiti.


Il merito è anche dei ricercatori italiani, che hanno contribuito a questo progetto fornendo un’enorme mole di dati.





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22 febbraio 2015

Google Maps è lento? Ecco cosa fare.




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Il nuovo Google Maps è stato reso pubblico da qualche tempo, con delle numerose novità. Una delle più interessanti è la modalità innovativa con la quale è stato introdotto, che aumenta la realistica visione della mappa che stiamo vedendo. Ma alcuni preferiscono ancora la modalità classica. Perché? A parte le persone che vogliono rimanere fedeli, ci sono quelle che hanno difficoltà a navigare nella nuova modalità in modo fluido, riscontrando scatti e blocchi. Ecco qualche consiglio per cercare di eliminare o limitare il problema.


Il rito degli aggiornamenti…aggiornate il browser, la scheda video e i programmi con tanto di estensioni collegate con il browser. Può darsi che uno di questi non sia propriamente ottimizzato o aggiornato per lo scopo.


Provate a navigarci in modalità incognito (chrome)…a volte qualche plugin o estensione rallenta troppo i calcoli, ostacolando così Google Maps dal funzionare al 100%.





Pulite tutta la vostra Cache…fate un ripulizia completa del vostro sistema e magari una deframmentazione rapida. Controllate se il tutto non proviene da qualche file che sta rallentando le scritture su disco.


Provate con un altro Browser….le scelte sono infinite, ma fra Chrome, Firefox, Opera o perfino Internet Explorer troverete un buon candidato alla navigazione nel nuovo Google Maps.


Disabilitate l’accelerazione video…a volte certe operazioni non sono del tutto designate per la nostra composizione CPU/GPU o addirittura per la versione di Browser che abbiamo al momento installata. Per disabilitare l’accelerazione video dobbiamo andare nelle opzioni del Browser e cercare in giro: in Chrome lo trovate in Impostazioni/Impostazioni avanzate. In Firefox sotto un’opzione simile. Basta guardare con calma tutte le scelte che vi vengono date nelle opzioni.


Il problema non viene ancora eliminato? Controllate quanta RAM si prende il vostro Browser: può darsi che avete bisogno di un aumento di memoria. Quando aprite Google Maps premete CTRL+SHIFT+ESC e andate in processi: controllate se la memoria fisica tocca il 100% mentre lo state usando.





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Cosa rallenta il Wifi? Quali sono i problemi.




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La tecnologia Wireless è molto utile, se consideriamo che ci permette di connettere tutti i dispositivi che vogliamo senza alcun bisogno di fili. Cellulari, tablet, stampanti, computer…la lista continua ad andare avanti ed avanti. Il problema però è che non è ancora una tecnologia perfetta nonostante esista da diversi anni. Ecco i fattori che possono rallentare o interrompere la nostra comunicazione.


Interferenza di canali…è sempre bene fare una piccola scansione dei dintorni con qualche programma che può capire che canali stanno usando gli altri Router in zona (o nel palazzo). Infatti diversi Router che utilizzano lo stesso canale possono subire gravi interferenze e provocare perciò rallentamenti. Inserite sempre un canale nel vostro Router che sia diverso dagli altri.





2.4Ghz e 5 Ghz…le frequenze con le quali operano i Router al giorno d’oggi sono queste. E’ bene sapere che molti router al giorno d’oggi operano ancora a 2.4 mentre quelli più moderni solamente a 5. Avere un router a 5Ghz elimina ulteriori interferenze e facilita il nostro uso dell’internet quotidiano. Questo c’entra anche con tutti i Cordless che sono in commercio, dato che tutti operano a 2.4Ghz ed ogni router che abbiamo in casa che opera su quella linea interferirà con il telefono e viceversa.


Dispositivi troppo vecchi…alcuni Router hanno delle compatibilità per i dispositivi a 802.11b, ma purtroppo non sono capaci di smistare bene la velocità di linea come se lo devono intendere. Ogni volta che un dispositivo con questo protocollo comunica con il vostro router, rallenta enormemente la linea per via della sua età. Controllate se tutti i vostri dispositivi in casa hanno un sistema di comunicazione simile: se è così è il tempo di cambiare. Tuttavia se non sapete come controllarli state tranquilli, la 802.11b è stata sostituita intorno al 2003 e perciò è piuttosto raro che certi dispositivi utilizzino ancora un simile protocollo.





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21 febbraio 2015

Amiibo, Nintendo ha in mente una nuova applicazione




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Nintendo ha sicuramente fatto una scelta decisamente azzeccata quando ha deciso di puntare sugli Amiibo: un’idea positiva che adesso ha portato i vertici del colosso nipponico a voler sfruttare il più possibile la grande occasione rappresentata dal successo ottenuto da questi nuovi prodotti.


