30 settembre 2016

Funzionalità nascosta Windows 10: Login Super Amministratore

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I più recenti Sistemi Operativi Windows sono stati potenziati inserendo varie funzionalità aggiuntive, alcune di esse nascoste ed attivabili solamente attraverso comandi specifici. In Windows 10 è presente l’account Super Amministratore o Super Administrator anche se non immediatamente visibile nell’elenco utenti, poiché disabilitato di default per mantenere un maggior livello di sicurezza.

Amministratore e Super Amministratore: differenze

In Windows 10 è presente l’account utente Standard o Guest con il quale si possono compiere azioni sostanzialmente di base, senza il pericolo di creare falle nella sicurezza del Sistema Operativo anche a discapito di eventuali altri utenti. Il secondo tipo di account è Amministratore con il quale è possibile accedere a tutti i file, installare software e modificare le impostazioni di protezione. Tutte queste operazioni sono però soggette all’User Account Control – UAC – il quale, nel caso in cui il programma che si sta per installare sia potenzialmente dannoso, avvisa l’utente con una notifica. Se si effettua il login come Super Amministratore la funzionalità UAC verrà disabilitata, potendo usufruire in questo modo dei massimi privilegi amministrativi, tuttavia si consiglia di utilizzare tale modalità solo per risolvere problemi importanti e non come account predefinito.

Attivare Super Amministratore

Per attivare l’account Super Amministratore in Windows 10 si possono percorrere tre strade:

Metodo 1: Prompt dei Comandi

Sulla tastiera vanno premuti contemporaneamente i tasti X e quello con il logo di Windows, dopodiché andrà cliccato Esegui come amministratore, si aprirà il Prompt dei Comandi nel quale andrà digitato: net user administrator /active:yes e premere il tasto Invio sulla tastiera, infine andrà digitato il comando exit e terminare sempre dando invio dalla keyboard. Per verificare l’attivazione di Super Amministratore, dal menu Start – clicca sul tuo nome – in alto a destra comparirà la voce Administrator.

Metodo 2: Utenti e gruppi locali

Premere contemporaneamente i tasti Windows ed R per aprire la finestra Esegui nella quale andrà digitato il comando: lusrmgr.msc, dopodiché dare conferma cliccando il tasto OK. In questo modo verrà aperta la sezione Utenti e gruppi locali, a sinistra della schermata bisognerà cliccare la cartella Utenti, successivamente nel riquadro centrale cliccare due volte la dicitura Administrator per visualizzare la scheda Proprietà Administrator. A questo punto andrà deselezionata la voce Account Disabilitato togliendo semplicemente la spunta, infine andrà cliccato Applica, OK e chiudere la sezione.

Metodo 3: Criteri di sicurezza locali

Come per il metodo precedentemente spiegato, andranno premuti contemporaneamente in tasti Windows ed R per accedere alla finestra Esegui, si aprirà la casella Apri nella quale bisogna digitare il comando: secpol.msc e dare conferma cliccando il tasto OK. Verrà aperta la scheda Criteri di Sicurezza Locali, nella scheda a sinistra Criteri Locali bisognerà cliccarla due volte e successivamente un singolo click su Opzioni di Sicurezza. Nel riquadro centrale andrà invece cliccata due volte la voce Account: stato account Administrator, dopodiché dalla scheda Proprietà – Account: stato account Administrator – Attivato – click su Applica – OK e chiudere la scheda.

Longin Super Administrator

Per effettuare il Login con l’account Super Amministratore vanno premuti contemporaneamente i tasti CTRL+ALT+CANC, successivamente cliccare Cambia Utente e scegliere dall’elenco Administrator. Per proteggere questo particolare tipo di account è preferibile impostare una password in questo modo: Net user administrator tuapassword (l’indicazione “tua password” è da sostituire con il proprio codice di sicurezza personale) – Net user adiministrator activate:yes

Disabilitare Super Administrator

Per disabilitare la funzione Super Administrator bisogna recarsi nuovamente nel Prompt dei Comandi, premendo contemporaneamente i tasti Windows ed X. Digitare nel Prompt il comando:

net user administrator / active:no, successivamente premere il tasto Invio, quindi scrivere il comando exit e di nuovo Invio.



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Come eliminare graffi dallo schermo dell’iPhone

Come eliminare graffi dallo schermo dell’iPhone

Come eliminare graffi dallo schermo dell’iPhone

Possedete il tanto caro e amato iPhone? Benissimo…Oggi siete capitati nel sito giusto. Nella guida odierna, come anticipato già dal titolo, andremo a spiegarvi molto brevemente ma al tempo stesso dettagliatamente come eliminare graffi dallo schermo dell’iPhone seguendo degli utili consigli.

Vediamo come eliminare graffi dallo schermo dell’iPhone seguendo dei piccoli consigli

Entrando nello specifico, i passaggi che dovrete seguire sono molto facili, anche se nel settore della tecnologia mobile avete poco esperienza per questo non preoccupatevi e seguite alla lettera tutto ciò che tra poco andremo a riportare qui sotto.

Se veramente siete interessati a scoprire come eliminare graffi dal display dell’iPhone vi consigliamo vivamente di prendervi 10 minuti liberi del vostro tempo e leggere ma leggere con la massima attenzione tutti i passaggi. Ovviamente, nel caso dovessero insorgere problemi di varia natura non esitate a scriverci, mi raccomando.

