31 dicembre 2015

Come scaricare video da Facebook

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facebook-videoFacebook è sempre più un veicolo dell’intrattenimento. Non solo social networking e rimpatriate con vecchi amici, ma sul sito di Zuckemberg circolano ogni giorno milioni di video di tutti tipi: dai video musicali, a quelli divertenti, fino a passare per cortometraggi o documentari. Una domanda che si fanno in molti è se sia possibile scaricare video da Facebook. Ebbene un modo c’è, anzi, ce ne sono diversi.

Scaricare video da Facebook tramite Chrome

Un primo metodo per scaricare video da Facebook se si utilizza uno smartphone Android è davvero semplice. Tutto quello che serve è entrare in Facebook tranne il browser Chrome, trovare il video che si vuole scaricare e premerci sopra a lungo, fino a che non compaia l’opzione “Salva il video”. Una volta pigiato sulla scritta, partirà immediatamente il download e il video sarà disponibile sullo smartphone e sarà possibile guardarlo ogni volta che se ne avrà voglia.

Scaricare video da Facebook tramite ES Gestore File

Un secondo metodo per scaricare video da Facebook consiste nell’usare un’app in grado di farla. In questo senso, fa al caso nostro ES Gestore File, un’app di gestione che ha molte funzionalità interessanti, tra cui quella che serve a noi ora. L’app, infatti, presenta al suo interno un browser che consente di scaricare i video da internet direttamente sullo smartphone o sul tablet. Quello che occorre fare è scaricare ES Gestore File (gratis per Android) dal Play Store, installarlo e andare nella Homepage del programma, dove nella sezione Segnalibri, si troverà già Facebook salvato. Per scaricare video da Facebook sarà sufficiente premere play,m aspettare che si avvii e poi premere al lungo su di esso, fino a che non compaia il menu a tendina con le opzioni “Salva” e “Condividi”. Premuto su Salva, partirà il download e una volta completato, il video sarà disponibile sul dispositivo.



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Modi per aprire Prompt dei comandi in Windows

CMD Windows

Command prompt windows

Può letteralmente servire per tutto ed è l’unica cosa rimasta dall’era DOS: è il prompt dei comandi, che ci serve regolarmente per accedere ad alcune funzioni più approfondite del sistema operativo. Grazie ad esso possiamo infatti scansionare il disco rigido in una maniera più potente o controllare gli IP della nostra rete. Ma come possiamo entrare nel prompt? Ecco i tanti modi per farlo.

Usate la combinazione WIN+X. Questo aprirà il menù di funzioni aggiuntive (Power menu) con il quale potrete aprire il prompt dei comandi (Amministratore).

Usate il Task Manager (conosciuto come gestione attività). Apritelo con la combinazione CTRL+SHIFT+ESC. Andate su File e su Esegui nuova attività. Digitate cmd o cmd . exe. Ulteriore trucchetto: se cliccate su Esegui nuova attività tenendo premuto CTRL, s’aprirà direttamente il prompt dei comandi! CMD verrà avviato come amministratore.

Usate Cerca. Potete aprirlo con la combinazione WIN+S o cercando nel menù start. Digitate CMD o prompt dei comandi. Cliccate con il destro sul file e apritelo come amministratore. Se non lo fate verrà aperto senza permessi speciali.

Trovatelo attraverso Explorer. Potete trovare CMD direttamente sotto Windows\System32. Alternativamente il programma è anche presente nel menù start, sotto le app di sistema. Ricordate di usare il tasto destro ed avviarlo come amministratore.

Usate Esegui. Potete aprirlo con la combinazione WIN+R. Digitate al suo interno cmd o cmd . exe. Verrà avviato come amministratore.

Usate il menù file. Se volete aprire il prompt dei comandi direttamente in un percorso, potete aprirlo attraverso File-Prompt dei comandi direttamente dalla cartella. Potete avviarlo sia come normale che come amministratore, dalla scelta del menù.

Usate un collegamento. Usate il tasto destro in una cartella o sul desktop e create un collegamento. Potete sia specificare il percorso completo che semplicemente CMD . exe.

Naturalmente ricordatevi di avviarlo separatamente come amministratore, oppure assegnate nelle proprietà l’opzione d’avviare sempre il programma come amministratore.



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30 dicembre 2015

Canone RAI disdetta dalla bolletta ENEL: la prima soluzione la offre il web

canone rai nella bolletta enel

Come è noto, il canone RAI è stato integrato nella bolletta della luce. Dunque, una delle imposte più evase dai contribuenti italiani (e forse, una delle più ingiuste) viene ora obbligatoriamente assolta mediante un importo da pagare nella bolletta ENEL o del gestore luce utilizzato.

canone rai nella bolletta enel

Sicuramente non siete contenti e molti di voi sono già sul piede di guerra pronti, giustamente, a presentare ricorso o eventualmente attestare e dichiarare di non essere in possesso di televisore. E stavolta, mai come in passato, le soluzioni provengono in primis dal web.

Canone RAI 2016 nella bolletta Enel o del gestore luce: come fare disdetta

dall’uscita ufficiale della legge che prevedeva il pagamento della tassa di possesso sugli apparecchi televisivi i post e le soluzioni si sono moltiplicati su Facebook e sugli altri social, nonchè su numerosi siti web più o meno blasonati.

In linea di massima, la procedura da utilizzare per evitare di dover pagare il canone RAI nella bolletta ENEL è quella di inviare una dichiarazione di autocertificazione del mancato possesso della TV, secondo il sottonotato modello:

 

Dichiarazione sostitutiva di certificazione (art. 46 D.P.R.28 dicembre 2000 n. 445 )

Indirizzi:

  • Spett.le Agenzia delle Entrate Ufficio territoriale di Torino 1  S.A.T.  Sportello Abbonamento TV Casella postale 22 – 10121 Torino (To);
  • Spett.le Società dell’Energia Elettrica Enel Casella Postale 1100 85100 Potenza

RACCOMANDATA A.ROggetto: autocertificazione di non possesso del televisore; esenzione dal pagamento del canone Rai 

Il/la sottoscritta _______ nato/a _____ il _______, cod.fis. __________ residente a ___ Prov __ , via —______ C.A.P. ____, documento di identità _____________ nr . rilasciato da ______ il _____

 

consapevole che chiunque rilascia dichiarazioni mendaci è punito ai sensi del codice penale e delle leggi speciali in materia, ai sensi e per gli effetti dell’art. 46 D.P.R. n. 445/2000

 

DICHIARA

 

di non avere il possesso di alcuna televisione con riferimento all’utenza di energia elettrica di cui al contratto n.cliente ____________ stipulato in data ______ con la società ENEL (o altro _______)  relativo all’immobile sito in _____ (__) via _____, Cap ___.

Per questo motivo ritiene di non dover pagare alcun tributo per qualcosa che non ha e che non utilizza. Chiede, contestualmente, che si provveda alla cancellazione del proprio nominativo dai Vostri archivi centrali.

Rimanendo comunque a disposizione per Vostre ulteriori richieste di chiarimento, porge cordiali saluti.

Data e Firma _______________

Cosa ne pensa il web? Sicuramente, l’aspetto più significativo rilevabile dalla rete è quello critico nei confronti del provvedimento: perché essere costretti a dichiarare di non possedere qualcosa, per evitare di essere automaticamente tassati? Le associazioni di consumatori, nel contempo, sono già sul piede di guerra.