Come è stato confermato direttamente anche dal presidente Satoru Iwata, il marchio Nintendo rilascerà entro giugno di quest’anno una nuova applicazione che offrirà agli utenti la possibilità di eseguire l’accesso a delle sezioni di gioco sia di titoli NES che SNES. L’accesso sarà davvero molto semplice, dal momento che sarà sufficiente un tocco sul GamePad con un Amiibo.


Grazie a questa nuova applicazione che verrà lanciata da Nintendo, dopo aver toccato con il proprio Amiibo la zona NFC del Gamepad si potrà cominciare a prendere parte ad una sezione di un determinato titolo per Super Nes oppure per NES.





Ovviamente, gli utenti si devono scordare la possibilità di giocare con il titolo completo, dal momento che l’accesso alla sezione è sottoposto ad una limitazione di tempo, ma in ogni caso con un altro tocco sul display si potrà iniziare a giocare nuovamente con un’altra sezione.


Ovviamente il colosso nipponico spera che questo nuovo sistema possa portare numerosi vantaggi al giocatore, creando una sorta di sensazione che ricorda da molto vicino quella che si può provare nel momento in cui si cambia una cartuccia di gioco.


Tutti gli appassionati del marchio Nintendo, quindi, avranno un’applicazione innovativa ed originale in più a disposizione per poter sfruttare il nuovo fenomeno del momento, rappresentato dagli Amiibo.





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20 febbraio 2015

I plugin nascosti di Chrome. Quali sono e cosa fanno?




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E’ anche vero che Google sta cercando di tagliare via la necessità dei Plug-ins il più possibile, ma non è comunque una faccenda sconosciuta quella di avere nel browser Chrome già 5 plugins montati dall’inizio. Il fatto è che sono plugins un po’ diversi dal normale, integrati nel puro codice del Browser per permettere una navigazione più rapida e naturalmente una funzione più solida quando sfruttiamo i suddetti. Li possiamo vedere tutti in Chrome://plugins…ma cosa fanno esattamente? Ecco una spiegazione.


Widevine Content module….si tratta d’un plugin inserito di recente in Chrome che permette d’avviare qualsiasi contenuto in HTML5 che sta man mano prendendo sempre più piede ed un giorno diverrà lo standard per la riproduzione di filmati ed applicazioni al posto di Flash. Altri browser, come Firefox, hanno resistito tantissimo nell’inserirlo di Default perché ha dei controlli aggiuntivi piuttosto fastidiosi, sul copyright ed altro ad esempio.


Native Client…è un plug-in che serve per utilizzare alcuni programmi o codici progettati appositamente per girare con un PC a parte direttamente sul proprio Browser. Ogni istanza utilizzata dal Native Client viene messa nel sandbox, ovvero in una piccola parte del nostro PC dove non vengono utilizzate certe risorse se non strettamente necessario (per evitare programmi infettivi e simili)





Adobe Flash Player…e questo è famoso, conosciuto ovunque. E’ un player che permette di riprodurre filmati ed applicazioni, anche se ormai un po’ sorpassato e pieno di bachi di sicurezza. Chrome ce l’ha installato di default e lo aggiorna automaticamente come ogni altro plugin già preinstallato. La versione installata in Chrome è leggermente diversa, con l’architettura PPAPI invece del NPAPI.


Chrome remote desktop….è come un teamviewer, ma direttamente nel browser. Bisogna installare un App a parte per sfruttarlo completamente, ma è una buona funzione in computer con poche risorse o Chromebook.


Chrome PDF Viewer…non sempre serve Adobe Reader per leggere dei PDF. Questo ci permette di leggere tranquillamente tutti i documenti di quel formato, anche se la compatibilità non è sempre la stessa. Potete leggere i PDF pure trascinandoli in Chrome dal vostro PC al browser.





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Più privacy in Google. Alcune informazioni utili




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Chrome è un bel browser senza dubbio, ma tiene d’occhio un po’ troppe cose della nostra vita quotidiana. Delle volte, è bene che tenga conto di qualcosa di meno piuttosto che fare attenzione a tanti dettagli. Ma il fatto sta che non possiamo stare sempre in modalità incognito, qualche volta quei dettagli “in più” ci servono per ricordarci dove siamo stati e che abbiamo fatto. Ma non solo: Google è anche peggio. Controlla ogni ricerca che facciamo e la stipa per mesi nei loro server. Possiamo consultare queste informazioni? Ma certamente!


Nota: Per alcuni account l’opzione potrebbe già essere disabilitata. Faceva parte di un vecchio sistema di Tracking che molti utenti anni fa hanno deciso di disabilitare per la Privacy. Se voi non avete mai disabilitato nulla da parte di Google, allora avete sicuramente attiva questa funzione.





Per Chrome sappiamo già come pulirlo a dovere. Possiamo usare un programma come Ccleaner oppure entrare nel browser, andare in impostazioni, e sotto la scelta Privacy possiamo trovare il tasto per eliminare tutto.