Ecco quindi ciò che bisogna fare per eliminare una volta per tutti i graffi dal display del melafonino di casa Apple:

  • Nel caso il vostro iPhone possiede un graffio superficiale vi basta acquistare una semplice pasta abrasiva dedicata apposta agli schermi touch presenti in commercio;
  • Per rimuovere definitivamente tutti i graffi vi basterà passare la pasta più volte sul pannello affidandovi ad un panno possibilmente morbido, agite con la massima delicatezza, chiaro?;
  • Nel caso il vostro dispositivo Apple ha dei graffi di gran lunga più profondi, l’unica cosa da fare consiste nel far cambiare l’interno touch, anche perché, senza girarci troppo attorno la past abrasiva non vi sarà di gran aiuto;
  • Per poter risolvere il problema una volta per tutte esiste anche un’altra soluzione, su Internet in maniera particolare, vendono dei Kit di sostituzione di vari componenti interni con attrezzi che servono all’esecuzione corretta dell’intervento;
  • Una volta che avete provveduto ad acquistare un kit vi basterà seguire passo dopo passo quanto scritto nel dettaglio nelle istruzioni, associate sempre al Kit, per cambiare in tutta facilità lo schermo dell’iPhone.

In conclusione, secondo una nostra opinione personale, se volete a tutti i costi evitare ogni genere di graffio sul vostro caro iPhone, è sempre meglio acquistare le pellicole protettive!

Prima di salutarci, la domanda che vi poniamo è la seguente: Voi come avete aggiustato il pannello touch del vostro melafonino? Fatecelo sapere rilasciando un commento.



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29 settembre 2016

Come scaricare film legalmente senza programmi PC

live-streaming

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Forse non tutti sanno che è possibile scaricare, per guardare poi in tranquillità, film e/o programmi tv gratuitamente e legalmente da varie piattaforme, senza necessariamente installare un’applicazione particolare nel proprio pc. Sono diversi i network televisivi che attualmente si avvalgono dell’IP TV, ovvero quel sistema attraverso il quale è possibile ricevere segnali televisivi usufruendo delle connessioni ad Internet a banda larga, mettendo a disposizione contenuti on demand gratis.

Ray Play

Tra le varie piattaforme, la recente Rai Play è quella che mette a disposizione una quantità considerevole di contenuti che spaziano dai documentari, alle fiction fino ad arrivare alla categoria Grande Cinema, ad ogni modo il metodo qui di seguito spiegato per il libero download funziona anche con gli altri siti di web streaming.

Scaricare Film con PastyLink

Per effettuare il download dei programmi di vostro interesse è necessario solamente aprire il proprio browser (ovviamente connesso ad internet) e collegarsi al link:

http://pasty.link/

dopodiché si verrà indirizzati nella pagina principale del tool gratuito. Il suo funzionamento è molto facile ed intuitivo, basterà infatti copiare nel riquadro posto sotto il logo l’Url del programma che si vuole scaricare e dare conferma cliccando l’icona a forma di lente d’ingrandimento. Nel riquadro sottostante verranno elencati una serie di file disponibili in vari formati, basterà premere la dicitura Download per dare il via all’operazione. Solitamente uno streaming web è composto da più segmenti, Pasty Link provvederà automaticamente a ricomporli in un unico file ottimizzandolo per i vari dispositivi (pc, tv, tablet e smartphone).

È bene ricordare che questo metodo è valido solo per i siti che offrono prodotti liberamente accessibili, mentre ne rimane comunque illegale la divulgazione. Non è possibile pertanto scaricare, senza violare la legge, da piattaforme a pagamento quali ad esemio: Netflix, Infinity e Sky Go.



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28 settembre 2016

Come Installare Gratis il Play Store

installare Google Play Store

Volete installare il Google Play Store sul vostro nuovo tablet o telefonino Android, in maniera del tutto gratuita? Se avete optato per la scelta di acquistare uno smartphone economico, magari cinese, dovrete confrontarvi con l’assenza del Play Store e dovrete pertanto valutare la possibilità di poterlo installare.

Come fare per installare il Play Store gratis, la procedura

La modalità per poter installare il Play Store può rivelarsi leggermente diversa per ogni dispositivo utilizzato. Un punto importante da chiarire, però, è quello di sbloccare il dispositivo ed effettuare il ROOT.

E’ molto probabile, dunque, che si debba ricorrere all’effettuazione di ulteriori ricerche sul web per il root, così da poter ottenere i privilegi di amministratore sullo smartphone o tablet.

Per effettuare il Root e sbloccare il bootloader è comunque un’attività estremamente delicata, nella quale si rischia anche di compromettere la funzionalità del proprio device. In ogni caso, decade la garanzia.

Installare il Google Play Store su Android, dopo i permessi di Root

Il difficile è già stato eseguito, dunque ora non rimane che installare il Play Store.

Il file per installare il Play Store deve essere ricercato sul web, da Google, cercando Google Play Store apk, oppure scaricando un file dal nome simile a  com.android.vending–7.x.x.apk dove le x.x sono sostituite dal numero della versione.

Il Root del dispositivo ti consentirà, attraverso un file manager (ES File Explorer, o anche un file manager di sistema) di spostare il file da Download nella cartella /system/apps: Il file manager ti conferirà la possibilità di dare all’app, tappandola, i permessi di lettura, scrittura ed esecuzione.

installare Google Play Store

Bisogna far partire questo file cliccandolo dal dispositivo. Alla domanda se si intende installare un file da fonti sconosciute, bisogna confermare. Nel caso di errori, il consiglio è quello di installare Link2SD, app che converte le app e le rende di sistema. In ogni caso, installare il Google Play Store non è un’operazione così elementare e nasconde diverse difficoltà, differenti in base al modello del proprio dispositivo.