Canone RAI 2016 seconda casa, e molti altre domande

Sono molte poi, le annose questioni relative ai diversi casi e alle modalità di assolvimento dell’imposta. In tutti i casi, non è previsto il pagamento nel caso di – immobile adibito a seconda casa, residenza estiva o immobile dato in locazione. Esistono, poi, ulteriori casi di esenzione. E voi, avete già inviato la raccomandata con ricevuta di ritorno per evitare di dover pagare, nel 2016 il canone rai nella bolletta della luce?

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Come usare Google Maps offline

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Screenshot_20151230-163217Gli smartphone sono ormai fidati compagni di viaggio. Grazie al gps integrato è stato infatti possibile accantonare tomtom e navigatori ed utilizzare lo smartphone anche come guida durante i viaggi per destinazioni sconosciute. Se da un lato, in questo modo è stato possibile ridurre i costi, (acquistando il telefonino si ottiene anche il navigatore integrato) è pur vero che si consuma molto traffico dati, spesso prezioso, vista la tendenza degli operatori italiani ad offrire pochi giga al mese. Il navigatore più utilizzato sugli smartphone Android, e probabilmente su tutti gli smartphone in generale, è Google Maps, diventato un must grazie alle sue tante funzioni essenziali come il live feed sul traffico ma che potrebbe ancora essere migliorato. Al contrario di alcuni suoi concorrenti, infatti, Google Maps non presenta la possibilità di poter scaricare le mappe intere di un paese, ma ha recentemente introdotto la possibilità di salvare offline le mappe di determinate aree o luoghi scelti dall’utilizzatore.

Come attivare Aree offline su Google Maps

Chi vuole utilizzare Google Maps offline, infatti, può approfittare della funzione “Aree offline”. Questa funzione può essere utile se si sa già in precedenza dove si vuole andare e si può usare il wi-fi per scaricare il percorso: non è come avere l’intera mappa sullo smartphone da utilizzare quando necessario, ma può sicuramente risultare utile. L’opzione Aree offline permette di scaricare la mappa dell’area intorno alla destinazione, il che lo rende anche utile in caso di viaggio all’estero dove magari non si ha a disposizione il traffico dati. Per poter procedere, come prima cosa si deve inserire l’indirizzo di destinazione, dopodiché si potrà procedere cliccando sul tag rosso della destinazione e premendo su “Scarica”. Partirà il download sullo smartphone e la mappa sarà disponibile accedendo al menu Aree Salvate all’interno del menu a tendina che compare cliccando sulle tre rette orizzontali.



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Come riparare HDD d’un Mac con OSX

HDD Mac

Hard Disk OSX

E’ facile trovarsi con dei Mac vecchi d’anni con un hard disk ancora perfettamente funzionante nonostante l’età, visto il modo con cui il sistema operativo seleziona i files e ne fa una manutenzione particolarmente efficace. Nonostante tutto però, dell’eccezioni possono presentarsi ed in particolare anche i Mac possono rompersi. Ma è possibile comunque tentare una riparazione anche usando gli strumenti di sistema: vediamo cosa possiamo fare per attuare questi controlli.

Usate l’utilità disco. Usando la combinazione Command+Spazio è possibile richiamare la funzione di ricerca Spotlight. Cercate attraverso Spotlight “Utilità disco” o “Disk Utility”. Questo farà apparire un programma che possiamo usare per riparare HDD di qualsiasi tipo, in particolare naturalmente quello del nostro Mac. Potete sia riparare partizioni individuali o tutto il disco (il quale è consigliato se non sapete da dove arriva il danno). La funzione che cercate è Pronto Soccorso o First Aid, il quale applica tutte le funzioni necessarie per riparare i danni. Quando avete finito, controllate se c’è una frase che dice che il codice d’uscita è “0”. Questo significa che il controllo è riuscito senza problemi.

E se il sistema operativo non parte? Potete tentare di avviarlo in modalità provvisoria. Quando il Mac s’avvia tenete premuto il tasto Shift. Quest’avvio include tutti i controlli di sistema, perciò non è necessario avviare utilità disco una seconda volta.

E se tutto ciò fallisce? Potete tentare l’avvio in Recovery. Quando il Mac è in avvio tenete premuta la combinazione Command+R. Questo farà avviare Recovery: se vedete una barra di caricamento rilasciate immediatamente i tasti. Qualche minuto dopo vi verrà presentata la schermata con tutti gli strumenti che potete utilizzare. Andate dritti per l’utilità disco.

Per i soli esperti: farlo nel prompt dei comandi. Questo può essere necessario se tutto questo fallisce. Tenete premuti Command+S all’avvio del Mac. Vedrete una serie di scritte, come se fosse una schermata DOS. Digitate questo comando una volta che ha finito: /sbin/fsck -fy . Se vedrete un messaggio che dice che il file system è stato modificato, allora la riparazione avrà avuto effetto.



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29 dicembre 2015

Fotocamera smartphone: tutto quello che c’è da sapere

Smartphone camera

Fotocamera smartphone

Viene usato spesso e molti dicono che sta sostituendo le fotocamere digitali. E’ la fotocamera smartphone, ovvero quella inclusa nel nostro cellulare. Ne abbiamo due: quella principale, sulla schiena del cellulare, e quella frontale, che viene utilizzata per i selfie. Solitamente quest’ultima è più debole, ma ci sono piccole eccezioni. Ma fin quanto conosciamo questo dispositivo? Fa delle foto e dei video, ok, ma cos’altro c’è da sapere? Ecco una piccola guida creata in ambito.

Megapixels…conosciuto anche come MPX, è la definizione di quanti pixel può contenere una singola foto. Solitamente molto utilizzato per dimostrare quanto potente è la fotocamera. Quel che ci garantisce generalmente è che fare foto con molti Mpx ci da la possibilità di modificare l’immagine senza provocare sgranature e più è alto il numero e maggiore è la qualità. Nonostante ciò, è possibile ottenere foto migliori anche da fotocamere da 12Mpx contro quelle da 20. Il che ci porta al prossimo pezzo…

Sensore…per metterla chiara: più è grande, meglio è la qualità. Solitamente nei cellulari al dimensione è d’un terzo d’un pollice. Ma in alcuni casi il sensore può essere grande quanto un pollice. Ciò significa che fra due fotocamere dello stello livello di Megapixel, quella con il sensore più grande farà la foto migliore.

CCD e CMOS…è invece il tipo di sensore. Il CCD è il vecchio tipo, mentre CMOS è quello più nuovo. Non servono particolari teorie in termine: è sempre meglio il CMOS come sensore.

Apertura…questo indica invece quanta luce verrà fatta passare quando si fa la foto. Si possono fare foto migliori con certi metodi d’apertura al buio senza flash, compresa anche la messa a fuoco.

ISO…più è alto e maggiore è la sensibilità della fotocamera alla luce. Naturalmente un numero molto alto non garantisce la miglior foto possibile, dato che crea molto “rumore”, che è un effetto neve che si manifesterà sulla foto.



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28 dicembre 2015

Come creare ologrammi con lo smartphone

ologrammi

Qualche tempo fa circolavano in rete alcune notizie secondo le quali alcuni grandi produttori di smartphone come Apple e Samsung avessero in cantiere smartphone in grado di poter proiettare veri e propri ologrammi (per chi non lo sapesse, gli ologrammi consistono nella riproduzione tridimensionale di un’immagine). Questi rumors si sono poi dimostrati infondati, almeno fino a questo momento, tuttavia con un po’ di ingegno e qualche oggetto, è possibile creare ologrammi con lo smartphone, quali che siano i modelli e i marchi.

