29 aprile 2016

Come ottenere gli acquisti in-app gratis su Android

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acquisti-in-appGli acquisti in-app gratis sono il sogno di qualsiasi gamer che utilizza smartphone e tablet per giocare. Gli acquisti in-app sono delle funzionalità aggiuntive che possono essere ottenute a pagamento all’interno dell’app per migliorare l’esperienza di gioco o d’uso dell’applicazione. Mentre per sistemi operativi come iOs e Windows non esistono modi per ottenere acquisti in-app gratis, per Android esistono alcuni programmi in grado di “imbrogliare” l’applicazione, vediamo quali. Le migliori applicazioni per ottenere gli acquisti in-app gratis su Android sono sostanzialmente CreeHack, Freedom e Lucky Patcher. Per poter utilizzare le ultime due sarà necessario possedere i permessi di root del device, cosa non necessaria per CreeHack, che però non funziona altrettanto bene come Freedom. Mentre per utilizzare Lucky Patcher è necessario essere esperti per evitare danni al dispositivo, CreeHack e Freedom consentono di ottenere gli acquisti in-app gratis in maniera relativamente semplice. Ecco cosa bisogna fare.

Come ottenere gli acquisti in-app gratis con CreeHack

CreeHack è consigliata per tutti coloro che vogliono avere gli acquisti in-app gratis dei loro giochi preferiti, ma non hanno i permessi di root sullo smartphone o sul tablet Android. Dopo aver scaricato il file apk Creehack dal sito ufficiale, si proceda ad installare il programma sul device. Potrebbe essere necessario dover attivare l’installazione da sorgenti sconosciute dalle impostazioni, qualora non sia già attivato. Una volta aperto CreeHack, cliccare su CreeHack Disabled per attivare il programma dopodiché uscire dall’applicazione e avviare l’app da cui si vogliono ottenere gli acquisti in-app gratis. Per verificare che CreeHack funzioni, basterà provare a effettuare un acquisto: se il programma sta funzionando comparirà la scritta Hack, invece della scelta della modalità di pagamento del Play Store. Effettuato l’acquisto, uscire dall’app e disabilitare CreeHack pigiando su CreeHack Enabled all’interno del programma.

Come ottenere gli acquisti in-app gratis con Freedom

Per ottenere gli acquisti in-app gratis con Freedom è necessario possedere i permessi di root. Con Freedom sarà possibile acquistare gettoni, gemme, livelli extra e vite aggiuntive gratuitamente, grazie ad una sorta di carta gratuita contenuta nel programma che può essere usata con il Google Play Store. Quello che bisogna fare è andare sul sito ufficiale, scaricare l’applicazione direttamente sul dispositivo sul quale la si vuole utilizzare, estrarre il fil ed installarlo. Anche qui sarà necessario consentire l’installazione delle applicazioni da sorgenti sconosciute (Impostazioni del dispositivo -> Sicurezza -> attivare Sorgenti sconosciute). Una volta installato, aprire Freedom e concedere i permessi di root all’applicazione, dopodiché passare all’applicazione da cui si vogliono ottenere gli acquisti in-app gratis e acquistare quanto si desidera, il tutto gratuitamente.

Come ottenere gli acquisti in-app gratis con Lucky Patcher

Se ci si sente preparati, si possono ottenere gli acquisti in-app gratis usando Lucky Patcher. Una volta scaricato il programma, si proceda ad installarlo e ad aprirlo. Cercare nell’elenco delle applicazioni il Play Store, tapparci sopra e scegliere Open menu of patches: si aprirà una finestra in cui si specifica che il Play Store è un’app di sistema e modificarla può comportare problemi. Premere comunque ok, scegliere Custom Patch e selezionare la prima, “support.Inapp.LVL.android.vending” e infine scegliere Apply. Come prossimo passo si proceda a riavviare il dispositivo Android, si apra Lucky Patcher, poi l’app da cui si vogliono ottenere gli acquisti in-app gratis e procedere con l’acquisto normalmente: al posto del Paly Store si aprirà una finestra di Lucky Patcher che chiederà se si voglia provare ad ottenere gli acquisti gratuitamente, per cui scegliere Yes. Se l’app è supportata, l’acquisto procederà automaticamente e senza costi.

 



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28 aprile 2016

Come recuperare le foto cancellate da uno smartphone Android

I-5-migliori-smartphone-744x445In un mondo in cui gli smartphone hanno sostituito le macchine fotografiche grazie alle fotocamere incorporate sempre più potenti, cancellare le foto per sbaglio può essere fare un trauma, ma per fortuna esistono dei metodi per recuperare le foto cancellate da uno smartphone Android. Lo smartphone ha rivoluzionato il modo di vivere di tutti, consentendo di essere sempre collegati ad internet e quindi virtualmente vicini a tutti, ma anche di eliminare la necessità di dover portare con sé vari oggetti: addio calcolatrice, addio macchina fotografica, addio agenda, oggi è tutto nello smartphone. Che siano selfie o foto scattate in vacanza, quasi tutti oggi affidano al proprio amato smartphone i loro ricordi, ma è molto facile – basta solo un tap – cancellare per sbaglio una o più foto. Per fortuna spesso non tutto è perduto, ma esistono modi per recuperare le foto cancellate da uno smartphone Android.

Recuperare le foto cancellate da uno smartphone Android con iCare Data Recovery

Similarmente a come avviene nei computer, anche negli smartphone quando si cancella un file questo non è subito perduto, infatti è possibile recuperare le foto cancellate da uno smartphone Android fino a quando lo spazio occupato dall’immagine nella memoria non viene occupato da un altro file. Esistono alcuni programmi che consentono di recuperare le foto cancellate per sbaglio, vediamo quali sono.

449icare-freeUn primo programma per recuperare le foto cancellate da uno smartphone Android è iCare Data Recovery, un software per computer che consente il recupero di file gratuitamente fino a 1GB di peso. Tutto quello che occorre fare è scaricare il programma dal sito ufficiale e installarlo sul computer, dopodiché collegare lo smartphone Android dal quale sono state cancellate le foto, aprire iCare Data Recovery e cliccare su Deep Scan Recovery, selezionando il device che il programma andrà a scansionare alla ricerca dei file cancellati che si possono ancora salvare. Finita la scansione verranno mostrate tutte le foto che si possono recuperare: per salvarle sul computer basterà selezionarle e premere su Next.



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27 aprile 2016

Come annullare l’invio di un’e-mail con Gmail

Gmail-apertura-1030x615Come annullare l’invio di un’e-mail con Gmail dev’essere una delle ricerche più disperate che si possono fare su internet. I motivi per cui si possa aver la necessità di annullare l’invio di una e-mail sono tante: un errore grave nell’email di lavoro, la selezione del destinatario sbagliato… quale che sia il motivo il problema spesso è grave e Google, possessore di Gmail, lo sa bene. Per questo motivo l’azienda americana ha deciso di consentire l’annullamento dell’invio delle e-mail, ma l’opzione va attivata. Vediamo come.