Per Google invece ci ritroveremo a visitare quest’indirizzo: http://ift.tt/UjXb7j . Vi verrà richiesta nuovamente la password per continuare, perciò prendetela sottomano e preparatevi. Una volta all’interno vi troverete con più o meno tutto lo storico delle vostre ricerche legate a quell’account. Se non avete un account, questa funzione non è attiva. Fate caso che creare un account su qualsiasi servizio coperto da Google (Quindi Youtube, Blogger, ect) implica un account Google unico, il che significa che avete questa funzione addosso.


Suona complicato, ma in fondo basta visitare quell’indirizzo e controllare cosa c’è in serbo per voi. Può anche darsi che ritroverete delle ricerche che non immaginavate mai d’aver inserito. Anche in quella pagina, oltre ad eliminare tutte le vostre ricerche, potete disabilitare la funzione tramite le opzioni che vi vengono messe a disposizione. Una volta disabilitato il tutto avrete un fastidio in meno sulla vostra privacy.





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18 febbraio 2015

Hdcp. Cos’è e come si toglie?




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Nonostante abbiamo da diversi anni delle TV piatte con potenzialità HD (ready & full) ignoriamo spesso tutte le potenzialità e le funzioni che può avere la nostra televisione. Un ovvio caso è quello delle Smart TV, che hanno subito un piccolo scandalo: queste attualmente ascoltano (vengono programmate in base a) alcune cose dette dai proprietari così da calibrare la pubblicità interna per gli unici gusti del cliente. La Samsung tuttavia ha specificato che la TV non “ascolta” tutto quello che viene detto, ma solo i comandi dai quali estrapola le informazioni pubblicitarie (ad esempio quando cambiamo canale per non vedere una pubblicità o restiamo su un canale appunto per osservarne una).


Ma c’è attualmente di più. Da diversi anni queste televisioni sono equipaggiate con una funzione chiamata HDCP. Ma cosa significa questa sigla e che funzione svolge all’interno delle nostre TV? Prima di tutto in lungo si chiama High-bandwidth Digital Content Protection. Abbiamo già capito che le TV possono comprendere molto di più di quello che vogliamo sui dispositivi collegati (soprattutto se questi hanno l’HDMI-CEC) e perciò interagiscono con il singolo filo HDMI per trasmettere informazioni non solo audio e visive, ma anche dati veri e propri come se questo fosse un cavo Ethernet.





L’HDCP è stato concepita come una protezione sui contenuti digitali, attraverso uno scambio di licenze sull’acquisto del videogioco o film. Esatto: riguarda sia i lettori di media su disco e digitali ed anche le consoles. Il punto in cui il problema sorge è questo: se la TV capisce che stiamo vedendo dei contenuti non autorizzati, ferma la trasmissione e mostra un messaggio “HDCP non autorizzato”. Al momento qui in Italia non siamo tanto vittime di questo sistema, ma nessuno è veramente al sicuro.


Tuttavia questo sistema è stato “craccato” da diversi anni e se volete evitare di vedere questo messaggio anche con contenuti non autorizzati, vi basterà comprare uno splitter HDMI che non trasmette i dati, ma solamente audio e video. Salterete il sistema come se non ci fosse mai stato!





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Cosa sono i quantum dots?




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Come già è stato detto una volta, la tecnologia è difficile da fermare. Una volta abbiamo avuto come cavallo da battaglia le TV 3D. Adesso è il turno delle TV Curvate, con i suoi pregi ed evidenti difetti, ma il futuro sembra già chiaro per alcune marche. Dopo tutto questo bailamme di tecnologia e scelte dubbie, è il momento di puntare sul sicuro e dare vita ad una nuova tecnologia chiamata Quantum Dots.


Ma cos’è il Quantum Dot? Guardiamo la situazione con calma. Al momento abbiamo con grande espansione le TV al LED, che non sono altro che un’evoluzione diretta delle normali TV LCD. Ci sono persone che ancora cercano TV al Plasma (che non vengono più costruite per tante ragioni) e le TV OLED.





Alcuni di voi probabilmente lo sanno già, ma mentre le TV al LED e LCD hanno bisogno delle luci particolari per illuminare l’immagine che vogliamo vedere, le TV OLED hanno una singola “lastra” di Organic Light-Emitting Diodes, che non hanno bisogno d’una luce per illuminarsi: bensì basta che vengono percorsi da un sottile fascio d’energia elettrica. Il tutto viene settato dal Software sull’immagine da visualizzare. Perciò, se non c’è bisogno di colore in alcuni punti, gli OLED non si azionano. Quando lo schermo è completamente scuro non passa elettricità.