Cosa serve per creare ologrammi con gli smartphone

Per poter creare ologrammi con lo smartphone è necessario creare una piccola “lente” molto semplice da assemblare. Tutto quello che serve è:

  • della plastica rigida trasparente come quella usata per racchiudere i cd;
  • delle forbici
  • un foglio di carta a quadretti
  • un taglierino
  • colla (oppure scotch)

Creare ologrammi con lo smartphone in pochi passi

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Come prima cosa, per creare ologrammi con lo smartphone in pochi passi, andiamo a creare un trapezio aiutandoci con i quadretti e magari un righello. Il trapezio deve avere il lato minore di 1cm, quello maggiore di 6cm e un’altezza di 3,5 cm. È possibile anche scegliere misure diverse purché vengano rispettate le proporzioni delle lunghezze indicate qui. Una volta completato, andiamo a ritagliare il trapezio ed usiamolo per tracciare i contorni della figura sulla plastica, che poi andremo a ritagliare usando il taglierino. Avremo bisogno di quattro trapezi di plastica, che andranno uniti per formare una piramide, usando della colla oppure lo scotch. Creata questa sorta di piramide, tutto quello che bisognerà fare per creare gli ologrammi con lo smartphone sarà poggiare la piramide al centro dello schermo dello smartphone e far partire il video che si vuole vedere in tre dimensioni. Su Youtube esistono dei video appositi che rendono l’effetto al massimo, inoltre si consiglia di usare plastica più trasparente possibile, evitare di usarla se graffiata, e anche il vetro può andare bene ma attenzione a maneggiarlo!

 



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Come abilitare il ripristino di sistema in Windows 10

Ripristino di sistema 10

Windows 10 ripristino

Detto francamente, la Microsoft sta tentando di cambiare molti standard nel proprio sistema operativo Windows 10. Fra queste, le opzioni di recupero dati in caso di problemi. Tutte le nuove opzioni sono state introdotte, ma alcune vecchie sono state d’altro canto messe via. Ad esempio, il ripristino sistema non è più in funzione. Questa funzione è stata introdotta dai tempi del disastroso Windows ME ed è stato poi migliorato e riproposto in Windows XP, 7 e 8. Quel che fa naturalmente è memorizzare gran parte del sistema operativo ogni tanto per fare in modo che in caso di problemi si può tornare indietro, prima delle modifiche, e si può perciò continuare a lavorare.

Come mai questo non è più presente? Per farla breve la Microsoft sta tentando d’ottimizzare Windows 10 sia nelle prestazioni che nello spazio di cui ha bisogno. Vogliono rendere questo sistema operativo capabile di funzionare in 16Gb di spazio e senza bisogno di controllare e memorizzare ogni singolo file, così da rendere più veloci le operazioni. Ma se proprio vogliamo riprendere il ripristino di sistema, si può fare?

Attualmente, sì. Il programma è infatti installato nel sistema operativo e si può riconfigurare appositamente. Per prima cosa però diciamo che è possibile trovarlo solamente nel pannello di controllo e non nell’app “Impostazioni” di Windows. Come possiamo trovarlo facilmente? Consigliamo di aprire il menù start e cercare “Ripristino” o “Restore” in questo modo apparirà fra i programmi disponibili quello del ripristino sistema.

All’interno del programma potete configurare e creare i prossimi punti di ripristino, facendo caso che naturalmente non esistono punti di ripristino più vecchi (è stato disabilitato dall’inizio in fondo) perciò inizierà a crearne dal momento in cui lo ri-abiliterete. Considerate sempre lo spazio che deve avere a disposizione: se il vostro HDD è bello grande e non vi da fastidio un piccolo rallentamento in più nelle operazioni, dategli pure un po’ di spazio per i punti di ripristino necessari.



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27 dicembre 2015

Cosa sono i file Thumbs.db, Desktop.ini e .DS_store?

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Thumbs

In ogni sistema operativo che si rispetti ci sono dei file nascosti fatti apposta per gestire meglio l’ordine d’un certo tipo di media. Il punto però è che non sappiamo esattamente quali sono e per quale scopo sono lì. Ecco qualche piccola spiegazione sui file Thumbs.db, Desktop.ini e .DS_store che sono fra i più comuni trovati in giro per il nostro computer.

Cos’è Thumbs.db? Se avete abilitato la visualizzazione dei file nascosti o state usando un programma per la pulizia che v’indica i file in modo preciso, noterete questo Thumbs.db in diverse cartelle. Per esteso si chiama Thumbnail Database e memorizza al suo interno le anteprime delle immagini in modo che non appena visitiamo una cartella Windows non deve leggere di nuovo ogni singolo file per visualizzarle. Con questo sistema c’è potenzialmente qualche problema, come la visualizzazione di vecchie anteprime o qualche guardone che può trovare le anteprime in qualche vecchio thumbs dimenticato. E’ possibile disattivare questa funzione ma naturalmente rallenterete Windows in una maniera drastica soprattutto se avete molte immagini nel vostro PC che andrete a visualizzare ogni tanto.

Cos’è Desktop.ini? Questo è un file che non solo è nascosto, ma è anche protetto dal sistema operativo (per via del fatto che alcuni virus in passato lo sfruttavano a loro vantaggio). Questo file registra la posizione delle icone e delle cartelle sul nostro Desktop e senza di lui ci ritroveremo sempre con una configurazione a colonne o comunque disordinata per il noi. Memorizza anche informazioni personalizzate su alcune cartelle. Non c’è un modo chiaro per fermare questa funzione e non è nemmeno consigliato farlo.

Cos’è .DS_store? Questo lo troverete in alcuni archivi compressi ed in particolare lo troverete in giro per il sistema operativo OSX dell’Apple. Ogni cartella di regola ha un .DS_store per memorizzare icone personalizzate, informazioni ed altro ancora. Una sorta d’evoluzione del Thumbs.db e Desktop.ini dato che combina entrambe le funzioni e le utilizza per ogni cartella senza attualmente ingolfare il sistema operativo.



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26 dicembre 2015

Come utilizzare DosBox per giocare a vecchie glorie

come usare dosbox

Dosbox giochi

Giocare ai vecchi titoli per Dos al giorno d’oggi sembra un po’ difficile, specialmente se consideriamo che man mano i nostri sistemi operativi si sono staccati da quella piattaforma. Al giorno d’oggi però l’emulazione è molto più avanzata e ci permette di giocare finalmente a qualche vecchio titolo usando il glorioso DosBox. Ecco qualche utile istruzione per usarlo.

Nota: naturalmente vi offriamo l’emulatore ma non i giochi, molti di questi hanno diverse licenze. Alcuni giochi sono ancora commercialmente disponibili ed è perciò vietato scaricarli e giocarci. Tuttavia potete cercare siti di Abandonware per scaricare qualche gioco che utilizza questo “punto grigio” legale della faccenda.

Prima di tutto scaricate Dosbox da qui.  Installate il programma ed avviatelo. Di Default è impostata una scheda sonora sound blaster 16 come standard (ai vecchi tempi era molto più complicato fare un setup d’un gioco)

Per giocare in maniera fluida serve un PC non esattamente potente, ma comunque abbastanza odierno. Alcuni giochi comunque hanno una compatibilità diminuita rispetto ad altri, perciò non disperatevi troppo se non partono o hanno problemi, a volte serve per forza un computer dell’epoca.

Posizionate il vostro gioco nella vostra unità principale (qualcosa tipo c:\Giochidos\nomegioco). E digitate questo comando:

Mount f c:\giochidos\nomegioco

Questo monterà la cartella del gioco nell’unità F. Digitate ora F: e vi ritroverete direttamente nella cartella. Ora si tratta di controllare quale file avvia il gioco, con il quale potete controllare usando il comando DIR (Dir *.exe / Dir *.bat). Questo comando vi darà degli elenchi. Provate i vari file exe o bat ed eventualmente troverete il file d’avvio del gioco.