Google consente di annullare l’invio di un’e-mail con Gmail

Per consentire di annullare l’invio di un’e-mail con Gmail, Google ha creato la funzione Annulla Invio, inizialmente all’interno della sezione Labs ed ora per tutti gli utenti Gmail che utilizzano il servizio via web. Ma Annulla Invio funziona veramente? Diciamo di sì. Ovviamente con questa funzionalità non sarà possibile eliminare e-mail già arrivate all’indirizzo selezionato durante la composizione, ma sarà soltanto possibile annullare l’invio in una finestra di pochi secondi (Google consente di scegliere tra dieci, venti e trenta secondi): quel classico momento in cui si è cliccato su Invia e ci si è accorti subito dopo dell’errore madornale che si è compiuto.

Cosa fare per annullare l’invio di un’e-mail con Gmail

annulla-invio-gmailPer poter attivare Annulla Invio e quindi annullare l’invio di un’e-mail con Gmail, bisogna innanzitutto accedere al proprio account dal web, dopodiché selezionare le impostazioni cliccando sull’icona dell’ingranaggio che si trova in alto a destra. Si aprirà la finestra Generali, una delle tante finestre delle impostazioni, ed è proprio qui che, scrollando verso il basso, si troverà l’opzione Annulla Invio. Per attivare la funzione sarà sufficiente selezionare il box Abilita Annulla Invio e selezionare il periodo di annullamento dell’invio. Fatto ciò, ogni volta che si manderà una nuova e-mail si avrà la possibilità di annullarne l’invio nella finestra di tempo che si è scelto, evitando figuracce.



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25 aprile 2016

I Chromebook potranno caricare le App Android [Finalmente]

sezione dello screenshot proposto su reddit
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Le app Android su Chromebook: sarà vero?

I Chromebook potranno finalmente supportare le app Android: é questa la breaking news che, in queste ore, sta circolando negli ambienti Google, sempre più interessati ad eliminare ogni barriera tra il Chrome OS e i suoi potenziali avversari, anche se si “gioca in casa” trattandosi di Android.

Trapelata da reddit, la notizia potenzialmente sembra tutto fuorchè un fake: la versione 5.1 di Chrome OS dovrebbe riportare, nelle impostazioni, una casella di controllo, dalla quale si evince la possibilità di poter selezionale la possibilità di far girare app Android. Per dovere di cronaca, è doveroso ribadire che tale funzionalità é stata resa disponibile solo sul Developer Channel di Chrome OS, e che, al momento, il numero di app effettivamente utilizzabili sia molto basso.

sezione dello screenshot proposto su reddit

sezione dello screenshot proposto su reddit

Le app Android su Chrome OS: le possibilità infinite

Dati alla mano, i Chrome OS, specie in Italia, non hanno mai convinto molto: si sono imposti in ambienti più ristretti, come quello studentesco, per le features offerte a fronte di un budget relativamente più appetibile dei normali laptop. Sono spesso rimasti ai margini della grande distribuzione e dei famosi “volantini” proposti dalle grandi catene. Tuttavia, una mossa del genere, quella di poter usare Applicazioni Android senza bisogno di alcun emulatore, potrebbe creare le condizioni ideali per un incremento di vendite decisamente interessante. Il Play Store è più versatile e funzionale, contiene un numero decisamente alto di app disponibili, offre assistenza e pagamenti in molti più Paesi.

Google avrebbe inoltre la possibilità di espandere il proprio mercato grazie ai nuovi utenti collegati al Play Store. Si attendono dunque notizie più precise il prossimo mese, nella I/O Conference 2016, con le ultime novità direttamente dagli addetti ai lavori di Mountain View.

Leggi anche: risparmiare batteria del Chromebook e abilitare la modalità sviluppatore.

 

 



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21 aprile 2016

LUnione Europea contro Google: Abuso di posizione dominante

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googleÈ di poche ore fa la notizia che la Commissione dell’Unione Europea abbia deciso di aprire due fronti legali contro Google, il gigante di Mountain View, creatore del sistema operativo mobile Android, con l’accusa di aver abusato della sua posizione dominante nel mercato della ricerca web. Si dovrà quindi procedere a verificare se siano state violate le regole antitrust dell’Unione da parte del creatore di Android e quali saranno eventualmente le sanzioni applicate.

Per l’UE Google falsa la concorrenza

Che Google fosse sotto verifica non è una nuova notizia, lo si sa già da tempo. Addirittura l’anno scorso si riteneva imminente una conclusione delle verifiche, ma a favore dell’azienda americana. Con il cambio dei vertici della Commissione il vento dev’essere cambiato e il nuovo commissario alla concorrenza, Margrethe Vestager ha deciso di procedere con le accuse di posizione dominante. Ma quali sono le accuse precise nei confronti del motore di ricerca? In una prima causa, l’azienda viene accusata di aver favorito il proprio sistema di comparazione dei prezzi rispetto a quelli dei concorrenti. Inoltre, Google utilizza la sua posizione dominante nel mercato dei sistemi operativi mobili per obbligare i produttori di smartphone a pre-installare proprie applicazioni, come lo strumento di ricerca e il browser Google Chrome, imponendo l’uso del motore di ricerca come quello di default all’interno dei dispositivi. In questo modo si impedisce ai produttori di vendere i dispositivi smart mobili utilizzando sistemi operativi diversi basati sul codice open source di Android. Ultima accusa mossa dalla Commissione, è che Google darebbe incentivi finanziari ai produttori e agli operatori di telefonia mobile a condizione che pre-installino l’applicazione per la ricerca online sui loro dispositivi.

Google ora rischia multe salatissime, ma deve ancora presentare la sua difesa di fronte alla Commissione. Nuovi sviluppi si avranno nei mesi a seguire.



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Come disattivare MobilePay

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MobilePay1MobilePay è un nuovo sistema di pagamento realizzato da alcuni dei principali operatori italiani della telefonia mobile (Fastweb, Poste Mobile, Telecom Italia, 3 Italia, Vodafone e Wind). L’obiettivo, almeno sulla carta, è quello di facilitare i pagamenti per i servizi digitali che si possono ottenere tramite smartphone e tablet. Il problema è che MobilePay è spesso utilizzato come piattaforma per l’attivazione di servizi in abbonamento molesti, quelli che si attivano semplicemente pigiando su un banner pubblicitario presente su internet o in un’app. nonostante l’AGCOM abbia già multato gli operatori telefonici per questa pratica abusiva, sono ancora in molti che oggi vedono il loro credito telefonico decurtato improvvisamente. Per questo motivo, ecco come disattivare MobilePay.