Il fatto è che gli OLED (così come i Plasma per un certo tempo) sono molto costosi ed anche se danno un esperienza di colore più calda e risparmiosa rispetto al LED (che non gestisce molto bene gli ambienti scuri o le immagini scure) non tutti sono pronti a pagare dai 1000 ai 2000 euro di costo.


I Quantum Dot sono una tecnologia scoperta nel 1982. Nonostante sia piuttosto vecchia, emulano l’esperienza che gli OLED solo sanno dare. Ciò significa che avremo TV con gli stessi effetti ad un costo minore; perciò tenete d’occhio le tecnologie in arrivo: forse sarà il momento di passare ad una TV migliore, che consuma meno, anche se ad uno scotto “medio” come possiamo immaginare.





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16 febbraio 2015

Ecco come velocizzare Chrome. I nostri consigli




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Dopo qualche tempo che navighiamo di continuo con Chrome, noteremo certamente che la navigazione diventa sempre più lenta. Questo è dovuto al fatto che, seppure il nostro amato browser si aggiorna di continuo (ora siamo alla versione 40, per vostra informazione!) delle volte anche se più nuovo non significa che è più veloce. Ci sono alcune faccende che Chrome non può sbrigare a meno che non ci diamo un’occhiata noi. Ecco qualche operazione che possiamo fare per rendere Chrome nuovamente veloce.


Controllate i vostri Plugins. A volte troppi plugins o semplicemente qualche plugin non più compatibile può rallentare la navigazione. Per controllare i vostri Plugins scrivere About:plugins nella barra degli indirizzi e controllate nella lista le cose che potete disattivare o di cui potete fare a meno senza nuocere alla stabilità del Browser.





Nota: Fate caso che non potete rimuovere i Plugins ma solo disattivarli. Per rimuoverli dovete andare nelle estensioni e cancellare quello che, in effetti, vi dà fastidio.


Date una forte pulita alla memoria di Chrome. Di regola, potete utilizzare programmi esterni come Ccleaner, ma vi consigliamo di fare lo stesso con il vostro Browser per evitare il classico errore di “dati mancanti” che potete trovare all’avvio del browser. Potete trovare l’opzione per la pulizia generale in impostazioni, mostra impostazioni avanzate e quindi cancella dati di navigazione giusto sotto Privacy. Ricordate di farlo giusto di tanto in tanto, ogni cinque mesi o più. Tenere in memoria vari dati dei siti web che visitate serve infatti a rendere più veloce la navigazione, ma a volte possono esserci dati che non sono più presenti anche nei siti dove andate e perciò la pulizia è necessaria.


Volete un programma automatico e costruito da Google per identificare cosa rallenta il vostro Browser maliziosamente? Provate a scaricare il loro programma autorizzato e creato per lo scopo direttamente da qui: http://ift.tt/1xURfe8





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Candy Crush Saga, pioggia di soldi con gli acquisti in-app




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Chi non ha giocato almeno una volta a Candy Crush? Ebbene, tutti coloro che amano questo fantastico gioco per dispositivi mobili stanno letteralmente facendo man bassa degli acquisti in-app.


Solamente nel 2014, in base a quanto è stato riportato dal The Guardian, infatti, sono stati spesi ben più di 1,3 miliardi di dollari per effettuare degli acquisti in-app all’interno di Candy Crush Saga.


Questo gioco si conferma come la terza forza tra le app maggiormente redditizie oltre oceano e già al sesto posto di questa particolare classifica troviamo pure Candy Crush Saga Soda.





Questa popolarissima app è stata in grado di ottenere un successo di proporzioni pazzesche dopo che è stata lanciata sull’App Store durante l’estate del 2014, dimostrandosi degno erede di giochi come Infinity Blade ed Angry Birds.


L’app Candy Crush Saga ha battuto ogni record di redditività nel terzo trimestre del 2013, quando ha raccolto qualcosa come 551 milioni di dollari: numeri da favola per lo sviluppatore King, che corrispondono addirittura al 45% della cifra complessiva che hanno lasciato per strada gli utenti con gli acquisti in-app.


Attenzione, però, perché le cose potrebbero cambiare da un momento all’altro, visto che King deve fare i conti con la novità introdotta dalla casa di Cupertino da pochissimo tempo: si tratta del lancio di una nuova categoria su App Store per la promozione dei giochi che non prevedono acquisti in-app.


Stiamo facendo riferimento alla sezione “Pay Once & Play”, che mette a disposizione degli utenti tutta una serie di applicazioni che prevedono un costo solamente iniziale, per poi sfruttarle in toto senza alcuna spesa aggiuntiva.





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Willow, un modo diverso per conoscere persone




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E’ finalmente stata lanciata la nuova applicazione Willow: si tratta di un titolo che offre la possibilità di cercare delle nuove compagnie, ma in cui non esiste alcun tipo di giudizio in base al colore della pelle o al proprio aspetto fisico.