 



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26 settembre 2016

Scaricare da Telegram: i migliori gruppi

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Seguire gruppi Telegram è un’attività davvero interessante: si possono infatti seguire gruppi di interesse e di conversazione che, spesso, rappresentano voci fuori dal coro che rapportano problemi, soluzioni ed informazioni in maniera coincisa, immediata ed efficace, nonchè consentono la condivisione di media. Lo sviluppo di Telegram ne fa, ad oggi, uno degli strumenti di comunicazione di gruppo più interessanti.

telegram-messenger

Telegram potrebbe diventare, nel breve, una fonte di pirateria senza limiti. Consente infatti upload e download di dati, documenti e file audiovisivi in maniera rapida e pressoché incognita, o quasi. Dunque, da una breve analisi possiamo notare come, nel giro di poco tempo, si siano sviluppati gruppi per il file sharing, per scaricare ebook, film, musica, torrent e molto altro ancora.

I gruppi dove reperire download sono diventati popolarissimi ed occupano posizioni davvero interessanti tra i più popolari in assoluto in Italia.

Scoprire Gruppi Telegram da seguire

Per scoprire gruppi Telegram da seguire che forniscono materiale utile per download o altro, è necessario utilizzare il motore di ricerca globale che consente di una facile individuazione ricercando il nome specifico (es: download, film o altro). Verificate con attenzione che il materiale che state scaricando non sia protetto dal diritto d’autore o se state infrangendo la legge. Telegram è protetto da crittografia end to end, ma siete comunque responsabili pienamente delle vostre azioni-

Particolare attenzione merita il gruppo @supergruppibot che individua una classifica di gruppi da seguire basandosi sul numero effettivo di seguaci. Tra questi, anche gruppi di videogiochi, pokemon, barzellette o altro. Sicuramente, tra i gruppi più seguiti, troverete ciò che state cercando.

Gruppi Telegram per Iptv

Oltre alla comune pirateria o download concessi, particolare attenzione merita il fenomeno della iptv, mediante la quale viene venduto mediante un pannello una connessione M3U o JSON per la visualizzazione di canali televisivi gratuiti ma anche canali satellitari a pagamento, da usare su dispositivi o in tv. In particolare, le maggiori vittime della iptv sono Sky e Mediaset Premium. Telegram si rivela un canale di comunicazione estremamente praticato anche in questo settore, ma tra i danneggiati si sono anche account per Netflix, siti hard, film streaming e molto altro ancora.

Sul materiale da Scaricare da Telegram, IPTV o altro

Telegram si rivela uno dei più efficaci sistemi di comunicazione per materiale da scaricare, per la IPTV o altro. e-Book, Film, TV o altro sono a rischio di pirateria e possono essere effettuati download con estrema semplicità tra i media condivisi di un gruppo. La crittografia e l’animato consentono ai pirati una vita relativamente tranquilla, anche se il fenomeno non è stato ancora del tutto attenzionato. Oggi si può scaricare con mIRC, utilizzare il sistema torrent o i siti di file sharing, e questa di Telegram diventa una alternativa che farà sicuramente discutere.

Non dimenticare di seguire scarichiamo.it su Telegram!



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Come installare Android Nougat sul PC

Come installare Android Nougat sul PC

Come installare Android Nougat sul PC

Nella guida odierna andremo a vedere come installare Android Nougat sul PC seguendo dei semplici e al tempo stesso veloci passaggi, adatti anche a coloro che nel campo della tecnologia sono poco pratici.

Come installare Android Nougat sul PC seguendo dei passaggi semplicissimi

Entrando nello specifico, un po’ tutti noi sappiamo che il nuovo sistema operativo Android Nougat 7.0 è stato rilasciato di recente ed è già disponibile per quanto concerne i dispositivi appartenenti alla gamma Nexus. Ma siamo certi al 100% che non tutti gli utenti possono godere sfortunatamente sul proprio terminale Android della nuova piattaforma operativa di casa Google.

Per tantissimi terminali ci vorranno settimane, mesi e chissà quanto per vedere l’ultimo sistema operativo Android Nougat 7.0 a bordo del proprio smartphone. Ma è fattibile installare e provare l’ultimo gioiello di Mountain View sul PC! Avete capito bene, non stiamo scherzando…

 

Una build Developer Preview di Android Nougat 7.0 è ufficialmente disponibile da qualche settimana per quanto concerne l’installazione della piattaforma operativa di Google sul proprio Personal Computer. E’ infatti fattibile procedere all’installazione di Nougat sul computer, proprio come qualunque altro sistema operativo. Fantastico vero? Dallo sviluppatore è stato tra l’altro garantito che Android Nougat 7.0 su PC gira a meraviglia!

Tuttavia, è corretto sottolineare fin da subito che il tutto è alle battute iniziali di sviluppo dunque come minimo i bug presenti saranno diversi. Non sarete ancora perfettamente in grado di utilizzarlo come piattaforma giornaliera per ora.

Per tantissime applicazioni i crash potranno essere continui e questo senz’altro potrebbe essere parecchio fastidioso. Una volta che verrà rilasciata in circolazione la versione stabile sarà fattibile installarla e godere completamente delle funzionalità di Android Nougat 7.0 su PC.

Il file che vi serve lo potete scaricare dal seguente indirizzo. Il processo di installazione è semplicissimo ci vorranno pochissimi minuti per iniziare ad utilizzare il nuovo sistema del robottino verde sul computer.

Android Nougat 7.0 verrà eseguito proprio come il noto Remix OS. Avete sentito mai fino ad oggi discutere della piattaforma operativa Remix? Noi personalmente vi consigliamo di provarlo prima di procedere all’installazione di Nougat.

Per chi non lo sapesse,  OS Remix offre un’esperienza a 360 gradi Android sul vostro computer. Si possono fare una miriade di cose molte più le cose di uno smartphone Android normale.

 

Tra l’altro Android sul computer sarà di parecchio più potente e sarete senza alcun problema in grado di giocare con i giochi di fascia alta con grafica super e prestazioni al top. Se riscontrate qualche problema non esitate a scriverci!