Disattivare MobilePay tramite sito internet

Per poter disattivare MobilePay è necessario collegarsi al sito internet del servizio, Mobilepay.it. Dal menu in alto a destra cliccare su Selfcare e dalla nuova pagina cliccare su “accedi a Selfcare”. Si aprirà una nuova pagina in cui sarà necessario inserire il proprio numero di telefonino e il proprio operatore, in modo da ottenere una password via sms con la quale sarà possibile entrare nell’area personale. Nella finestra dell’area personale sarà possibile visionare tutti gli abbonamenti eventualmente attivi sulla propria linea e disattivare quelli non voluti cliccando su “Disattiva”.

Cosa poter fare oltre a disattivare MobilePay

Normalmente è possibile annullare gli abbonamenti non voluti anche senza disattivare MobilePay. Le applicazioni dei vari gestori, come Area clienti 3, My Vodafone Italia, MyWind e MyTim Mobile hanno al loro interno delle sezioni in cui è possibile verificare la presenza di eventuali abbonamenti a pagamento e dove è possibile modificare lo stato degli stessi, disattivandoli se necessario. Ovviamente la stessa opzione è possibile anche nei rispettivi siti internet. Inoltre, una soluzione più definitiva è quella di chiedere il barring totale agli operatori dei gestori mobili, ovvero il blocco dell’attivazione degli abbonamenti, in modo da non dover più stare attenti al millimetro in cui si pigia il display dello smartphone.



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20 aprile 2016

Come vedere video in streaming su Mega

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mega-logo-100067620-largeIl fondatore di Megaupload, Kim Dotcom, ha deciso di riprovarci dopo esser stato arrestato dall’FBI e l’ha fatto con il servizio cloud MEGA. Mentre con Megaupload l’obiettivo era creare una piattaforma attraverso la quale gli utenti potessero condividere qualsiasi cosa, anche soggetta a copyright, MEGA è protetto da un metodo Di crittografia che non consente a nessuno di sapere cosa sia stato salvato condiviso o spostato. Uno dei migliori usi che si può fare di Mega è quello di vedere film in streaming: capita che quando si sia in viaggio, o comunque fuori casa, si voglia vedere qualche determinato video o film e non lo si abbia con sé per questioni pratiche. Mega è la soluzione a questo problema. Ecco come vedere video in streaming su Mega.

Come vedere video in streaming su Mega utilizzando VLC

La prima cosa che si deve fare se si vogliono vedere video in streaming su Mega è quella di iscriversi al sito: con l’iscrizione ciascun utente avrà diritto a 50GB gratuiti di spazio, su cui caricare i video che poi si potranno vedere in qualsiasi momento e senza che si abbia il file con sé. Per poter vedere video in streaming su Mega si avrà bisogno però di un lettore multimediale installato sul dispositivo che consenta di caricare i video da remoto: il migliore è senza dubbio VLC Media Player, disponibile sia per computer che per dispositivi mobili. Una volta installato VLC Media Player, per vedere video in streaming su Mega sarà sufficiente andare in Media e poi Apri flusso di rete e qui basterà inserire il link del video caricato su Media. Se 50GB non fossero sufficienti vedere video in streaming su Mega , il sito offre anche una serie di opzioni a pagamento. Queste sono:

  • Versione Lite: offre 200GB di spazio e 1TB di banda a 4,99€ al mese
  • Versione Pro I: 500GB di spazio e 2TB di banda per 9,99€/mese
  • Versione Pro II: 2TB di spazio e 4TB di banda per 19,99€/mese
  • Versione Pro II: 4TB di spazio e 8TB di banda per 29,99€/mese


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19 aprile 2016

Come modificare i DNS

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dns-1I server DNS sono degli indirizzi composti da una serie di quattro numeri divisi da un punto. Questi sono fondamentali per la navigazione in Internet perché consentono di tradurre i link dei siti nei rispettivi indirizzi IP e quindi di visualizzare i siti stessi. Senza i server DNS, quindi, i browser non potrebbero funzionare in maniera corretta. Normalmente coloro che navigano su Internet utilizzano i server DNS forniti dai provider (Telecom, Alice, Fastweb ecc) e infatti saranno in molti che, nonostante navighino su internet abitualmente, non sono mai venuti in contatto con questi codici. Tuttavia vi sono ipotesi in cui può essere necessario dover modificare le impostazioni del computer a causa di un problema, per cui ecco una guida su come modificare i DNS.

Modificare i DNS dal Pannello di controllo

Per modificare i DNS, come prima cosa bisogna aprire il pannello di controllo. La maniera più veloce per accedere alla finestra che serve è quella di cliccare con il pulsante destro del mouse sull’icona della connessione internet che si trova vicino all’orologio, in basso a destra sulla barra di Start e scegliere Apri centro di connessioni di rete e condivisione. Ora si proceda a cliccare sul nome della connessione in uso e scegliere la voce Proprietà. Qui scorrere e cliccare due volte su Protocollo Internet versione 4 (TCP/IPv4), poi spuntare la voce Utilizza i seguenti indirizzi server DNS e modificare i DNS con gli indirizzi preferiti sia nella voce Server DNS preferito che Server DNS alternativo. Una volta premuto OK le modifiche saranno salvate.

Modificare i DNS in Windows XP

proptcpQuanto spiegato vale per le versioni più recenti di Windows. Se invece si possiede Windows XP, il procedimento per modificare i DNS è un po’ diverso. Da Start scegliere Pannello d controllo -> Rete e connessioni Internet e poi Connessioni di rete. Qui cliccare con il pulsante destro sull’icona della connessione che si sta utilizzando, scegliere Proprietà e scorrere fino a trovare Protocollo Internet versione (TCP/IP).



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18 aprile 2016

Come tornare a Windows 7

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windows-7Windows 10 ha portato una boccata d’aria fresca in casa Microsoft dopo il mezzo disastro che erano stati Windows 8 e 8.1. Tuttavia, neanche Windows 10 manca di pecche e su alcuni computer queste si sentono più di altre, magari perché il computer in questione manca di alcune specifiche tecniche necessarie perché il sistema operativo funzioni al meglio. La conseguenza di tutto ciò, è che sono in molti a voler effettuare il downgrade e tornare a Windows 7. Oggi offriamo diverse soluzioni proprio a queste persone, ecco come tornare a Windows 7.

Tornare a Windows 7 se non sono trascorsi 30 giorni dall’aggiornamento a Windows 10

Un primo metodo per tornare a Windows 7 è offerto dalla stessa Microsoft che, in previsione che qualcuno potesse restare scontento dall’aggiornamento gratuito offerto lo scorso anno, ha voluto semplificare loro la vita.  Questo metodo è infatti possibile per tutti quelli che avevano già una versione di Windows installata sul computer ed hanno effettuato l’upgrade: Windows 10 conserva una copia del vecchio sistema operativo e consente di ritornarci qualora lo si desideri. ATTENZIONE però, questo metodo è possibile solo se non sono trascorsi più di trenta giorni dall’aggiornamento. Tutto quello che bisogna fare è andare in Impostazioni > Aggiornamento e sicurezza > Ripristino e seleziona Torna a Windows 7. Il downgrade non toccherà i file personali ma cancellerà le app eventualmente scaricate dopo l’aggiornamento.