Willow è un’applicazione che permette di trovare nuove amicizie, senza per forza inserire una foto: in questo modo, la possibilità di contattare altre persone e, di conseguenza, di essere contattati si fonda su altre caratteristiche.


Tutto ciò che regola il funzionamento dell’app Willow, quindi, sono le risposte a tre domande che ciascun utente deve impostare: fare un buon risultato equivale la possibilità di intraprendere la comunicazione con l’altra persona e dare il via alla conversazione.


Esistono diverse applicazioni per tutti coloro che sono alla ricerca di amore ed amicizia, ma anche di appuntamenti, tra cui le più note Tinder e OkCupid: tutti questi titoli hanno una caratteristica ben definita in comune, ovvero quella per cui i vari utenti si possono giudicare in relazione alla foto inserita e, di conseguenza, in base all’aspetto fisico.





Willow, però, opera su binari totalmente differenti e non è sicuramente un caso che sull’App Store stia ottenendo un gran successo.


L’approccio è totalmente differente: al posto di provare a contattare un utente unicamente in base alla foto profilo che propone, Willow richiede prima di rispondere ben tre domande (ovviamente formulate dalla persona che si vuole conoscere) che hanno come scopo quello di “lasciapassare” alla conversazione.


Quindi, per attaccare bottone non servirà fare complimenti a destra e manca, quanto piuttosto essere in grado di rispondere alla perfezione e in modo soddisfacenti a quelle domande. Willow ripropone il solito quesito: ma è l’aspetto fisico quello che davvero conta più degli altri?




Willow Scarichiamo


Willow


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Un modo diverso per conoscere persone





Funzionalità

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Qualità/Prezzo

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Feedback

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Un nuovo modo di conoscere persone: da provare assolutamente.




























Willow - Branch Out
Willow App LLC Social Network
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15 febbraio 2015

Jailbreak, perché esiste? Capiamo insieme le caratteristiche.




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Molti lo cercano quando hanno un iPhone o un iPad in mano. Alcuni lo chiedono direttamente: si può fare il Jailbreak? Questo dispositivo ha il Jailbreak? Ma che significa esattamente questo termine e come si applica sui nostri dispositivi Apple? Ecco una breve spiegazione sul “maltolto” che molti sembrano volere sul proprio cellulare.


Il Jailbreak, o Jailbreaking, in generale è leggermente differente dai permessi di Root di Android o l’accesso esteso Admin su Windows. Sì, come ogni sistema operativo o cellulare abbiamo una sorta di protezione che non ci permette di ritoccare dei files vitali di sistema perché non abbiamo i permessi. Questo vale per tutti, ma per l’Apple c’è attualmente qualche differenza.





Su Android, anche con i permessi di Root non attivi, possiamo installare programmi non riconosciuti da Google attivando una funzione all’interno delle opzioni sviluppatore (a meno che il programma stesso non abbia bisogno dei permessi di Root). Ma a differenza di tale soluzione, un dispositivo Apple non può assolutamente installare applicazioni non approvate da Apple. Variare anche delle piccole cose sul cellulare non riscontra il piacere della mela morsicata, rendendo così il cellulare molto uniforme e poco flessibile in certi casi. Perciò la gente pensa ad utilizzare il Jailbreak non solo per fare cose che non sono permesse dall’Apple, ma anche le più piccole cose che un Android fa liberamente senza bisogno di modificare nulla.


Quali sono i rischi? E’ ovvio dire che una volta rimosse le protezioni che ci tenevano lontani dal danneggiare il cellulare, installare applicazioni capaci d’infettare il nostro iPhone o incappare in un phishing è molto più facile. Il nostro iPhone può uscire danneggiato anche appena dopo fatto il Jailbreak. La riuscita del Jailbreak dipende dalla versione del nostro iOS e dal cellulare. Più è vecchio e più è facile e sicuro. In alcuni casi, il Jailbreak è solo temporaneo, denominato Tethering.





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13 febbraio 2015

Come cambiare fonts nei browser. I nostri consigli.




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Vedere il nostro Browser ogni giorno è certamente una bella cosa. E’ installato, pronto all’uso, e ci permette di navigare dove vogliamo. Poi possiamo constatare come le scritte di default di questo programma ci rendono la vita per un motivo o per un altro più difficile. Per molti non è un problema, ma certe persone preferiscono altri stili o che il tutto sia più grande e facile da vedere. Niente paura: ci siamo qui noi. Ecco che vi presentiamo i metodi per cambiare fonts, ovvero le scritte del browser, per ogni programma.


In Chrome…cliccate in alto a destra e andate perciò in impostazioni. Scendete in basso e cliccate su Mostra impostazioni avanzate. Scendendo ancora più giù noterete una sezione chiamata Contenuti web: all’interno di questa c’è dimensione dei caratteri, personalizza caratteri e zoom delle pagine. Cambiate pure queste impostazioni come più vi pare e vi piace. Chrome non ha tantissime impostazioni per cambiare le fonts ma almeno ci dà delle opzioni necessarie.