Ricordatevi che con CTRL+F11 / F12 potete aumentare e diminuire la velocità della CPU di DosBox, così da ottimizzare la vostra esperienza di gioco. Con AltGr+Invio potete passare alla modalità pieno schermo.

Se tutto questo vi risulta troppo difficile potete trovare una soluzione automatizzata come un Frontend, fra i quali DBGL.



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Trasferire contatti da un cellulare all’altro: i metodi

Trasferire contatti cellulare

Contatti cellulare

Quando compriamo un nuovo cellulare, abbiamo un piccolo problema: i nostri contatti. Numeri in particolare, che troviamo difficile da passare tutto in una volta. Ma in realtà le cose sono state rese molto facili da un bel po’ di tempo, perciò vediamo come trasferire contatti in maniera facile e veloce.

Usando la sincronizzazione Google…questo è un metodo generale che ci permette di trasferire i nostri contatti semplicemente usando la sincronizzazione del nostro account Google. Può funzionare con Android e iOS. Basta aggiungere un account ed inserire tutti i dati necessari e la sincronizzazione avrà luogo.

Attraverso la MicroSD…molti cellulari permettono il backup dei contatti nella MicroSD, specialmente quelli Android. Fatevene un backup, estraete la MicroSD e perciò andate ad inserire la scheda nel cellulare nuovo. Con un po’ di pazienza troverete l’opzione per ripristinare i contatti usando il backup del cellulare vecchio.

Attraverso la SIM…è ancora possibile esportare tutti i contatti sulla SIM, ma dovete far caso che vi è un limite di 200 contatti. Inoltre su Lollipop questa funzione è parecchio limitata. Ma se nient’altro sembra funzionare e dovete passare soprattutto i nostri numeri da un Android ad un iOS senza usare un account Google, questo è un sistema valido.

Usando sistemi della marca…se tutto ciò fallisce, controllate la marche dei vostri cellulari. La Motorola, la Sony, la Samsung, l’HTC e LG propone i propri programmi ed Apps per trasferire i nostri numeri da un cellulare all’altro.

E se proprio tutto questo fallisce, potete sempre disporre del vecchio antico sistema del “Carta e penna” ma naturalmente è un opzione molto scomoda e antiquata, per il quale consigliamo proprio di ritentare i metodi più su se non sono andati bene la prima volta…

E se sono messaggi SMS? Potete scaricare SMS Backup & Restore qui. Un programma piccolo ma utile per salvare e ripristinare i nostri messaggi.



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24 dicembre 2015

Come scovare i dettagli di rete in Windows, Mac ed altri

Scheda di rete dettagli

Dettagli di rete

Di regola è facile andare in navigazione o in rete, usando un semplice cavo o un passphase Wifi…ma se attualmente vogliamo sapere di più? I dettagli di rete non sono esattamente al tocco del clic, ma possiamo comunque richiamarli al nostro volere sapendo almeno in gran parte il percorso giusto.

Su Windows…cominciando da Windows 10, potete controllare i dettagli di rete velocemente se siete connessi al Wifi. Cliccate sull’icona del Wifi in basso a destra e quindi sul nome della rete. Altrimenti potete sempre andare nelle impostazioni e selezionare Rete (O in certi casi Rete & Internet). Per ogni scheda di rete basterà cliccare su opzioni avanzate per visualizzare delle informazioni aggiuntive. Se avete 7 o 8.1 (questo funziona anche su 10!) potete sempre aprire il Prompt dei comandi cliccando con il tasto destro sulla bandierina in basso e digitando ipconfig. Potete aprire il Prompt anche aprendo Esegui con la combinazione WIN+R e digitando CMD. Potete sempre andare in pannello di controllo, Rete e Internet, Connessioni di rete, modifica impostazioni scheda. Premete con il tasto destro e quindi scegliete Stato. Perciò cliccate su Dettagli.

Su OSX…sul nostro Mac la faccenda è molto più facile. Tenete premuto il tasto Opzione e cliccate sull’icona del Wifi. Verranno visualizzate tutte le informazioni sulla connessione. Potete anche trovare delle informazioni sotto Impostazioni, Rete, avanzate e TCP/IP.

Su iPhone e iPad…potete aprire un menù d’informazioni andando nelle impostazioni del Wifi e premendo l’icona “I” che troverete sullo schermo. Verranno visualizzate tutte le informazioni subito dopo.

Su Android…dipende dalla versione di Android, ma in generale potete trovare delle informazioni cercando la scelta “Avanzate” all’interno delle impostazioni di rete (a volte è sia nel menù, in altre versioni dovete aprire la scelta con il tasto Menù). Le informazioni possono essere presenti in qualsiasi altra posizione, dato che dipende dalla versione di Android e la sua personalizzazione (TouchWiz, EmotionUI, ect..)



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23 dicembre 2015

I migliori store cinesi online

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honorLe ragioni per poter voler acquistare prodotti tecnologici cinesi sono numerose: prezzo ridotto, catalogo infinito e soprattutto la possibilità di trovare buoni prodotti alternativi a quelli diffusi nel nostro Paese. Esistono numerosi store cinesi online che spediscono anche all’estero e nel nostro Paese e ovvi vi proporremo i migliori tra di essi, quelli sicuri.

Attenzione: molti dei migliori store cinesi online possiedono magazzini in Europa o in Italia da dove spedire la merce, ma se così non è, l’acquirente può essere soggetto al pagamento dell’IVA e dei dazi all’importazione, per questo motivo è sempre bene leggere su ciascun sito quali sono le condizioni di spedizione.

La lista dei migliori store cinesi online

Il numero dei siti online che vendono prodotti dalla Cina sono davvero tanti e tra questi, i migliori spesso hanno caratteristiche o offerte speciali che li differenziano dagli altri, rendendo utile fare un giro tra tutti gli store se si è alla ricerca di qualcosa, in modo da assicurarsi di aver trovato il prezzo migliore occhio anche alle modalità di pagamento e di spedizione, che possono variare e che sicuramente possono influire sulla scelta. Detto questo, la nostra lista dei migliori store cinesi online comprende:

  • AliExpress: è la versione internazionale del colosso cinese di acquisti e-commerce, la cui forza è seconda solo ad Amazon. Ha un catalogo praticamente infinito, dall’abbigliamento ai grandi elettrodomestici, passando per oggetti per la casa, smartphone, accessori. I prezzi sono davvero bassi, indicati in dollari. Il sito, oltre ai venditori autorizzati, consente anche agli utenti privati di vendere ciò che si preferisce, con un meccanismo simile a quello di e-bay. Unica nota negativa è che al momento il sito non supporta paypal.
  • Honorbuy: rientra tra i migliori store cinesi online perché è il sito d’obbligo per l’acquisto di smartphone cinesi come Xiaomi, One Plus, Meizu e Huawei, gadget e pezzi di ricambio. Il sito accetta tutti i principali metodi di pagamento, come carte di credito, bonifico ma anche paypal, e offre una garanzia di due anni proprio come previsto dalla legge italiana.
  • Grossoshop: è uno store cinese online creato da italiani residenti lì. Il sito offre spedizioni dalla Cina senza costi di dogana entro 24-48 dal pagamento, magazzino in Italia con possibilità di consegna in Italia e garanzia di due anni sui prodotti.
  • GearBest: è uno tra i migliori store cinesi online in materia di tecnologia e hi-tech. Sul sito sarà possibile trovare tutto quello che rientra nella categoria dell’elettronica, dagli smartphone a prezzi stracciati fino ai droni. Il sito supporta i pagamenti tramite paypal, e offrre vari servizi di spedizione, che sono normalmente gratuiti, ma comprendono tempi di spedizione che vanno dai 25 ai 50 giorni.
  • Banggood: è uno store creato nel 2004 che offre oltre 70.000 prodotti che variano dalla tecnologia ai prodotti per la casa. Lo store si pregia della qualità dei prodotti e della sua assistenza clienti, inoltre dispone di magazzini anche in Europa che garantiscono consegne più rapide rispetto ad altri concorrenti.
  • Geekvida: sicuro, veloce, conveniente. Il sito offre spedizioni gratuite per acquisti dal valore superiore ai 35€, inoltre ha magazzini anche in Europa e permette di verificare direttamente quali prodotti siano presenti all’interno dell’Unione Europea, e sui quali quindi non dovranno essere pagate le spese di dogana, tramite la sezione “Merce in Europa”.
  • Ibuygou: uno tra i migliori store cinesi online esistenti, soprattutto per chi è alla ricerca di smartphone delle case orientali come Xiaomi. Il sito offre sconti e prezzi davvero bassi, oltre a consegne in 3 o 5 giorni tramite corrieri come DHL o FedEx.