Tornare a Windows 7 tramite formattazione

Se invece sono trascorsi più di 30 giorni dall’aggiornamento, tornare a Windows 7 diventa più complicato perché sarà necessario formattare il computer ed installare il nuovo sistema operativo. Prima di procedere alla formattazione è bene essere in possesso di:

  • Dvd o chiavetta usb con il software d’installazione di Windows 7, compreso il product key, il codice che serve a registrare il prodotto.
  • Effettuare il backup dei dati per evitare di perdere file importanti. La formattazione, infatti, cancella tutti i file presenti sul computer.

Come formattare il pc e tornare a Windows 7

Si procede ora alla formattazione in modo da poter tornare a Windows 7:

  • Come prima cosa bisogna inserire il cd/dvd d’installazione di Windows 7 e poi si deve riavviare il computer. Fare attenzione allo schermo e quando compare la scritta Premere un tasto per avviare da CD-ROM o DVD-ROM… premere un tasto qualsiasi. In questo modo il computer farà avviare il CD. Se la scritta non appare, bisogna entrare nel BIOS e impostare il boot dall’unità CD/DVD. Per farlo bisogna riavviare di nuovo il computer e premere ripetutamente il tasto che viene indicato nel messaggio. Di solito i tasti richiesti sono F2, F10 o Canc e il messaggio che compare è del tipo Press [nome del tasto da premere, ad es. F2] to enter setup. Si accederà alla schermata principale del Boot, attraverso la quale si potrà navigare usando i tasti direzionali della tastiera. Per modificare le impostazioni di avvio bisogna andare nella sezione Avanzate (Advanced o Boot se in inglese), selezionare la voce Sequenza di avvio (Boot sequence) e premere Invio per modificare l’opzione, scegliendo l’unità CD/DVD o l’USB a seconda di dove si tenga il software d’installazione di Windows 7.
  • Si presenta ora la schermata iniziale d’installazione di Windows 7. Si proceda cliccando su Avanti e poi su Accetto le condizioni di licenza e ancora Avanti. Scegliere l’opzione Personalizzata (utenti esperti) e selezionare la partizione su cui è installato Windows 10, dopodiché si deve scegliere Formatta e poi OK. In questo modo verrà cancellato Windows 10 dal computer.
  • Il processo di formattazione richiederà diversi minuti per completarsi. Una volta finito il computer si riavvierà automaticamente dopo inizierà l’installazione di Windows 7.

La procedura d’installazione di Windows 7 è piuttosto semplice e diretta, sarà quindi sufficiente seguire le indicazioni richieste e inserire le informazioni quando richieste, poi il CD/DVD farà il resto.



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15 aprile 2016

Ottenere il controllo remoto di uno smartphone Android

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blogger-image-588491835Il controllo remoto di uno smartphone Android può essere davvero utile in molte circostanze. Che sia perché si lavora con un computer e si abbia necessità di utilizzare molto spesso lo smartphone o per controllare un figlio adolescente, esistono diversi metodi per instaurare il controllo remoto di uno smartphone Android. Un metodo consigliato è quello di usare il programma AirDroid. AirDroid ti permette di utilizzare il dispositivo Android utilizzando semplicemente un browser come Chrome o Firefox.

Cosa serve per ottenere il controllo remoto di uno smartphone Android con AirDroid

Tutto quello che serve per ottenere il controllo remoto di uno smartphone Android con AirDroid è:

  • AirDroid installato sullo smartphone – o tablet – Android. Il programma è scaricabile gratuitamente direttamente dal Google Play Store.
  • Un computer, o portatile, che abbia una connessione internet e un browser installato. A differenza di altre soluzioni, con AirDroid non sarà necessario installare alcun programma sul computer, in quanto il servizio è raggiungibile direttamente dal browser.

Come ottenere il controllo remoto di uno smartphone Android con AirDroid

La prima volta che si accede ad AirDroid il programma chiederà di accedere o registrarsi al servizio. Per poter utilizzare il servizio non sarà necessario iscriversi, ma facendolo si potrà accedere a funzionalità aggiuntive. Il programma chiede anche se attivare l’opzione Cerca telefono, un’ottima funzionalità anti-furto che consente di localizzare e bloccare lo smartphone e cancellare dati personali da remoto. Ora si può ottenere il controllo remoto di uno smartphone Android con AirDroid, ma in questo momento è consigliato di modificare le impostazioni del display in modo che non vada in stand-by: quando il dispositivo va in stand-by, infatti, AirDroid smette di funzionare perché cade la connessione. Ovviamente questo comporta un forte uso della batteria, per cui potrebbe essere saggio tenere il dispositivo Android in carica mentre lo si controlla da remoto.

Nella pagina principale dell’applicazione si trovano tre tabs: Connection, Tools e Recommends. La tab Tools contiene una serie di strumenti molto utili come file e task manager, mentre la scheda Recommends presenta una lista di app che sono raccomandate dai creatori di AirDroid. Per ora è importante concentrarsi sulla scheda Connection. Se lo smartphone Android e il computer sono collegati alla stessa rete Internet, dovrebbero comparire due indirizzi nel box grigio. Il primo indica l’URL per accedere all’interfaccia web di AirDroid, mentre il secondo indica l’indirizzo IP e il numero della porta della connessione usata.

Esistono tre modi per connettersi a AirDroid:

  • Lite connection Mode
  • LAN Connection Mode
  • Remote Connection Mode

Controllo remoto di un dispositivo Android tramite Lite Connection Mode

Se per ottenere il controllo remoto di un dispositivo Android si sceglie l’indirizzo della rete locale, si apre una finestra di verifica della connessione, su cui bisogna tappare Accetta in modo da creare la connessione. In questo modo il controllo remoto avverrà in Lite Connection Mode, il quale non richiede un account AirDroid. Senza account si può accedere solo a funzioni basilari, come l’accesso da remoto ai contatti o agli SMS. La funzione Cerca Telefono, invece, non sarà disponibile.

Controllo remoto di un dispositivo Android tramite LAN Connection Mode

Se si vogliono funzioni aggiuntive si può scegliere il LAN Connection Mode, per il quale è richiesto che il dispositivo e il computer siano collegati alla stessa rete internet. Per connettere i dispositivi tramite questo metodo bisogna collegarsi all’indirizzo http://airdroid.com dal computer, dopodiché scegliere dallo smartphone Scan QR Code ed inquadrare con la fotocamera il QR Code indicato nel browser del computer. In questo modo il dispositivo Android si connetterà immediatamente al computer.