In Firefox…cliccate in alto a destra ed andate quindi in Opzioni. Cliccate sull’icona contenuti. Vi ritroverete praticamente immediatamente con la scelta caratteri e colori con la quale potete cambiare le fonts in maniera molto più immediata di Chrome, selezionandone anche la dimensione, la colorazione e molto altro ancora. E’ decisamente molto personalizzabile e può dare un vostro tocco personale al browser.


In Internet Explorer…anche il morente browser della Microsoft ha le sue opzioni per cambiare le impostazioni delle fonts. Cliccate in alto a destra, ovvero verso la rotellina, e scendete fino ad opzioni internet. Una volta che s’è aperta la finestra cercate pure la scelta caratteri. Questa scelta non ha molte opzioni di personalizzazione ma ci permette comunque di cambiare le fonts in base ai nostri gusti.


Nel caso queste opzioni non ci soddisfino, esistono comunque delle estensioni per cambiare fonts in modo più esagerato. Per Chrome ad esempio esiste Font Changer (http://ift.tt/XFA8oO ) che è molto potente.





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11 febbraio 2015

Spieghiamo cos’è il 5G, molto in voga adesso.




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Al giorno d’oggi ancora si parla con molta d’insistenza del 4G e della LTE. Molte pubblicità continuano a dire che i propri cellulari sotto contratto sono 4G compatibile e permettono download a velocità astronomiche. E’ una mezza verità, ma considerando che l’Italia non è completamente coperta da questo tipo di linea, è tutto dire. Tuttavia molti si confondono sulla presenza della LTE. Molti chiamano LTE la “5G” ma in realtà è sbagliato.


LTE è una forma avanzata del 4G, un po’ come la 3G con HSPA+. Ad esempio il 3G di prima generazione, ovvero UMTS, supporta 7 mega di download. HSPA plus, l’ultima, 43 mega.





Ma non è esattamente delle differenze fra metodi di comunicazione che vogliamo parlarvi quest’oggi, bensì vogliamo rendervi chiara la presenza del 5G che è già sotto sperimentazione all’estero. Cominciamo col dire che non vedremo cellulari che supportano questa comunicazione se non poco prima del 2020, e che il 5G è definito come un cambio generazionale delle comunicazioni, ovvero cambierà tutto ciò che usiamo in un modo radicale.


Il 5G è definito come “mai morente” ovvero questo tipo di linea, una volta installato in zona, non ha zone dove non c’è campo. Questo può dare i suoi dubbi a chi ha sempre definito la presenza di linee potenti cancerogene per la salute, ma in fondo il tutto è ancora sotto sperimentazione. Detto e definito però, con questa linea possiamo comunicare con più persone senza alcuna interruzione e possiamo trasferire fino a…tenetevi…10.000 megabyte al secondo. Fate caso che la LTE-A, ultima revisione del 4G, trasferisce fino a 500 mega. Ma insomma in cinque anni sembra normale questo cambiamento.


Quando vedremo i primi cambiamenti? Nel 2015 usciranno alcuni cellulari che utilizzeranno una tecnologia capace di sfruttare diversi Modem interni che smisteranno la linea in modo efficace. Nel 2020 avremo un modem singolare capace di gestire tutta la potenza.





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Come impostare un avvio automatico di programmi con Windows




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Windows 8 è magnifico quando deve avviarsi. E’ rapido, intelligente e sui PC più nuovi sfrutta le tante accelerazioni nuove a 64Bit che sono uscite da qualche anno a questa parte. C’è però qualche dubbio: come possiamo aggiungere dei programmi nostri all’avvio? Certo, ci sono programmi che si aggiungono da soli all’avvio del sistema operativo o hanno qualche funzione per dire loro di avviarsi, ma non è possibile per tutti. Eppure c’è un modo, ed è quello che descriveremo noi per voi.


Nota: fate caso che questi programmi verranno principalmente avviati nella modalità scrivania, o Desktop. Se il programma ha qualche opzione particolare per il Metro, oppure se avete l’avvio integrato per solo Desktop, ignorate questa nota.





Prima di tutto è necessario che andiamo nella modalità scrivania, o Desktop. Se già ci siamo, controlliamo se il programma che vogliamo mettere all’avvio è già in formato collegamento. Basta che guardiamo l’icona d’avvio sul desktop: se in basso a sinistra mostra una freccetta blu, significa che è un collegamento al file d’esecuzione principale. Altrimenti vi consigliamo di trovare il file d’esecuzione del programma in sé e fare “Crea collegamento” usando il menu con il tasto destro del mouse.


Adesso basta che usiamo “copia” usando il tasto destro del mouse. Non ci rimane dunque che aprire Esegui. Essendo che Windows 8 e 8.1 non hanno un menu start adatto per questo, vi consigliamo di aprire Esegui con la combinazione WIN+R, ovvero usando il tasto bandierina più R.