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Come registrare telefonate su iPhone

Come registrare telefonate su iPhone

Come registrare telefonate su iPhone

Nella guida odierna vi spiegheremo come registrare telefonate su iPhone seguendo dei passaggi estremamente facili, perfetti anche per chi nel campo della tecnologia è poco esperto e sopratutto risulta alle prime armi.

Come registrare telefonate su iPhone grazie ad un’apposita applicazione

Entrando nello specifico, alla fin dei conti registrare telefonate su iPhone è facilissimo, basta seguire alla lettera la guida di oggi e il gioco è fatto. Ovviamente, nel caso doveste riscontrare problemi non esitate a scriverci, mi raccomando.

Registrare le telefonate su iPhone, come bisogna fare senza cervellarsi più di tanto? Registrare una chiamata facendo affidamento ai memo vocali su un melafonino a primo impatto potrebbe sembra la soluzione migliore, però quando andrete a premere sul pulsante di registrazione e poi chiamare il vostro amico, succede che la registrazione si blocca non appena lui risponde alla chiamata.

Se desiderate realmente procedere alla registrazione di una chiamata sul vostro caro e amato iPhone di casa Apple, tutto quello che dovete fare, a nostro avviso più semplice di cosi si muore, è virare la vostra attenzione sul vastissimo App Store e scaricare un’apposita applicazione di terze parti. Noi personalmente vi consigliamo di utilizzare TapeACall Lite, da molti definitiva la migliore nel proprio campo.

L’applicazione, sottolineiamo fin da subito, volendo è disponibile anche in versione totalmente gratuita ma sarete solamente in grado di ascoltare il primo minuto di conversazione di una telefonata, la versione completa invece mette a disposizione più funzioni ma ovviamente risulta a pagamento.

Vediamo allora come registrare telefonate su iPhone facendo affidamento all’applicazione TapeACall che eventualmente potete scaricare al seguente indirizzo:

  • In primis andate nell’App Store di Apple sul vostro iPhone e cercate l’applicazione in questione;
  • Ora scaricatela e di conseguenza installatela;
  • Dopo averla installata correttamente aprite l’applicazione;
  • A questo punto abilitate l’applicazione inserendo il vostro numero di telefono e dunque inserite il codice di conferma, niente di complicato;
  • Aprite l’app e premete sul pulsante record;
  • Toccate la voce seguente: ‘Aggiungi chiamata’ e inserite il numero di telefono che avete intenzione di telefonare o semplicemente sceglietelo dalla lista die contatti in rubrica;
  • Quando la persona risponde alla telefonata la registrazione si avvia in automatico;
  • Dopo che la telefonata è conclusa, andate indietro nell’applicazione e premete l’icona Play sotto il tasto di registrazione, e potete cosi ascoltare tranquillamente tutte le vostre conversazioni.

Come avete visto registrare telefonate su iPhone con TapeACalle è facilissimo. Alla prossima lettori di Scarichiamo.it.



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Come fare il backup di foto e filmati su Android – Guida

Come fare il backup di foto e filmati su Android

Come fare il backup di foto e filmati su Android

Come un po’ tutti noi sappiamo, tantissimi terminali con a bordo il robottino verde di Google presenti in commercio hanno uno storage quasi nullo e spesso e volentieri appare il fastidiosissimo avviso che richiede il prima possibile di eseguire un backup per salvare i dati. Per chi fino ad oggi non ha pensato mai di procedere al salvataggio dei propri dati ha sempre sbagliato, il backup è di estrema importanza nel caso in cui si dovesse perdere il telefono o vendere. In queste circostanze infatti è sempre consigliato eseguire il salvataggio delle foto e dei filmati in differenti modi. Andiamo dunque a vedere come fare il backup di foto e filmati su Android seguendo dei semplicissimi e rapidissimi passaggi.

Scopriamo come fare il backup di foto e filmati su Android in pochissimi passaggi!

Partiamo dal conosciutissimo Google Foto

Da tanti è considerato la soluzione ottimale che permette spazio infinito di altissima qualità per salvare immagini e filmati e spesso risulta già pre-installato sui device Android. Nel caso non dovesse essere presente, basta scaricarlo dal vastissimo Play Store di Google e il gioco è fatto.

Per abilitare il backup delle immagini e dei filmati, basterà seguire questi facilissimi passaggi:

  • Aprire prima di tutto l’app Foto;
  • A questo punto aprire il menu’ facendo scorrere il bordo sinistro del display;
  • Toccare impostazioni;
  • Selezionare backup e impostazioni.

Come avete visto tutti passaggi facilissimi che potete fare anche se nel campo della tecnologia siete poco pratici.

La domanda che ora vi poniamo è la seguente: come si fa il backup di altre cartelle sul dispositivo? Semplice anche questo. Prima di tutto ricordate scrupolosamente che l’abilitazione del backup e della sincronizzazione avverrà solo per salvare le foto e i filmati scattati direttamente dalla fotocamera del vostro smartphone e non i file scaricati dal web, da applicazioni ecc… Per salvare questo genere di file dunque seguite alla lettera ciò che ora riporteremo qui sotto:

  • Per prima cosa selezionare il backup di cartelle di dispositivi;
  • Di conseguenza selezionare i nomi delle cartelle che si vogliono salvare;
  • Aprire l’app Foto;
  • Aprire il menu’ delle diapositive facendo scorrere la barra sinistra;
  • Selezionare le cartelle dello smartphone;
  • Selezionare l’icona Cloud per eseguire il backup di cartelle specifiche;
  • Ogni cartella di backup si potrà riconoscere tramite l’icona Cloud di colore blu.

Che aggiungere, la guida è terminate e se riscontrate qualche problema non esitate a scriverci. Alla prossima cari lettori.