Controllo remoto di un dispositivo Android tramite Remote Connection Mode

Remote Connection Mode è molto simile al LAN mode, con una differenza: invece di collegare i dispositivi tramite rete locale, questo metodo si basa sull’uso del coud, e in particolare dei server AirDroid, che offre 100MB o 1GB a seconda che si possegga un account gratis o a pagamento.



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14 aprile 2016

HijackThis, com’è e come funziona

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hijackthistop1HijackThis è un piccolo software gratuito che consente di controllare le parti del computer che normalmente vengono attaccate da virus e spyware e quindi di eliminare eventuali infezioni. A differenza di programmi simili, come Ad-aware o SpyBot, HijackThis non necessita di installazione e pesa davvero pochissima, circa 400 KB. Non solo questo, ma spesso il programma riesce ad individuare minacce che non vengono rilevate dai suoi concorrenti. Si pensi ad esempio al caso in cui si sia modificata improvvisamente la home page del browser: questo è di solito dovuto all’installazione di programmi fastidiosi che in taluni casi possono essere pericolosi e che comunque inficiano in una certa misura la qualità d’utilizzo del computer. Con HijackThis problemi di questo genere possono essere risolti.

Come funziona HijackThis?

HijackThis effettua una scansione del sistema e produce un registro in formato file di testo che può essere visualizzato per verificare i risultati e l’eventuale presenza di file esterni al sistema che lo possono danneggiare o influire sul suo funzionamento. In questo modo si può intervenire per eliminare la minaccia e tornare alla normalità. Attenzione, però, a non cancellare quegli elementi di cui non si conosce l’esatto significato, in quanto potrebbero essere file di sistema fondamentali per il suo funzionamento. Tutto quello che occorre fare è cliccare su Hijackthis.exe per far partire il programma, e cliccare su Do a system scan and save a logfile per procedere alla scansione e alla creazione del file log con i risultati. Il file di testo potrà essere aperto semplicemente con Blocco Note di Windows. Da lì si potranno analizzare tutti i file trovati, che il programma divide in aree chiave del sistema e decidere se procedere o meno all’eliminazione dei file.

HijackThis può essere scaricato gratuitamente a questo indirizzo, sotto forma di file exe. Per procedere al suo utilizzo sarà sufficiente eseguire il file, in quanto non è richiesta alcuna installazione.



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13 aprile 2016

Come effettuare il backup su Android

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AndroidBackupCon gli smartphone che diventano sempre più centrali nella vita di ognuno, l’evenienza che questi possano danneggiarsi diventa un vero incubo: oggigiorno sui telefonini non ci sono più solo numeri di telefono, ma anche applicazioni, fotografie, video, dati importanti. Per fortuna la tecnologia ci viene in soccorso permettendoci di salvare tutti i dati importanti tramite la creazione di un backup, un salvataggio di tutto ciò che è importante. Vediamo allora come effettuare il backup su Android.

Come effettuare il backup su Android tramite Google

I modi per effettuare il backup su Android sono tantissimi, soprattutto grazie ad una serie di applicazioni create appositamente per questo. Prima ancora che scaricare le app, però, bisogna sapere che Google mette a disposizione un metodo per salvare tutti i dati personali collegati all’indirizzo e-mail usato per il proprio smartphone. Tutto quello che occorre fare per effettuare il backup su Android, in questo caso è:

  • Andare nelle Impostazioni e selezionare la voce Backup & ripristino
  • Nella sezione Account Google, pigiare su Backup dei dati personali e verificare che sia attivato; in caso contrario attivare la voce. In questo modo lo smartphone procederà al backup dei dati personali non appena sarà disponibile una connessione Wi-Fi.

Come effettuare il backup su Android tramite Titanium Backup

Il backup di Google, come scritto precedentemente, non salva tutti i file ma solo i dati personali. Per questo motivo può essere utile utilizzare applicazioni scaricabili dal Play Store, il cui unico obiettivo è proprio effettuare il backup su Android. Tra queste app si consiglia innanzitutto Titanium Backup, che però ATTENZIONE richiede i permessi di root.

Titanium Backup è l’app più famosa in tale ambito ed è disponibile sia in versione free, che a pagamento (per 5,99€). Essa copia tutte le applicazioni del telefono ed è in grado anche di ripristinare il telefono. La versione a pagamento offre anche la possibilità di codificare i backup, conservare più versioni della stessa app e offre anche il supporto ai servizi cloud. Usare Titanium per effettuare il backup su Android è piuttosto semplice:

  • Innanzitutto bisogna scaricarla dal Google Play Store e, al momento dell’installazione, concedere i permessi di root. In questo frangente potrebbe essere richiesta anche l’attivazione del debug USB; in tal caso è sufficiente seguire l’avviso per eseguire l’operazione.
  • Ora si può procedere ad effettuare il backup su Android. Per farlo basta pigiare su Azioni in massa, in alto a destra, e poi spuntare l’opzione Backup di tutte le app utente + dati sistema. Se si preferisce invece salvare solo le app o solo i dati di sistema si possono scegliere le alternative corrispondenti.
  • Se invece si vuole ripristinare il telefono usando un backup creato in precedenza, sempre dal menu Azioni di massa bisogna selezionare l’opzione Ripristina tutte le app con dati oppure Ripristina app mancanti + tutti i dati di sistema.

Effettuare il backup su Android tramite Easy Backup & Restore

Per chi volesse un’alternativa a Titanium per effettuare il backup su Android, si consiglia Easy Backup & Restore. L’app, scaricabile gratuitamente dal Play Store, consente di salvare messaggi, calendario, preferiti del browser e tanto altro. Inoltre, Easy Backup & Restore permette di salvare il backup anche su una microSD o su cloud, supportando tutti i servizi disponibili, come Google Drive, Dropbox o OneDrive.



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12 aprile 2016

Aumentare le prestazioni del computer con Wise Registry Cleaner

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wise-registry-cleaner-05-700x481Wise Registry Cleaner è uno dei migliori programmi per pulire il registro di sistema di Windows e aumentare le prestazioni del computer andando a cancellare elementi obsoleti e chiavi corrotte. Wise Registry Cleaner non è certo l’unico programma per la pulizia del registro, ma è da molti esperti considerato il migliore tra essi, grazie ad una serie di funzionalità e qualità aggiuntive che lo differenziano dalla concorrenza. Innanzitutto non è difficile da usare, grazie alla sua interfaccia pulita, inoltre consente di programmare la pulizia del registro, le scansioni sono veloci e crea i backup dei registri in maniera automatica.