Nell’indirizzo scriviamo shell:startup . Premiamo quindi invio. Se avete fatto tutto bene vedrete apparire la cartella di esecuzione automatica, che indica i programmi che si avviano automaticamente, in vecchio stile (dato che quelli più nuovi si impostano come servizio d’avvio o in altri modi). Fate adesso con il tasto destro “incolla” direttamente lì dentro e voilà, adesso il programma si avvierà ogni volta che Windows completerà il suo avvio.





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10 febbraio 2015

Come proteggersi dai bachi di flash. I nostri consigli




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Diciamoci la verità: l’HTML5 è il protocollo che vogliamo usare per riuscire a fare tutto ciò che vogliamo al giorno d’oggi, ma molti siti preferiscono ancora il caro vecchio Flash. E’ facile da imparare rispetto naturalmente all’HTML5 ed è ancora compatibile con una grandissima quantità d’applicazioni e giochi disponibili sul Web. Ma ormai sembra ovvio che non è più il primo Plugin del mondo per sicurezza e prestazioni. Pronto a crashare ed essere bucato da diversi virus, Flash si sta rendendo sempre più vulnerabile ogni giorno. Ecco qualche consiglio per proteggersi da problemi eventuali con Flash.


Abilitiamo il Click-to-Play. Se abbiamo Chrome, possiamo abilitare una funzione che si chiama Click to play. Ovvero, se vogliamo che qualcosa si avvii, ci clicchiamo sopra invece che lasciarlo avviarsi automaticamente. Per farlo, andiamo in chrome://settings/content . Il menu che ci verrà proposto ha diverse funzioni, ma quello che vogliamo abilitare in basso a Plug-in è Click to Play. Abilitato quello siamo più protetti da eventuali esecuzioni automatiche. Ricordatevi che alcune pubblicità integrate in servizi come Dailymotion riusciranno comunque a sbucare fra i rischi potenziali; perciò non mettete nella lista di eccezioni ogni singolo sito che credete sia sicuro.





Mantenete Flash in aggiornamento automatico. Almeno Adobe non è che vuole lasciare il loro plugin preferito in pieno abbandono: reinstallate il Plugin o al limite vedete se riuscite ad arrivare alle impostazioni di Flash (che sono in funzione di browser in browser, o semplicemente cercatelo nel pannello di controllo).


Tenete aggiornato il Browser ed il vostro Antivirus. Entrambi giocano un ruolo molto importante nella vostra protezione preventiva. Potete anche applicare protezioni passive con gli Hosts tramite Spybot S&D.


Fra le alternative, si può certamente disinstallare il plugin o disabilitarlo. Con Firefox ed Internet Explorer basta fare la disinstallazione del programma oppure toglierlo fra i Plugin. In Chrome, che c’è l’ha integrato obbligatoriamente, dobbiamo andare in chrome://plugins. Troviamolo e disabilitiamolo.





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9 febbraio 2015

Quante volte si formatta un Hdd. I nostri consigli.




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A volte con i PC vecchi ce lo chiediamo. Quante volte possiamo formattare effettivamente il nostro HDD? Ne vale davvero la pena fare la formattazione lenta oppure basta fare quella veloce, e se sì quanto incide sulla durata di vita del nostro Hard Disk? Mettiamo nell’equazione le ancora non popolarissime (ma comunque presenti in molti PC) SSD. Formattare o non formattare? Questo è il dilemma. Vediamo di risolverlo con qualche consiglio da parte nostra.


Formattare un HD o una qualsiasi unità di memoria non è niente d’incredibilmente speciale, anzi: richiede semplicemente una riscrittura di dati “vuoti” per fare in modo che l’HD risulti vuoto, in modo semplice o in modo complesso. Esistono due modi in cui possiamo formattare un nostro dispositivo:






  • Formattazione veloce – quella ormai classica, usata da molte installazioni o programmi. Richiede meno di un minuto ed elimina semplicemente le tabelle che indicano la quantità di dati presenti ed altre statistiche. Eliminando questo non significa eliminare tutti i dati per davvero, però. Sono infatti ancora recuperabili. Facendolo più volte si eliminano ulteriori possibilità di recupero.

  • Formattazione normale – lenta, pacata, che richiede molte ore se un HDD è sopra i 500Gb. Ciò però assicura l’eliminazione completa di ogni dato sul disco, rendendo il lavoro di recupero molto più difficile. Oltre ad eliminare le tabelle, riscrive tutto il disco per intero.


Ora per dirla particolarmente chiara: non è possibile purtroppo quantificare quante volte si può formattare un HDD prima che si rompa, ma fate sempre caso che in un SSD è sconsigliatissima la formattazione. Come mai? Perché formattare, come già specificato, richiede una grande quantità di riscritture. Non è un’operazione per nulla speciale e richiede solo di riscrivere altri dati, però vuoti, all’interno della memoria.