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25 settembre 2016

Come sbloccare Android senza perdere i dati

samsung

samsung

Il Sistema Operativo Android, al pari di iOS è tra i più utilizzati al mondo. Nonostante i continui aggiornamenti per rendere tale dispositivo sempre più performante e sicuro, non è al momento ancora possibile, ripristinare il terminale senza perdere i dati nel caso in cui venga dimenticato il codice di blocco. Per sbloccare lo smartphone bisogna quindi ricorrere a programmi esterni pensati per ovviare questo inconveniente.

Sbloccare Android primo metodo

Per questo primo metodo è necessario scaricare il programma gratuito Aroma File Manager e acquistare (se non la si ha già) una scheda SD compatibile con il proprio modello di Smartphone. Dopo essersi muniti degli strumenti appena elencati bisogna scaricare e salvare Aroma File Manager nella SD card, la quale andrà poi inserita nel dispositivo Android bloccato, dopodiché andrà avviata la modalità di recupero attraverso il riavvio del telefono (solitamente per il riavvio bisogna premere contemporaneamente il tasto di accensione e quello del volume). Aiutandovi con i tasti del volume + e – dirigetevi sulla voce Install Zip da SD card e seguite il percorso fino ad Aroma File Manager, verrà avviata l’installazione del programma. A questo punto seguite il percorso Gestione Aroma File Manager – Impostazioni – Ripristinare tutti i dispositivi di avvio. Ora è necessario riavviare Aroma File Manager ripetendo – Install Zip da SD Card ma questa volta bisogna dirigersi nella Cartella dati – cartella di sistema e cercare Gesture.key o password.key, questi due file andranno eliminati, quindi spegnere il telefono e riavviarlo. Ora il dispositivo è sbloccato, al primo avvio basta semplicemente indicare il modello per renderlo di nuovo attivo.

Sbloccare Android secondo metodo

In questo secondo metodo servirà l’installazione del pacchetto “strumenti SDK Android”, dopo averlo scaricato sarà necessario aprirlo e deselezionare tutte le voci ad eccezione di Android SDK Platform – Tools che andrà cliccato ed installato all’interno del dispositivo, servirà inoltre il collegamento tramite cavo USB.

Collegate il vostro smartphone al PC con il cavo USB ed aprire la cartella nella quale è stato installato il Tool SDK: App dati – locali – Android SDK – Patform Tools, a questo punto bisogna tenere premuto il tasto MAIUSC + click in uno spazio vuoto + tasto destro del mouse e selezionare la finestra di comando che si sarà aperta, inserire all’interno di essa dei comandi manuali:

Innanzitutto va controllato se il dispositivo sia collegato o meno inserendo il comando:

C:\Users\tuo nome\AppData\Local\Android\android-sdk\platform-tools>adb devices List of devices attached

183ebedi device

emulator-5554 device

C:\Users\Tuo nome\\AppData\Local\Android\android-sdk\platform-tools_

Dopo aver avuto conferma del corretto collegamento e lettura del programma, andrà inserito manualmente questo secondo comando:

ADB shell cd/data/data/com.android.providers.settings/databases sqlite3 settings.db valore impostato sistema di aggiornamento = 0 dove name = ‘lock_pattern_autolock’; sistema di aggiornamento set value = 0 dove nome = ‘lockscreen.lockedoutpermanently’;.smettere

Se questo primo comando non dovesse funzionare allora andrà sostituito con il seguente:

adb shell rm /data/system/gesture.key

A questo punto verrà riattivato il dispositivo il quale verrà sbloccato ad operazione ultimata.

Sbloccare Android terzo metodo

Se queste due soluzioni non hanno raggiunto l’esito desiderato, perché il terminale non dispone del vano SD card o del collegamento USB, allora non resta altro che riportare il dispositivo allo stato di fabbrica ovvero con la cancellazione di tutti i dati.

Innanzitutto bisogna spegnere il dispositivo Android, dopodiché andrà avviato in modalità di recupero tenendo premuti contemporaneamente i tasti Volume + Accensione. Attivata la modalità bisogna selezionare la voce Ripristino dati di fabbrica e dare conferma con il Sì e selezionare Pulire partizione cache per cancellare tutti i dati. Terminati tutti questi passaggi andrà spento e riacceso lo smartphone, il quale ripartirà completamente da zero.



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24 settembre 2016

WhatsApp Messenger Trucchi

whatsapp

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Secondo i dati raccolti nel febbraio del 2016 il numero di utenti totali che utilizzano attivamente WhatsApp Messenger è di circa un miliardo. La sua facilità di utilizzo lo rende alla portata anche di coloro i quali sono a digiuno di tecnologia, infatti, l’età media degli utenti è in constante crescita. L’applicazione vanta aggiornamenti continui, soprattutto dopo l’acquisizione da parte di Facebook avvenuta nel 2014. Tali migliorie hanno introdotto molte funzioni meno conosciute ai più, ecco una rapida guida.

WhatsApp Trucchi

I primi trucchi riguardano il testo del messaggio, nello specifico modificare la formattazione ed il font. Nel primo caso il testo può essere scritto in Grassetto inserendo un asterisco all’inizio ed alla fine della parola, ad esempio * scarichiamo * ottenendo Scarichiamo, in Corsivo racchiudendo la parola tra due underscore ad esempio _ Scarichiamo _ ed otterremo Scarichiamo, infine è possibile barrare una parola racchiusa tra il simbolo Tilde ~ Scarichiamo.

Per quanto riguarda invece il font di testo è possibile modificarlo grazie a Fixedsys, inserendo tre accenti gravi ad inizio e fine parola “` “` ad esempio “`Scarichiamo“`.