 Cosa offre Wise Registry Cleaner

 Wise Registry Cleaner è un ottimo programma di pulizia del registro, anche se alcune funzionalità sono piuttosto inutili, ci sono solo per “apparenza”. Per esempio, la funzionalità che permette di programmare le pulizie del registro su base giornaliera, settimanale o mensile è bella da vedere, ma sostanzialmente poco utile: non è necessario pulire continuamente il registro.  Ciò nonostante, il programma ha molti punti di forza, come ad esempio il fatto che viene aggiornato mensilmente e l’aggiornamento è automatico, limitando, quindi, il disturbo per l’utente. Molto utile anche il fatto che Wise Registry Cleaner distingue tra chiavi di registro e altri file che possono essere eliminati in maniera sicura e quelli che invece non possono essere eliminati in maniera completamente sicura, garantendo una maggiore sicurezza per l’utente. Sempre a tal fine, il programma fa anche il backup automatico prima di procedere all’eliminazione dei file. Un’ulteriore caratteristica davvero utile di Wise Registry Cleaner è data dal fatto che il programma offre anche la possibilità di procedere ad una deframmentazione del disco rigido, in modo da aumentare ulteriormente le prestazioni del computer ed eliminando la necessità di scaricare e installare un altro programma.

Wise Registry Cleaner è scaricabile gratuitamente qui.



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11 aprile 2016

Quale servizio cloud scegliere?

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salvare-dati-sul-cloudConservare i propri file in cloud ha molti vantaggi. Si possono guardare i file da qualsiasi smartphone, tablet o computer che siano connessi ad internet, e il cloud può anche fornire un backup dei file che, così, non potranno più essere perduti qualora lo smartphone si perda o danneggi. Usare i cloud è quindi consigliato, ma quale servizio cloud scegliere? Esistono numerose alternative, molte delle quali proposte dalle big del mercato tecnologico, ecco una guida.

Quale servizio cloud scegliere: il prospetto riassuntivo

OneDrive

Dropbox

Google Drive

Restrizione
dimensione file

   10GB

10GB usando il sito,
nessuna tramite app

5TB

Spazio gratuito

5GB

2GB

15GB

Piani a pagamento

2€/mese per 50GB

10€ per 1TB

2€ per 100GB o
10€ per 1TB

 

Dopo aver dato uno sguardo al prospetto, vediamo nel dettaglio quale servizio cloud scegliere sulla base dei punti di forza e delle debolezze di ciascuno.

Quale servizio cloud scegliere: OneDrive

OneDrive è il servizio cloud offerto da Microsoft, integrato già nei sistemi operativi Windows 8 e 10, dove compare all’interno del file explorer, ma disponibile per tutti su internet. Con One Drive è possibile salvare qualsiasi tipo di file, come foto, video, documenti, e poi accedere ad essi da qualsiasi computer o smartphone. Il punto di forza del servizio è la sua integrazione al pacchetto Microsoft Office, come Word o Excel, così che quando si lancia una di queste applicazioni si potranno vedere tutti i documenti recenti salvati in OneDrive, ed eventualmente anche aprirne uno e collaborare con altre persone qualora si possegga un abbonamento a Office 365. È la scelta naturale se si possiedono pc o smartphone Windows.

Quale servizio cloud scegliere: DropBox

Quando si pensa ai servizi cloud, si pensa a Dropbox, il primo grande servizio famoso del settore. Dropbox è affidabile, sicuro e facile da usare. I file salvati sono accessibili sia dal sito dell’azienda, che da applicazioni desktop per Windows, Mac e Linux, sia da applicazioni disponibili non solo per Android e iOs, ma anche BlackBerry e Kindle Fire. È possibile caricare i file in Dropbox sia dal sito che dalle applicazioni, in maniera semplicissima: basta incollare o trascinare i file nella cartella dedicata, grazie al fatto che Dropbox viene aggiunto al file system del dispositivo. Lo spazio gratuito messo a disposizione è di soli 2GB, ma il servizio offre una serie di opportunità per aumentare lo spazio, come abbiamo già spiegato in questo articolo.

Quale servizio cloud scegliere: Google Drive

Il gigante di internet ha fatto le cose per bene anche con il proprio servizio di cloud storage: con Google Drive si ottiene un po’ di tutto, un programma di scrittura, un’applicazione come Excel, per non parlare dei 15GB di spazio gratuiti. Google Drive è ottenibile da tutti coloro che hanno un account Google (Gmail), semplicemente andando al sito drive.google.com o scaricando l’app dallo smartphone. In questo ultimo modo, tramite Google Foto, è anche possibile ottenere un salvataggio illimitato delle foto se si sceglie di salvare in alta qualità e non in qualità originale, cosa davvero da non sottovalutare. Facile ed intuitiva



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8 aprile 2016

Le migliori app per il make-up su Android

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10-best-camera-apps-for-android-4Oggi ci rivolgiamo in particolare a tutte le nostre lettrici (ma non solo) amanti della tecnologia e che vedono lo smartphone come un alleato per una delle operazioni più delicate della giornata: l’uso del make up. Per qualcuno potrà infatti sembrare una cosa inusuale, ma su Android sono disponibili moltissime app per il make-up. Queste app per il make-up si distinguono sostanzialmente in due tipi: il primo tipo consiste in app che permettono di modificare il proprio viso partendo da una fotografia scatta con la fotocamera dello smartphone, a cui si possono poi applicare vari trucchi digitali; il secondo tipo di app per il make-up consiste invece in applicazioni che danno consigli e presentano guide su come truccarsi al meglio.

L’elenco migliori app per il make-up

Ecco l’elenco delle migliori app per il make-up scaricabili dal Play Store:

  • Perfect365: Trucco per il volto. Viene usata da più di 65 milioni di persone e consente di modificare le proprie fotografie. Con Perfect 365 sarà possibile eliminare le imperfezioni, cancellare le occhiaie, sbiancare i denti, cambiare il colore degli occhi, scolpire le sopracciglia, provare varie tonalità di make-up come ombretto, rossetto, fard, eyeliner. Richiede una connessione ad internet durante l’uso.
  • Virtual Makeover ha sostanzialmente lo stesso obiettivo di Perfect365, ma non richiede la connessione ad internet. Non sembra sia all’altezza della prima app per il make-up presentata sopra, ma senza internet permetterà comunque di applicare una vasta gamma di trucchi, hairstyle diversi, la possibilità di scegliere direttamente tra 80 acconciature portate da persone famose e 20 look dei vip.
  • MakeUp Pro funziona in maniera diversa dalle altre due app per il make-up, in quanto più che modificare le proprie foto, l’app offre l’esperienza di avere un make-up artist professionale a propria disposizione. L’applicazione usa un algoritmo per calcolare i modi migliori per truccare ciascun viso in maniera specifica, dando anche consigli ed offrendo varie risorse di bellezza.