Tuttavia, formattare un qualsiasi disco incide parecchio sulla sua durata totale nel tempo. E’ come usarlo per un mese di continuo. Formattate il vostro disco quando perciò è proprio necessario per farlo durare di più.





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8 febbraio 2015

Alcune utili impostazioni del router. Quello che spesso non si sa.




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Il nostro Router può uscire ricco con varie impostazioni che a volte non riusciamo a capire. Basta guardarci intorno per assistere a tanti modi per migliorare la velocità o la sicurezza, ma d’altro canto non sappiamo nemmeno da dove iniziare. Ecco qualche consiglio che possiamo darvi in base alle impostazioni che potete notare nel Router…


Nota ricordate che potete accedere al Router tramite il suo IP usando il Browser. Per trovare l’IP del vostro router potete semplicemente cliccare con il tasto destro sulla vostra connessione, Ethernet o Wifi che sia, andare su centro connessioni, cliccare sulla connessione a destra e quindi dettagli. Il Gateway è l’IP del vostro router. Solitamente è 192.168.1.1.


Vedere chi è connesso…solitamente sul vostro router potete controllare chi è connesso. Potete trovare il tutto nelle statistiche di rete o in un menu denominato DHCP. Va di router in router, ma ogni singolo router ha una lista di PC o dispositivi che sono stati connessi in quel momento o in passato.





Canali Wifi…è importante controllare quale canale Wifi usiamo. Perché? Se molti router nella nostra zona utilizzano lo stesso canale Wifi, ci ritroveremo con molta interferenza e perciò una riduzione di velocità. Per controllare quale canale utilizzano gli altri router è importante utilizzare Wifi Analyzer (per Android) o InSSIDer (per Windows).


QoS…Quality of Service. Quest’impostazione garantisce che dei programmi ricevano meno banda rispetto ad altri. Ad esempio, Torrent può ricevere il 20% della vostra banda mentre il restante va per la navigazione Web. E’ estremamente importante per dirigere il traffico come desiderate voi.


Server DNS…se vi scoccia cambiare server DNS al vostro PC principale, potete sempre provare a cambiarlo nel Router. Sì, potete mettere il DNS di Google o OpenDNS direttamente nel vostro Router così da velocizzare e rendere più sicura la vostra linea.


Riavviare…o alcuni router ancora in inglese, definito Reboot. Quest’opzione serve per riavviare il Router e può essere molto utile quando si hanno problemi di navigazione e magari è bene sincronizzarsi ad un IP dinamico migliore.





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Adidas Confirmed, prenotate le sneakers senza fare la coda




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Uno dei più importanti marchi dell’abbigliamento sportivo, ovvero Adidas, si è lanciato con forza sul mercato delle applicazioni, lanciando il nuovo titolo Confirmed.


Confirmed è un’app che non dirà nulla a molte persone, ma sarà decisamente utile per tante altre, visto che permetterà di evitare la fila nel momento in cui ci si reca da Foot Locker.


Nel momento in cui la realtà si trasferisce a livello virtuale, anche la coda lo può facilmente diventare. Non ci saranno più attese all’interno dei negozi per portarsi a casa un determinato prodotto piuttosto che un altro. Grazie all’app Adidas Confirmed, finalmente, gli utenti che adorano recarsi da Foot Locker per fare acquisti potranno finalmente evitare qualsiasi tipo di coda fino all’esterno del negozio e riservare il proprio paio di scarpe tanto atteso tramite un semplice e veloce click.


Intendiamoci, visto che la coda non scomparirà con un tocco magico, ma più precisamente verrà reindirizzata all’interno di questa nuova applicazione, per evitare che si formi nella realtà.





Tutti coloro che amano le sneakers, quindi, avranno finalmente la possibilità di portarsi a casa il proprio paio di scarpe preferite senza dover attendere qualche ora all’interno del negozio.


Quindi, gli utenti dovranno scaricare l’app Confirmed sia per dispositivi mobili iOS che per Android, registrando i propri dati personali e poi aspettare che arrivi la prima notifica push, grazie alla quale potrete ottenere tutte le informazioni relative a prenotazioni, giorni di apertura ed orari.


Per prenotare il paio di sneakers desiderato è sufficiente mandare in esecuzione l’app, prenotare la taglia, il modello e poi il negozio in cui avverrà il ritiro: aspettate la conferma e poi correte a comprarle.




Adidas Confirmed Scarichiamo


Adidas Confirmed


2.5

Evitare le code in negozio è possibile





Funzionalità

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Qualità/Prezzo

rateduakoma




Feedback

ratetiga





Quanti problemi con la geolocalizzazione e non solo..da mettere a posto al più presto.




























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