Con i nuovi aggiornamenti sono stati introdotti nuovi trucchi per la gestione dell’account, innanzitutto grazie all’app Parallel Space è possibile utilizzare due account differenti sullo stesso smartphone, aprendo una seconda sessione virtuale del tutto indipendente dalla prima. Per quanto riguarda la Privacy, attraverso il blocco anteprima, il contenuto del messaggio non verrà visualizzato tramite le notifiche, tale novità è disponibile sia per terminali iOS che Android, per i primi il percorso è: Impostazioni – Notifiche – Mostra Anteprima, mentre per i secondi è: Impostazioni di Android – Apps – WhatsApp – Notifiche.

WhatsApp permette anche di leggere i messaggi senza inviare la conferma di lettura indicata con la doppia spunta di colore blu, rinunciando però alla conferma di lettura degli altri utenti. Se si desidera avere la conferma, l’unico modo è la lettura dei messaggi attraverso la barra di notifica, tramite iPhone è sufficiente toccare leggermente il Touch 3D, mentre nei dispositivi Android è necessario scaricare App specifiche per nascondere l’accesso come ad esempio Shh – doppia spunta blu.

Così come già avviene da tempo per le email, anche con WhatsApp è possibile inoltrare i messaggi ad altri utenti, utile soprattutto nelle chat di gruppo. È sufficiente tenere premuto un messaggio per far apparire una schermata con pulsanti aggiuntivi: la freccia verso sinistra con la quale è possibile uscire dalla selezione, la freccia che gira verso sinistra serve invece a citare un messaggio della stessa chat, con l’icona a forma di stella si possono salvare i messaggi importati, per eliminare un messaggio bisogna invece cliccare l’icona a forma di cestino, per l’inoltro andrà cliccato il tasto con la freccia verso destra.

I trucchi non sono finiti, ne sono stati introdotti molti altri ancora. Nelle chat di gruppo è possibile controllare chi ha letto un messaggio, semplicemente strisciando il contenuto se si utilizza l’iPhone o tenendo premuto il tasto in alto a forma di i nei telefoni Android. Solo su telefoni con sistema operativo OS X dal percorso Impostazioni – Account – Utilizzo Archivio, si può verificare quali siano le persone con le quali si comunica maggiormente.

Se fino a poco tempo fa “taggare” qualcuno era un’esclusiva di Facebook, adesso è possibile anche con WhatsApp. Il suo funzionamento è uguale a quello del noto social network, basta infatti scrivere @ più il nome della persona, la quale verrà avvisata con una notifica sul cellulare. Infine è possibile inviare ai propri contatti non solo foto/video ma anche documenti in PDF, con Android tramite il tasto a forma di graffetta, mentre con iPhone premendo l’icona di upload e Condividi Documento.



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23 settembre 2016

Stress Test Hard Disk Windows: Come fare

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Possiamo definire l’Hard Disk o Disco Rigido come il cuore pulsante posto all’interno del computer, è infatti il luogo fisico dentro al quale vengono salvati tutti i dati: programmi, musica, fotografie, nonché il Sistema Operativo. Tale memoria di massa, come tutte le componenti hardware, con il tempo è soggetto ad usura pertanto per valutarne lo stato, è bene effettuare periodicamente lo Stress Test: ma come si fa?

Stress Test che cos’è

Durante il normale utilizzo del pc, se il disco rigido è danneggiato, si possono riscontrare numerosi problemi quali ad esempio: cancellazione improvvisa dei dati, l’impossibile avvio del Sistema Operativo, lentezza nella scrittura/lettura dei dati e molti altri ancora. Per controllare lo stato di salute dell’Hard Disk si ricorre quindi allo Stress Test che consiste, attraverso operazioni specifiche, nella verifica e nell’analisi dell’intera memoria di massa.

Come fare Stress Test Hard Disk con Windows

Nei nuovi Sistemi Operativi Windows è presente Diskspd, uno strumento interno dedicato allo stress test, mentre nelle versioni meno recenti lo si può trovare con il nome SQLIO. Per verificare se il proprio pc ne sia munito, bisogna digitare dal tasto ESEGUI il comando Diskspd/SQLIO. Nel caso non fosse presente è possibile scaricare un’utility alternativa, ma altrettanto efficiente, dal sito Microsoft Technet. Il programma verrà scaricato in un file Zip, una volta salvato e decompresso ( si consiglia di creare una cartella facile da reperire, in quanto ogni avvio avviene tramite il Prompt dei comandi – Start – Esegui – CMD), bisogna aprire la versione compatibile con il proprio sistema. Nella cartella sono infatti presenti due versioni: x8fre per i computer a 32 bit, mentre per i computer a 64 bit AMD64. Successivamente andrà aperto il Prompt dei comandi, in Windows 7 tramite il percorso WIN+R ed il comando CMD – Esegui, in Windows 8 e 10 cliccando con il tasto destro del mouse su Start e scegliere il percorso nel quale risiede l’utility Diskspd.

A questo punto sarà possibile effettuare lo Stress Test personalizzandolo in base alle proprie esigenze, per gli utenti meno esperti di seguito consigliamo un comando semplice da usare:

Diskspd.exe – b16k – d90 – Sh – L – o2 – t4 – r- w30 – c50M  HYPERLINK “/c:/testfile.dat”c:\testfile.dat

Attraverso questo comando verrà creato uno rapido stress test, la dicitura b16k indica un blocco da 16 Kilobytes, mentre d90 indica il tempo totale di 90 secondi durante il quale verrà disabilitata la cache sia software che hardware, in una misura di tempo di risposta da 2 IO di trasmissione e 4 Threads, terminato il test i risultati verranno quindi visualizzati nel Prompt dei comandi.

Programma alternativo Stress Test

Se il primo metodo dovesse risultare troppo complicato è possibile utilizzare CrystalDiskMark, un programma gratuito molto più facile ed intuitivo. Dopo aver scaricato ed installato l’applicativo, al primo avvio andrà impostata la lingua di sistema (nel nostro caso Italiano) dal menu Language posizionato nella barra superiore, dopodiché andranno impostate tutte le specifiche per il test.