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Come nascondere apps e files in Android

Nascondere Android

Nascondere files

Il nostro Smartphone è il nostro unico hub d’informazioni ed abitudini. Man mano nelle nostre vite ci facciamo di tutto, probabilmente travisando anche cose personali che non vogliamo far vedere a nessuno. Si rende perciò necessaria la pratica di nascondere apps e files nel nostro Android. Ecco i metodi che potete utilizzare:

AppLock…è un programma che ti permette di proteggere programmi e zone precise del cellulare con password o percorsi. E’ la prima difesa che possiamo attuare e rimane un app molto utile per lo scopo che abbiamo in mente. Potete scaricarlo da qui.

Andrognito…invece è fatto per tutti i vostri files. E’ un programma facile da usare con una grafica molto semplice. Veloce da utilizzare, potete proteggere con una password tutti i vostri contenuti che ritenete necessari da nascondere. Potete scaricarlo da qui.

Smart hide calculator…è invece qualcosa di meno “ovvio”. Si tratta d’un programma che si nasconde sotto un app che fa da calcolatrice. Esatto, la password che assegnate attraverso questo programma è un calcolo (ad esempio 3×2+1) che voi assegnate. Può funzionare anche come calcolatrice normale, facendo perfettamente il suo scopo da programma nascosto. Apps e files vengono criptati e nascosti e possono essere visti attraverso il programma o resi nuovamente visibili tramite le sue funzioni. Potete scaricare il programma da qui.

E se non potete scaricare Apps? Allora esiste un metodo utile per nascondere i files all’interno del vostro cellulare senza utilizzare nessun programma. Basta infatti creare una cartella chiamata .nomedia e ciò basterà a non far apparire la cartella alla maggior parte (anche se non tutti) i programmi installati su Android. Naturalmente questo funziona solo per i files ma non per le apps, per il quale dovete comunque trovare un metodo tramite un applicazione o semplicemente usare un sistema di cartelle elaborato apposta per la faccenda.



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22 dicembre 2015

PlayStation 4, le migliori offerte per Natale

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playstation4Natale è alle porte ed è ormai tempo di fare gli ultimi regali. Uno dei regali più gettonati, anche quest’anno, è sicuramente la PlayStation 4, la console gioiello della casa Sony, da tutti considerata la miglior console videoludica in circolazione. La Sony punta molto su questo Nastale e non è un caso che proprio recentemente abbia autorizzato un abbassamento di prezzo, a cui si aggiungono le offerte dei vari negozi. Per aiutarvi a fare la scelta più conveniente, ecco un elenco delle migliori offerte per Natale della PlayStation 4.

PlayStation 4, le offerte per Natale di Gamestop

Cominciamo dalla famosa catena Gamestop. Il negozio offre la PlayStation 4 da 500GB a 299,58€, che però diventano solo 169.98€ se si cede una vecchia consolle e due giochi. Gamestop offre però tante altre alternative: fino al 6 gennaio si può, ad esempio, acquistare la PS4 1TB Bundle con 2 dualshock, il gioco The Last of Us Remastered e una cover a scelta tra Red, Orange Neon e Gold, il tutto a 399,98€ invece di 481,94€. Ancora, si può acquistare una PS4 1TB più un gioco a scelta tra Call of Duty Black OPS III, Star Wars Battlefront, Assassin’s Creed Syndicate, Grand Theft Auto V a 359,98€ o 259,98€ portando una vecchia consolle.

Playstation 4, le offerte per Natale degli altri negozi

Dando un’occhiata alle altre offerte di Natale per la PlayStation 4, Mediaworld offre la PS4 1TB con Disney Infinity a 349€ oppure la PS4 500GB a 299€. Euronics presenta invece la PS4 500GB A Chassis a 299€ e la PS4 C Chassis Bianca a 309€. Amazon offre la PlayStation 4 500 Gb C Chassis + God of War III: Remastered a 319€ oppure lo stesso modello della console ma con Fifa 16 a 349,98€. Per entrambe le offerte si può approfittare di Prime, il servizio di spedizione rapida e gratuita con consegne garantite entro 24-48 ore.



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Come evitare una batteria esplosiva: salviamo il cellulare

Cellulare esplosivo

Batteria esplosiva

Man mano che la tecnologia va avanti, questa comincia a prendere una certa piega di pericolosità per vari motivi. A volte bisogna prestare attenzione più alla composizione relativa alla sicurezza che alla potenza e la bellezza dei componenti, ma molte case stanno sempre più tralasciando quest’aspetto. Qual’è il primo pericolo che abbiamo nei nostri Smartphone? La batteria.

Ogni smartphone al giorno d’oggi ha una batteria che utilizza una particolare composizione chimica per offrire la potenza e la durata che tanto apprezziamo. E’ naturalmente inclusa anche in altri prodotti come Notebook ed altri tipi di gadgets, ma con lo smartphone la faccenda è particolare. Come mai? Devono essere sempre alla minima dimensione possibile. Il problema di queste batterie è appunto la suddivisione dei componenti e la temperatura. Se uno dei componenti comincia a scaldarsi, crea una reazione a catena facendo scaldare gli altri. Una batteria non è capace di sfogare il calore da solo e così, per via della pressione, si gonfia ed esplode.

Ci sono delle contromisure che naturalmente vengono perfezionate ogni anno. Dall’alba dei tempi molti modelli di cellulari sono programmati per fermare tutte le attività o spegnersi quando i sensori riportano che la temperatura della batteria è troppo alta per operare. La copertura delle batterie moderne inoltre è fatta per trattenere la pressione, per non farle esplodere. Questo però causa un incredibile dispersione di calore che causa ustioni ed altro ancora.

Pian piano le batterie si stanno facendo più sottili e certe marche (anche originali) preferiscono non inserire alcuni componenti per risparmiare. Come possiamo difenderci?

Naturalmente comprate componenti originali o almeno di marche conosciute. Costano di più, ma il rischio è minore anche se comunque possibile.

Non lasciate il vostro cellulare in ambienti molto caldi, specialmente durante la ricarica.

Non mettete sottosforzo il vostro cellulare mentre lo tenere in ricarica.

Naturalmente, caricate la batteria prima che raggiunga il 15% della carica per evitare danni sulla lunga gittata.