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7 aprile 2016

Whatsapp, nuovo sistema per la protezione della privacy

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whatsappcomplete2Dopo un percorso di un anno e mezzo, il gigante mondiale della messaggistica Whatsapp ha finalmente completato il progetto di sicurezza che ha visto l’implementazione di una forte crittografia end-to-end sulla sua piattaforma e su tutte le piattaforme mobili per le quali offre la sua applicazione. Questo significa che con l’aggiornamento, gli utenti avranno di default le loro conversazioni protette tramite crittografia e si parla di un gran numero di utenti: l’anno scorso, infatti, Whatsapp ha superato il miliardo di utenti attivi in tutto il mondo. Con la crittografia end-to-end le conversazioni degli utenti non sono più conservate sui server di Whatsapp in semplici file testo, né la compagnia stessa sarà in grado di leggere le conversazioni in quanto non detiene le chiavi di crittografia. Questo significa anche che Whatsapp non sarà in grado di consegnare i dati qualora ciò venga richiesto dalle autorità.

Il percorso di aggiornamento ha richiesto due anni di lavoro

Nonostante questa notizia possa sembrare correlata a quanto sta accadendo nelle ultime settimane tra l’FBI e la Apple, Whatsapp sta in realtà lavorando alla crittografia dal 2013, sin da quando Snowden ha suscitato scalpore a livello mondiale rivelando fino a quanto si estendessero i controlli dell’agenzia americana della sicurezza nazionale. L’anno successivo Whatsapp si rivolse alla Open Whisper Systems e ha iniziato ad integrare sin dal 2014 il protocollo Signal di crittografia end-to-end, valutato positivamente da molti esperti ed utilizzato attualmente dallo stesso Edward Snowden.

Per ottenere il nuovo sistema di sicurezza è necessario aggiornare Whatsapp

Con l’aggiornamento delle scorse ore, il procedimento è completato e “riguarda chat, chat di gruppi, allegati, note vocali e chiamate vocali che avvengono su Android, iPhone, Windows Phone, Nokia S40, S60, Blackberry e BB10”, come ha fatto sapere la Whisper Systems. Si ricorda che nonostante l’upgrade al nuovo sistema di crittografia end-to-end avvenga automaticamente per tutti, questo non significa che chiunque stia già godendo delle nuove misure per la privacy, in quanto a tal fine è richiesto l’aggiornamento all’ultima versione dell’applicazione, disponibile in tutti gli store dei vari sistemi operativi.



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6 aprile 2016

È possibile usufruire di più di un mese gratis di Netflix?

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netflix-3-1200x630-cSono ormai diversi mesi che il gigante americano che tanto spaventa i canali televisivi è sbarcato anche in Italia, proponendosi di rivoluzionare il modo in cui gli italiani usufruiscono di film e telefilm. Il percorso non è stato facile, l’Italia non è propriamente conosciuta per la qualità delle sue connessioni internet, connessioni che sono necessarie per poter usufruire dei servizi di Netflix, che consente di rimuovere la necessità di un televisore offrendo i suoi prodotti in streaming. Come strategia di lancio in Italia, Nextflix ha deciso di offrire un mese di servizi gratuito per tutti, in modo da poter effettivamente valutare la qualità del prodotto e decidere in maniera informata se abbonarsi o meno. Con un catalogo sempre in aumento e con serie originali di propria produzione che fanno incetta di premi – in arrivo anche la prima serie Netflix tutta italiana, Suburra, sul caso di Mafia Capitale – Netflix ha deciso di essere aggressiva. Ma esiste un modo per avere più di un mese gratis di Netflix?

Come si faceva per avere più di un mese gratis di Netflix

Fino a poco fa, avere più di un mese gratis di Netflix era piuttosto semplice: ogni profilo richiede un indirizzo e-mail e carta di credito e consente d inserire fino a tre utenti, quindi una persona che avesse avuto due amici interessati a mettere Netflix avrebbe potuto creare un sistema di rotazione grazie al quale tutti e tre avrebbero potuto usufruire più di un mese gratis di Netflix, anzi ben tre. Questo trucco, che ricordiamo comunque essere illecito, non è più eseguibile: l’azienda americana si è accorta che molti usavano questo giochetto e ha deciso di modificare le regole: oggi il sistema funziona sul riconoscimento dell’indirizzo ip di ogni utente. Anche usando credenziali e metodi di pagamento diversi, ora il sistema si accorge che quell’indirizzo ip ha già usufruito del mese di prova e non può più, quindi, usufruirne. D’altronde i prezzi di Netflix non sono neanche alti: si va dagli 8€ dell’abbonamento base ai 12 di quello premium, con cui si può utilizzare Netflix su fino a quattro schermi contemporaneamente.



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5 aprile 2016

Wi-Fi Matic gestisce al meglio le connessioni wireless

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wifiUno delle più grandi pecce degli smartphone di oggi è la durata della batteria, che non arriva quasi mai a fine sera, scaricandosi nel giro di poche ore. Tutti ormai conoscono i trucchetti più famosi per risparmiare la batteria: abbassare la luminosità dello schermo, disattivare il 4G o 3G, il Wi-Fi ecc. tutti questi accorgimenti possono però non bastare, non a caso è vero e proprio book dei caricatori portatili. Oggi vediamo come sia possibile ottimizzare l’uso della funzione del Wi-Fi in modo da risparmiare energia e anche facilitarsi la vita tramite un’applicazione chiamata Wi-Fi Matic.

Cos’è Wi-Fi Matic

Wi-fi Matic è un’app che gestisce le reti wireless in maniera automatica e in maniera diversa dal normale, che consente di risparmiare la batteria. Wi-Fi Matic si collega e scollega alle reti senza fili salvate sul dispositivo in maniera autonoma e lo fa senza usare il gps, come avviene normalmente, ma analizzando a quali celle della linea cellulare lo smartphone sia agganciato.

Come funziona Wi-Fi Matic?

Ogni volta che lo smartphone si collega ad un Wi-Fi, se il programma è attivato registra i parametri della cella in cui si trova in quel momento, dati che utilizza per sapere quando riattivare o disattivare il wi-fi in futuro. Tutto quello che occorre fare è scaricare Wi-Fi Matic dal Play Store e installarlo. All’apertura, se si è collegati ad una rete wi-fi, verranno subito mostrati i parametri relativi alla rete stessa. Facendo swipe verso sinistra di visualizzano nuove schede: Wi-Fi State, Connection history, Configuration e about. Andiamo in Configuration e si avrà una schermata simile:hhh

Come si può vedere, da questa schermata di Wi-Fi Matic sarà possibile scegliere le opzioni desiderate per tre azioni:

  1. To disable wi-fi automaticaly when there is no wi-fi connection, click button below (per disattivare automaticamente il wi-fi automaticamente quando non c’è alcuna connessione, pigiare il bottone sottostante). Sarà quindi possibile tra attivare o meno l’opzione.
  2. Try to re-establish the connection every (provare a ristabilire la connessione ogni): e viene data la possibilità di scegliere tra 1 minuto e 8 ore.
  3. To fix wi-fi packet lost or disconnected for old routes (service will run), click below (per riparare pacchetti wi-fi persi o disconnessi per vecchi canali premere sotto): anche qui si potrà scegliere tra attivare o meno l’opzione.