Dal menu a tendina a sinistra va scelto il numero di volte che si vorrà ripetere lo stress test, nel menu centrale va indicato la dimensione dei dati da analizzare, mentre nel restante menu si seleziona quale partizione verificare (HDD, HD esterno ecc…). I tasti verdi suggeriscono la tipologia di test da eseguire, mentre con il tasto All si possono eseguire tutti i test in un unico blocco. Se per qualsiasi motivo sia necessario interrompere il test, CrystalDiskMark mette a disposizione il tasto Stop mostrando solo i risultati ottenuti fino al momento della sospensione, tali risultati possono essere copiati negli Appunti di Windows.



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22 settembre 2016

Alternative a WhatsApp Web

whatsapp-web

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WhatsApp è l’applicazione di messaggistica istantanea più scaricata dagli Store, dopo essere stata acquisita nel 2014 dal gruppo Facebook Inc. è stata integrata con varie funzionalità in più, tra le quali WhatsApp Web usufruibile attraverso i browser Firefox, Chrome, Opera, Safari, fino al più recente Microsoft Edge, l’app per Desktop non è però compatibile con Internet Explorer.

Come funziona WhatsApp Web

WhatsApp Web nel complesso non è affatto difficile da usare, a patto che vengano soddisfatti dei requisiti fondamentali. Innanzitutto il proprio smartphone deve essere compatibile con l’app la quale al momento riconosce gli iPhone con Sistema Operativo iOS 8.1 e superiori, tutti gli smartphone Android, BlackBerry e BlackBerry 10 ed i Nokia da S60 e S40 EVO. Va inoltre specificato che WhatsApp Web funziona come una sorta di specchio dell’app mobile, pertanto se il telefono è spento l’utility desktop non sarà attiva. Per lo stesso principio non è necessario creare una nuova utenza, né pagare costi aggiuntivi.

Fatte le dovute premesse, vediamo ora come funziona nello specifico WhatsApp Web. Dal proprio browser bisogna collegarsi all’indirizzo web.whatsapp.com, verrà aperta una pagina nella quale è presente in primo piano un codice QR e le indicazioni da seguire in base al proprio modello di smartphone. Successivamente aprire WhatsApp installato nel cellulare, per i modelli iPhone il percorso sarà: Impostazioni – WhatsApp Web, mentre per gli altri modelli andrà pigiata l’icona a forma di tre puntini e selezionata sempre la voce WhatsApp Web, dopodiché cliccare OK, ho capito. A questo punto bisogna inquadrare con il telefono il codice QR ed in pochi secondi verrà effettuata l’associazione, ora è possibile utilizzare WhatsApp Web allo stesso modo in cui si utilizza l’applicazione mobile.

WhatsApp Web per Tablet

WhatsApp Web è fruibile anche per coloro i quali utilizzano i Tablet, basta solamente attivare la modalità desktop. Tale modalità è presente in tutti i menu delle impostazioni dei browser, ad esempio in Chrome tramite l’icona a forma di tre puntini è possibile selezionare la voce Richiedi sito Desktop, la stessa cosa vale per Safari con l’icona a forma di freccia verso l’alto, dopodiché bisogna attendere che il codice QR venga caricato nella pagina ed inquadrato con lo smartphone. Per evitare di dover compiere tutti questi passaggi ogni volta che si utilizza WhatsApp Web, si può aggiungere il collegamento rapido sulla Homepage del Tablet, cliccando semplicemente sull’icona di servizio oppure attraverso il menu impostazioni del browser (premere tre puntini per Chrome, o la freccia verso l’alto per Safari) Aggiungi a Home, l’icona avrà l’aspetto di tutte le altre applicazioni installate ma leggermente differente rispetto alla classica di WhatsApp Messenger.

Alternativa a WhatsApp Web

Per i Sistemi Operativi OS X, Windows e Linux è disponibile un client alternativo e non ufficiale, Whatsie con il quale è possibile chattare da PC senza l’intermediazione del browser. Il client va ad aggiungere diverse funzionalità in più rispetto all’applicazione desktop originale. Innanzitutto è possibile migliorare l’interfaccia grafica modificando il tema di default, con uno a piacimento tra i sette disponibili, le notifiche possono essere ricevute direttamente sul computer, dal quale è possibile inoltre effettuare l’aggiornamento diretto. Con Whatsie sono ovviamente disponibili tutte le funzioni di WhatsApp Web: inviare foto e video, creare chat di gruppo, condividere la propria posizione geografica, correzione automatica del messaggio e la possibilità di avviare l’applicazione con l’avvio del Sistema Operativo. Il suo funzionamento è sostanzialmente uguale a quello di WhatsApp Web, bisogna scaricare Whatsie dalla pagina ufficiale, a programma avviato andrà scansionato con il proprio smartphone il QR Code, entro pochi secondi apparirà la schermata con tutte le conversazioni attive oltre alle funzionalità in più appena elencate.



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21 settembre 2016

Dove trovare Driver per PC

matrix

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Generalmente per i non addetti ai lavori l’importanza della funzione dei driver all’interno del proprio PC non è affatto nota. Ogni computer è formato da varie componenti le quali, per funzionare correttamente, hanno bisogno di dialogare tra loro ma, sfortunatamente, non usano uno stesso linguaggio, ogni periferica collegata al pc interagisce in maniera differente. I driver sono dei programmi che si occupano di pilotare tutti i dispositivi hardware associati al personal computer.