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21 dicembre 2015

Alla ricerca del miglior plugin WordPress per AdSense: Google Publisher

miglior plugin wordpress per Adsense

Qual’è il miglior plugin WordPress per AdSense? Quale plugin posso utilizzare per assicurare il miglior rendimento dei banner pubblicitari del circuito Google? Quale offre migliori possibilità per banner su smartphone e tablet? Dove conviene posizionare i banner, testutali o con immagini? In questo articolo proverò a sintetizzare alcune esperienze personali offrendo, nel contempo, indicazioni utili a chi vuole utilizzare AdSense sul proprio sito o blog WordPress ed ottenere il massimo rendimento.

Da cosa dipende il rendimento dei banner?

I proventi AdSense Google AdSense dipendono dalle campagne visualizzate dai tre banner consentiti per ogni pagina web. e dal loro posizionamento. I banner vengono contestualizzate basandosi sui contenuti della singola pagina. Per il posizionamento, si è scritto davvero molto. Volendo generalizzare, potremmo dire che in un blog i posizionamenti migliori sono quelli all’interno nell’articolo, in particolare sotto il titolo o all’interno del testo. Un terzo banner potrebbe essere destinato alla fine dell’articolo, nella parte alta della sidebar, o in una posizione di discreta visibilità.

Il miglior plugin WordPress per AdSense

Da sempre alla ricerca del miglior plugin WordPress per AdSense, ho appreso da chi ne sapeva più di me, documentandomi sul web e chiedendo pareri ad alcuni professionisti. Consideriamo comunque, a priori, che è possibile inserire il codice manualmente all’interno del tema, e che diversi template, tra i più moderni, consentono l’inserimento di codice dalle relative impostazioni. Dunque, le possibilità non mancano.

Diversi anni fa (stiamo parlando almeno di sei o sette anni fa, almeno), in molti utilizzavano il plugin gratuito Adman, soppiantato poi, a causa della scarsa assistenza offerta, da New Adman. A sua volta, quest’ultimo non viene aggiornato da oltre due anni, ed è stato dunque soppiantato da altre soluzioni.

Tra le soluzioni più valide testate con efficacia in questi ultimi anni vorrei citare Post Layout, Wp Insert,  WPQuads e molte altre ancora. In tutti i casi, i plugin offrono la possibilità di inserire codice creato dal proprio account  AdSense in molte delle posizioni più appetibili, a volte diversificando i banner in relazione a categorie, tag, utilizzo di dispositivi ecc.

Alla fine, quale reputi sia il plugin da utilizzare per i banner?

miglior plugin wordpress per Adsense

Se parliamo strettamente di AdSense, il mio suggerimento è quello di utilizzare il plugin ufficiale per Google Adsense, Google Publisher (o Google AdSense, come definito nella repository). Ha garantito un miglioramento del rendimento dei banner di oltre il 30% rispetto gli altri plugin.

Purtroppo Google Publisher non offre molte possibilità ed opzioni, ma ha comunque delle features che lo rendono unico ed appetibile. Dopo l’installazione, Google Publisher si interfaccia automaticamente al vostro account AdSense e consente la verifica a Google Webmasters. E’ possibile, da queste opzioni, selezionare gli annunci automatici per i dispositivi mobili.

adsense wordpress plugin

Il vero fiore all’occhiello, tuttavia, è costituito dal pulsante Gestisci annuciche consente la scelta degli spazi AdSense attraverso un visual editor molto intuitivo. Con pochi click, potrete modificare forma e posizione dei banner, studiando la migliore soluzione in base al design utilizzato. Se uno degli spazi disponibili non viene rilevato da questo sistema, è previsto un codice univoco da utilizzare per la risoluzione del problema. Google AdSense (o Google Publisher) WordPress Plugin utilizza un sistema di auto-ottimizzazione che garantisce un rendimento ottimale in relazione alla posizione selezionata. E’ disponibile una Guida che spiega, nel dettaglio, installazione e configurazione.

Quali sono i limiti del Plugin WordPress Google Publisher (o Google Adsense)?

In molti potrebbero non essere contenti delle scarse opzioni disponibili e dalle poche capacità di apportare modifiche o personalizzazioni come garantiscono altri plugin. Ma Google Publisher si configura e si ottimizza praticamente in automatico, ed è particolarmente efficace tra coloro che non sanno, o non vogliono, modificare manualmente il codice del proprio sito.

Personalmente, il grosso limite che ho riscontrato è stato quello di poter escludere dalla visualizzazione dei banner AdSense alcuni articoli. Su Post Layout WP Plugin si poteva ovviare al problema eliminando dalla visualizzazione una categoria; su Wp Insert, si potevano escludere gli articoli inserendo i loro ID nell’apposito form. Pertanto, è stato necessario apportare una modifica al plugin.

Come fare per escludere un post dalla visualizzazione dei banner con Google Publisher Plugin WordPress

Il plugin ufficiale AdSense per WordPress consente (stranamente) di escludere una o più pagine a nostra scelta, ma non i post. Grazie all’amico Stefano Ottolenghi, già autore del fantastico PostPayCounter  e di Smart Tag Insert, siamo riusciti nell’intento.

E’ bastato prendere il File Admin.php, riga circa 95, aggiungendo questo:

add_meta_box(‘googlePublisherPluginMetaBox’,
__(‘AdSense Plugin’, ‘google-publisher-plugin’),
array($this, ‘showPageEditOptions’), ‘post’, ‘side’, ‘low’);

 

Dunque, in sidebar nell’editor dei post, abbiamo ora l’opzione per il disable prima relegata solo alle pagine:

google publisher wordpress

Abbiamo fatto bingo. Ciò che volevamo: AdSense scompare nelle pagine ove usiamo altre affiliazioni pubblicitarie, in pagine non conformi alle policy AdSense e, in pratica, dovunque vogliamo non venga visualizzato. Se a noi interessa disattivarlo un custom type post diverso (ed: gallery page, o altro), basta riprendere il codice precedente e sostituire ‘post’ con ciò che vogliamo noi.

Dunque, ecco le mie impressioni ed opinioni sul plugin WordPress per Adsense che ritengo più valido per i motivi esposti. E voi? Raccontate pure le vostre impressioni nei commenti. (p.s: in questo articolo… ho disattivato AdSense, visto?)



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Stampanti: soluzioni comuni ai problemi comuni

Stampante problemi

Risolvere stampante

Nonostante esistano da anni, le stampanti sono ancora una tecnologia che va migliorando perché presentano ancora dei problemi. Possono essere ad inchiostro, laser, termiche e tutte le varianti che seguono per le tre. A volte sono una combinazione d’inchiostro ad impressione che permette d’usare meno risorse, delle volte sono Toner con una qualità di definizione superiore al normale. Ma alla fine i problemi sono sempre gli stessi: le stampanti possono smettere di funzionare, non stampare, fare insomma i capricci. Esaminiamo qualche soluzione comune.

Controllate tutto ciò che è di base. Qual’è il messaggio d’errore? Che spia s’è accesa? Se proprio non sapete comprendere cosa vuole dirci la stampante, cominciate prima di tutto a controllare se è presente nel sistema (risulterà nella lista delle stampanti in linea) e se i cavi di comunicazione USB o Ethernet siano connessi. C’è nulla d’inceppato nella stampante? La carta è inserita? Delle volte le stampanti hanno diversi fianchi che possono essere aperti per controllare se vi si è inceppata della carta o altri oggetti.

Toner e cartucce, questi sconosciuti…state usando un prodotto originale o compatibile? Certe stampanti possono rifiutare di stampare anche dopo l’inserimento di prodotti compatibili, visto che s’aggiornano automaticamente se siete connessi ad internet. Provate ad estrarre e reinserire la fonte d’inchiostro per la stampante. Potete sempre controllare con il programma incluso o attraverso le proprietà della stampante se il livello d’inchiostro o di toner è accettabile o il tutto non è riconosciuto.