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4 aprile 2016

I migliori smartphone cinesi del 2016

Xiaomi-Mi4C

Esiste, ormai, un vero e proprio segmento di mercato che ha come oggetto gli smartphone cinesi, prodotti provenienti dal sol levante che stanno conquistando anche l’occidente perché si presentano con prezzi contenuti e qualità dei dispositivi non affatto malvagia. Trovare marca e modello giusto, però, non è spesso facile, visto che questi smartphone cinesi sono praticamente sconosciuti ai più. Ecco di seguito un elenco dei migliori smartphone cinesi del 2016 fino ad ora.

I migliori smartphone cinesi del 2016 per tutte le tasche

Cominciamo l’elenco dei migliori smartphone cinesi del 2016 dai dispositivi di fascia bassa. Tra questi, troviamo:

Cubot x16

maxresdefaultQuesto smartphone cinese di entry level ha davvero un ottimo rapporto qualità prezzo, presentando una componentistica hardware di tutto rispetto per la categoria: schermo da 5 pollici full HD, processore quad core 1,3 GHz HotKnot, 2 GB di RAM,16 di storage e connettività LTE. Per quanto riguarda il reparto fotografico, il Cubot x16 presenta una fotocamera posteriore da 13 Mpx e una anteriore da 5. Prezzo: 139,99€ su Amazon.

Xiaomi Mi 4c

xiaomi-mi4c-3gb-32gbLa Xiaomi è una delle compagnie cinesi più famose grazie alla qualità dei suoi prodotti e non poteva di certo mancare nell’elenco dei migliori smartphone cinesi del 2016. Il modello in questione ha un ottimo hardware: Qualcomm Snapdragon 615, Octa Core 1.7 GHz,  lo stesso montato sull’LG G4, flagship dell’anno scorso della casa coreana, GPU Adreno 405, 16GB ROM, 2 GB di RAM. Schermo da 5 pollici, full HD con risoluzione 1920×1080 pixel e fotocamere da 13 e 5 megapixel. Il sistema operativo è MIUI 6, con aggiornamento al 7, basato sulle più recenti versioni di Android. Concludono l’elenco l’innovativo tipo di connessione USB Type-C ed il supporto dual sim. Unica pecca è l’assenza della banda 20 che può comportare qualche problema di ricezione con alcuni operatori telefonici. Prezzo: 250€ su Amazon.

OnePlus X 4G

61VOwGbyfBL._SX425_OnePlus fa parlare di sé da diverso tempo a questa parte, nel bene e nel male. Il OnePlus X è uno smartphone non top di gamma, ma pur sempre di tutto rispetto che merita una menzione nell’elenco dei migliori smartphone cinesi del 2016 grazie alla sua fluidità e al design.  Processore Qualcomm Snapdragon 8.0 fino a 2.3 GHz, con 3 GB di RAM, e 16 GB di memoria interna. Schermo AMOLED da 1920x1080p, 441 pixel per pollice, fotocamera con pixel nella media ma non proprio eccezionali: 13MPx per la fotocamera posteriore, 8 per quella frontale. L’interfaccia utente è, come per tutti i OnePlus, OxygenOs, basato su Android Lollipop. Prezzo: 277,99€ su Amazon.

OnePlus 2

gsmarena_001Ancora uno smartphone OnePlus nell’elenco dei migliori smartphone cinesi del 2016. Nonostante questo modello sia uscito nel 2015, infatti, resta ancora valido grazie alle buone caratteristiche tecniche. Lo smartphone presenta un Qualcomm Snapdragon 810 Octacore da 1.8 GHz, 4 GB di RAM e una ROM da 64GB. Lo schermo è un LCD da 5.5 pollici e una risoluzione 1920x880p, mentre le fotocamere hanno i soliti 13 e 5MPx, con la differenza, però, che la fotocamera posteriore può girare anche video nella nuova risoluzione 4K. Prezzo: 455,99€ su Amazon.

Meizu Pro 5

Meizu-MX5-ProÈ praticamente un phablet, con il suo schermo da 5,7 pollici e se le dimensioni non vi spaventano, questo è il dispositivo che fa per voi. Processore Exynos 7420 – octa-core a 64 bit con frequenza massima di 2,1 GHz, lo stesso che è presente nel Samsung S06, RAM da 4GB e memoria interna da 64. Il display è un Super Amoled da 1920×1080 pixel e densità da 386 ppi. Per quanto riguarda il reparto fotografia, il phablet presenta una fotocamera posteriore da ben 21 MPx  f/2.2 con doppio flash LED, mentre quella anteriore è da 5MPx. Batteria nella media, non proprio duratura, da 3050 mAh. Prezzo: 542,35€ su Amazon.

 



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1 aprile 2016

Come convertire un file txt in pdf

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pdf-converterIl formato PDF è ormai il formato per documenti più diffuso in ambito lavorativo, grazie al fatto che può essere letto su praticamente qualsiasi dispositivo. Che si debba mandare un documento via email, o caricare il documento su un sito online, si può star certi che il formato PDF verrà correttamente letto e accettato. Sempre più spesso, quindi, nasce la necessità di dover convertire un file, cosa che può risultare difficile per chi non ha mai dovuto fare un’operazione del genere. Niente paura però, perché oggi spieghiamo come convertire un file TXT in PDF.

Convertire un file TXT in PDF tramite servizi online

Convertire un file TXT in PDF è in realtà semplicissimo e non richiede neanche il download o installazione di un programma sul computer, in quanto è possibile utilizzare dei servizi che fanno tutto online.  Un primo sito da cui si può effettuare la conversione è PDFConverter. Il servizio è davvero intuitivo: è sufficiente trascinare o selezionare il file che si vuole convertire, cliccare su Convert e dopo aver velocemente uploadato e convertito il file, il sito renderà disponibile il PDF per il download.

Altro programma con cui si può convertire un file TXT in PDF è Online2PDF, che consente non solo di convertire un file TXT in PDF, ma anche altri file di testo, immagini, pagine web. Il sito è completamente gratuito ma non si può caricare più di venti file contemporaneamente o caricare file il cui peso superi i 50 mb.

Convertire un file TXT in PDF tramite Blocco Note

Per chi non avesse una connessione internet sempre a disposizione, esiste un trucchetto che permette di convertire un file TXT in PDF tramite Blocco Note, il programma di Windows. Per la conversione è sufficiente aprire con Blocco Note il file che si vuole convertire e poi procedere come se si volesse stampare: File -> Stampa -> Selezione stampante -> Microsoft print to PDF -> Stampa. Sarà quindi sufficiente cliccare su Salva come, assicurandosi che sia selezionato il formato PDF e la conversione avrà inizio.



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