C’è una coda di stampa? Controllate se non ci sono stampe rimaste “appese” nel sistema. Potete accedervi attraverso un icona in basso a destra oppure andando sempre in Dispositivi e Stampanti. Cliccandovi sopra verrete portati alle opzioni generali della stampante e fra le informazioni correlate vedrete se ci sono stampe in coda. Se non ce ne sono accedetevi comunque e controllate fra le opzioni della prima scelta se c’è modo di riportare “In linea” la stampante.

Se queste soluzioni non soddisfano ancora le condizioni della stampante, potete sempre cercare di aggiornare o reinstallare la stampante.



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Come configurare l’APN con Vodafone, Tim, Wind e Tre

trends-mobile-italia-2011

downloadAPN sta per Access Point Name, in italiano nome del punto di accesso, ed è ciò che consente allo smartphone di connettersi ad internet. Normalmente lo smartphoneottiene tutti i dati di cui necessita al momento in cui viene inserita per la prima volta la SIM e non vi è alcuna necessità di inserire manualmente l’APN. Vi sono, tuttavia, dei casi in cui questo non avviene, magari perché il cellulare, o lo smartphone, è vecchio o perché è sorto un problema di qualche tipo. Per questo motivo, vi spieghiamo come configurare l’APN con tutti i principali operatori italiani: Vodafone, Tim, Wind e Tre.

APN, dove trovarlo

prima di procedere alle istruzioni per i vari operatori, dobbiamo individuare l’APN nelle impostazioni:

  • se si ha uno smartphone Android, il percorso che si deve fare per accedere al nome del punto di accesso è il seguente: Impostazioni → Reti cellulari (o reti mobili) → Nomi di punti di accesso.
  • Se si ha un Iphone, invece, il perso è il seguente: Impostazioni → Generali → Cellulare → Network dati cellulare;
  • Se si utilizza un Windows Phone, basterà andare in Menu → Settings → Punto di accesso

Come configurare l’APN con Vodafone

Se si ha una SIM Vodafone, il nome dell’APN da inserire è: mobile.vodafone.it. Bisognerà poi riempire altri campi in questo modo:

  • Nome: Vodafone IT
  • MCC: 222
  • MNC: 10
  • Tipo APN: Internet (o anche default)
  • Protocollo APN: IPv4
  • Protocollo Roaming APN: Ipv4

Tutti gli altri campi, invece, dovranno essere lasciati vuoti.

NB: se mobile.vodafone.it non dovesse funzionare, si può provare ad inserire wap.omnitel.it oppure web.omnitel.it.

Come configurare l’APN con Tim

Se il gestore da voi scelto è invece la Tim, i campi dovranno essere così riempiti:

  • APN: wap.tim.it
  • Nome: WAP TIM
  • MCC: 222
  • MNC: 10
  • Protocollo APN: IPv4
  • Protocollo Roaming APN: Ipv4

Come configurare l’APN con Wind

Nel caso in cui sia Wind l’operatore scelto, i campi dovranno essere così riempiti:

  • Nome: WIND internet
  • APN: internet.wind
  • MCC: 222
  • MNC: 88
  • Protocollo APN: Ipv4
  • Protocollo roaming APN: IPv4

Come configurare l’APN con Tre

Se si usa la Tre, i campi da riempire sono più numerosi:

  • Nome: 3
  • MMSC: http//10.216.59.240:10021/mmsc
  • Proxy MMS: wsb.tre.it
  • Porta MMS:8799
  • MCC: 222
  • MNC: 99
  • Protocollo APN: Ipv4
  • Protocollo roaming APN: IPv4

Se si possiede un iPhone l’APN da inserire è: naviga.tre.it.



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20 dicembre 2015

Sony, per il 2020 saranno pronte nuove batterie che durano più a lungo?

sony-1

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L’obiettivo di Sony è quello di incrementare notevolmente la durata delle batterie, di almeno il 40%.

Infatti, l’evoluzione tecnologia dei dispositivi mobili consente agli utenti di sfruttare prestazioni molto più performanti rispetto al passato, tra la presenza di processori multi-core e il supporto a risoluzioni in QuadriHD e 4K, ma il problema è rappresentato dalle batterie, che non sono più in grado di rimanere allo stesso livello di tutte le ulteriori componenti.

Dopo i grandi sforzi legati alle batterie ricaricabili agli ioni di litio, adesso Sony sta cercando nuove soluzioni per aumentare la durate delle batterie per gli smartphone, che ne hanno una necessità sempre maggiore.

Il problema principale da risolvere è quello della formulazione della soluzione elettrolitica, ovvero la capacità dell’elettrodo di conservarsi nel coso del tempo.

Per OnePlus e Xiaomi la soluzione è la produzione autonoma dei power bank, mentre altre aziende hanno pensato di aumentare gli mAh di capacità.

Sony, invece, starebbe concentrando i propri sforzi nella direzione di uno sviluppo di nuove batterie particolari.

Il cambiamento principale avverrebbe in relazione alla densità energetica, passando da 700 a 1000 Wh/L, con la possibilità consequenziale per i dispositivi mobile di avere un’autonomia maggiore di circa il 40%.

Ad ogni modo, non si tratta di batterie che verranno lanciate a breve sul mercato, visto che sarà necessario aspettare aspettare almeno fino al 2020, visto che questa nuova tecnologia deve attraversare ancora una lunga fase di test.

La sicurezza prima di tutto, ovviamente, dato che Sony deve capire se queste nuove batterie possano garantire una certa soglia di affidabilità o meno con il passare del tempo.



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Facebook Live, d’ora in poi sarà disponibile anche per i brand

Facebook_Live

Facebook_Live

Secondo Mark Zuckerberg e il suo staff i filmati saranno qualcosa a cui gli utenti saranno semrpe più affezionati ed è questo il motivo per cui si punta sempre di più su Facebook Live Mentions, nuovo servizio che non da molto è stato messo a disposizione per tutti gli utenti.

Le novità proposte da Facebook arrivano ormai con straordinaria regolarità, visto che pure i brand con pagine verificate, d’ora in poi, hanno la possibilità di sfruttare il servizio di Facebook Live Mentions.

L’allargamento delle dirette streaming anche per le aziende che hanno pagine verificate verrà proposto a breve per i dispositivi iPhone sul mercato a stelle e strisce, mentre la variante per dispositivi con sistema operativo Android rimane ancora in fase di sviluppo e sarà necessario attendere quantomeno metà del mese di gennaio.

La stessa identica situazione si presenta anche per quanto riguarda le dirette in streaming lanciate da Facebook, che verranno prima messe a disposizione degli utenti iOS e poi per quelli Android.

Ad esempio, un grande gruppo musicale come gli U2, nonché il celebre programma americano The Tonight Show hanno già avuto la possibilità di provare in anteprima questa nuova funzione.

Facebook Live, di conseguenza, non può che avere un solo obiettivo in testa, ovvero quello di sfidare e scalzare dal trono Periscope e Meerkat.

Nonostante nel campo delle dirette streaming Facebook sia entrato dalla porta di servizio, in ritardo rispetto agli altri servizi concorrenti, in breve tempo è riuscito a conquistarsi una bella fetta di mercato.

Il punto di forza di Facebook sta nella semplicità, visto che per dare il via ad un live è sufficiente usare un click su “Pubblica” e un altro su “Live Video”.



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Spotify Party, ecco la nuova funzione che fa da deejay

Spotify1

Spotify1

Spotify ha intenzione di affermarsi sul mercato non solo come passatempo per ascoltare la musica in stanza oppure passeggiando per strada, ma anche durante le feste, proponendosi come una sorta di nuovo deejay davvero molto interessante.

Infatti, da qualche giorno è stata arrivata una particolare opzione da parte del celebre servizio musicale, che prende il nome di Spotify Party: si tratta di un’ innovativa funzione rilasciata per la famosa app per dispositivi mobili con sistema operativo iOS e Android.

Spotify Party è un’opzione realizzata con l’intento di offrire agli utenti delle playlist musicali che comprendono tutta una serie di brani sottoforma di remix oppure appartenenti a genere dance, sempre tenendo in considerazione le proprie preferenze, ovvero i brani più ascoltati o gli artisti più cliccati in precedenza su Spotify.

Grazie a Spotify Party, quindi, le feste potranno contare su un deejay molto più personalizzato rispetto a qualunque altra soluzione: è sufficiente qualche tap sul dispositivo mobile per mandare in esecuzione la playlist più adatta ai nostri gusti, facendo scorrere il mood tuner per modificare la musica in relazione all’evento che si vuole rendere indimenticabile grazie a questa nuova applicazione.

Una nuova funzione che rispecchia tutta l’intenzione di Spotify di essere usata non solo come servizio per l’ascoltatore singolo, ma anche all’interno di feste ed eventi, con tutta una serie di playlist dedicate ad ogni tipo di situazione o party.

Tutte le varie playlist connesse alla nuova funzione Spotify Party sono comprese all’interno della sezione denominata “Generi e Moods”, all’interno della più generale sezione Naviga.



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Come rinnovare il proprio Smartphone Android

Android Rinnovo

Rinnovare android

A volte l’età del nostro Smartphone può essere importante sul fattore della velocità di calcolo e di chiamata. Ci sono volte che l’accumulo di dati e varie installazioni e disinstallazioni negli anni comporti qualche problema, perciò rinnovare il cellulare può essere cruciale. Ma che significa “rinnovare”? Semplicemente mettere a nuovo il proprio prodotto, ripristinando in parte la sua potenza originaria e mettendo a nuovo la sua estetica.

Facciamo un reset di fabbrica…delle volte ci vuole proprio, specialmente se il nostro cellulare ha circa un paio d’anni e poca manutenzione. Ricordatevi però di memorizzare in backup le cose più essenziali (non proprio tutto-tutto) per non far ripetere i problemi d’ingolfo e rallentamento.

Facciamoci il Root…ormai con la sua età, è bene che ci piazziamo un bel root per installarci programmi capaci di spingere le sue prestazioni in alto. Kingo, Shuame ed altri programmi automatici possono fare tutto ciò in maniera comoda e veloce.

Cambiamo il launchers e i temi…a volte per trovarci una spinta di velocità, possiamo cambiare il Launcher. Ce ne sono di diversi in giro, e tutti hanno i loro pro e contro. Perciò scegliete bene quel che volete installare! I temi possono pure dare un tocco d’innovazione in più al vostro vecchio cellulare…

Cambiamo il case e/o la cover…bene, a parte i fattori prestazionali, che ne dite di farlo apparire più bello? Cambiare la cover può dare un ulteriore tocco estetico allo smartphone. Inoltre alcuni case e cover hanno vantaggi prestazionali, come raffreddare più in fretta il cellulare.

Comprate un Power Bank. Se avete problemi con la batteria, l’avete già cambiata ed è semplicemente il cellulare a succhiar via troppa energia, allora provate a portare con voi un potente Power Bank. Questo è più che sufficiente per permettervi di usare il vostro cellulare come e quando volete durante la giornata.



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Le migliori app Android per il 2016

migliori app per il 2016

Quali sono le migliori app Android per il 2016? Quali scegliereste per poter iniziare nel migliore dei modi il nuovo anno? Le applicazioni che recentemente vengono sviluppate e proposte, sul Play Store, raggiungono numeri davvero ragguardevoli. La crescita continua in maniera esponenziale e, secondo le statistiche più recenti, le app disponibili sono quasi… 2 milioni!

Dunque, diamo spazio alle migliori applicazioni per la fine del 2015 e l’inizio 2016, dalle quali poter ripartire per intraprendere un nuovo anno nel migliore dei modi.

Le migliori app Android per il 2016

True Messenger

True Messenger è l’app Android che rivoluziona la trasmissione di SMS, effettuando le inibizioni previste dalle black list per evitare fastidiosi scocciatori.

Facebook Hello

Ottima perchè fornisce informazioni sui contatti e sui chiamanti rilevandoli da Facebook.

Hello - ID chiamante e bloccoFacebook Comunicazione FreeScarica da Google Play

Google Now Launcher

Nel bene e nel male, Google Now è il futuro. Google continua a renderlo più versatile e preciso, vale la pena usarlo, anche se la batteria del vostro device tenderà a scaricarsi molto più rapidamente.

Avvio applicazioni NowGoogle Inc. Strumenti FreeScarica da Google Play

Pintasking

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Dopo averlo testato sono rimasto davvero ammaliato dalle potenzialità di Pintasking, che consente il ovvero il passaggio da un’applicazione ad un’altra utilizzando delle “bolle” simili a quelle di Facebook Messenger. Imperdibile, potrebbe cambiare il modo di utilizzare il vostro smartphone, specie se tendete ad effettuare troppe azioni simultaneamente.

PintaskingPhinxApps Produttività FreeScarica da Google Play

Periscope

Periscope Migliori app

Per molti, Periscope può essere considerata l’app migliore del 2015: è l’applicazione più bella e rivoluzionaria per il live streaming, ed è oggi utilizzata attivamente anche da media e personalità affermate, diventando un nuovo ed originale canale di comunicazione.

Apple Music

Chi avrebbe mai pensato un’app Apple per Android? E, per di più, Apple Music è in grado di fare concorrenza a Spotify, e Google Play Music..direttamente in casa loro! Per molti non è ancora ottimizzata a dovere, ma è una proposta davvero coraggiosa.

Apple MusicApple Inc. Musica e audio FreeScarica da Google Play

IFTTT DO

Ottimo, se riuscite a comprendere ed apprezzare le infinite potenzialità: solo con la pressione di un tasto vituale, avrete a disposizione la possibilità di effettuare una serie illimitata di azioni importantissime, dall’attivazione di un termostato, al cambio della suoneria del dispositivo, alla condivisione di foto o note, e molto altro ancora. Per avefe un’idea più precisa di cosa stiamo parlando, meglio dare un’occhiata alla pagina di riferimento http://ift.tt/1BilVbe.

In realtà, per i sistemi Android sono disponibili ben tre app gratuite della serie IFFFT DO, utilizzabili in base alle effettive necessità. Ed il tutto è, ovviamente, sincronizzabile ed in comunicazione con servizi come Drive, Evernote, Snapchat, Gmail, Facebook, Twitter, Calendar, Pushbullet, e chi più ne ha più ne metta.

Honorable Mention: Microsoft ed Adobe

Pur non avendo redatto una vera e propria classifica, vorrei citare alcune app come “honorable mention”: in particolare, quelle che hanno riportato in vita utility storiche dei programmi Windows, rendendoli, con molto lavoro, attuali ed utilizzabili gratuitamente da dispositivo.

Dunque, citiamo il pacchetto di Microsoft Office con Microsoft WordExcel e Powerpoint , nonchè i software di editing foto e video Adobe Photoshop LightroomAdobe Premiere Clip. E sono ancora tante che non inseriamo tra le app Android per il 2016, ma che meriterebbero di essere citate, che nel 2016 avranno un’ampia diffusione.



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