Driver Sistema Operativo

Fino a qualche anno fa con l’acquisto del pc venivano forniti dei CD-ROM di installazione, all’interno dei quali erano presenti tutti i driver necessari. Attualmente per i computer di ultima generazione questi programmi sono già inclusi nel Sistema Operativo, ma solo a livello base. Essendo i driver soggetti a continui aggiornamenti può capitare che quelli pre-installati debbano essere modificati, altrimenti si possono riscontrare problemi di configurazione delle periferiche. Periodicamente i produttori dei componenti hardware rilasciano numerose versioni aggiornate dei driver, ma controllare lo stato delle varie applicazioni può risultare faticoso, oltre ad un dispendio di tempo non indifferente per l’utente. Per ovviare tale problema sono disponibili dei programmi gratuiti che aggiornano e controllano per noi i driver.

Driver Booster

Tra i vari programmi che si occupano di scansionare tutti i driver obsoleti il migliore è risultato essere Driver Booster il quale è al momento già alla sua terza versione. Prodotto dalla società di software IO bit Ltd, Driver Booster è un programma gratuito che non solo individua i driver datati e quindi ormai inefficienti, ma si occupa di installarli automaticamente senza necessità che l’utente intervenga. Il sito che si occupa di raccogliere informazioni, testare e scaricare i software, Softpedia nella sua valutazione ha dato il massimo punteggio (5 stelle su 5) a Driver Booster.

Come funziona Driver Booster

Dopo aver scaricato ed installato nel PC Driver Booster, al primo avvio verrà effettuata una scansione automatica con la quale verranno individuati tutti i driver che necessitano di un aggiornamento, nell’interfaccia utente sarà presente quindi una lista con tutte le versioni più recenti disponibili. Si potrà quindi scegliere se aggiornare i singoli programmi o l’aggiornamento in blocco, il tutto eseguibile con i tasti Update o Update All. Per quanto questo software gratuito sia stato realizzato con il massimo dell’efficienza, modificare i driver comporta sempre e comunque un piccolo rischio, proprio per salvaguardare la funzionalità del computer, con l’ultima versione è disponibile un sistema di backup. Prima di procedere con l’aggiornamento Driver Booster chiede se si vuole creare un punto di ripristino, dopodiché inizierà automaticamente con l’installazione, in questo modo in caso di malfunzionamento, l’utente potrà riportare il PC allo stato precedente.

Novità Diver Booster 3

La funzione di backup è disponibile per la versione a pagamento, gli utenti che utilizzano quella gratuita possono comunque adoperare la funzione Restore (l’icona a forma di orologio posta nella barra in alto del menu) dalla quale è possibile selezionare lo stato precedente del PC. La versione gratuita offre inoltre: la possibilità, qualora si voglia, di effettuare una scansione automatica ad ogni avvio del computer, modificare la lingua di default sostituendola con quella italiana e agli utenti più esperti creare una lista nella quale inserire i driver da ignorare. Per entrambe le versioni sono state aggiunte alcune migliorie: i bug noti sono stati riparati, il motore di download è stato ottimizzato, con l’aggiornamento di Flash Player 22.0.0.209 sono state riparate 52 vulnerabilità di sicurezza. Infine sono stati riparati i problemi di sicurezza aggiungendo i driver per Intel HD Graphics, mentre con i driver per AMD Radeon RX 480 è stato risolto il problema di consumo di energia durante le sessioni di gioco e per concludere è stato aggiunto il driver per NVIDIA Ge Force GTX 1080.



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20 settembre 2016

Quali sono gli smartphone che prendono meglio?

samsung

samsung

È vero, con i telefoni intelligenti è possibile ormai fare tutto ciò che fino ad una quindicina di anni fa era impensabile: inviare e ricevere email, effettuare pagamenti o persino lavorare da remoto. Nonostante l’integrazione di tutte queste funzionalità, gli smartphone devono soddisfare un’esigenza fondamentale, ossia telefonare. Per effettuare e ricevere chiamate i cellulari di nuova generazione devono avere una buona ricezione ma ciò non significa che, più sia costoso e più abbia un segnale potente, questo è quanto è stato dimostrato dal Mobile Phone Antenna Performance 2016, studio condotto dall’Università Aalborg in Danimarca.

Smartphone Top di Gamma

Gert Frolun Pedersen docente presso il Dipartimento dei Sistemi Elettronici all’Università di Aalborg, nel 2010 fu il primo a scoprire il problema di ricezione negli iPhone 4 e da allora continua la sua ricerca esaminando tutti i modelli più popolari. Nel suo ultimo studio condotto nel 2016 Pedersen ha analizzato 26 differenti modelli di smartphone risultati più venduti nei paesi del Nord Europa, tra i quali: iPhone SE/6/6S/6S plus, Microsoft Lumia 640/650/950, Samsung Galaxy S5 mini/ S6 Edge +/S7/S7 Edge, Huawei P9/Honor 7 e DORO PhoneEasy 530X. Dai risultati ottenuti è emerso che non tutti i modelli Top di Gamma (i migliori di una determinata marca) offrano migliori prestazioni di segnale in condizioni di scarsa copertura.

Test Mobile Phone Antenna Performance 2016

Pedersen ha effettuato vari test in laboratorio, simulando i diversi scenari quotidiani in cui si è soliti utilizzare gli smartphone: dagli spazi aperti, ai luoghi in cui la copertura non è ai massimi livelli, sino ad analizzare la ricezione se il cellulare viene tenuto nella mano destra o sinistra o ancora con entrambe le mani quando si naviga in internet. Le frequenze sono le medesime adoperate in Italia GSM 900/1800 Mhz per in 2G e l’UMTS 900/2100 Mhz per il 3G, per quanto riguarda gli indici prestazionali ovvero la potenza di trasmissione e la sensibilità di ricezione in decibel milliwat sono stati impiegati: TRP – Total Radiated Power ed il TIS – Total Isotropic Sensitivity. Di sostanziale importanza ai fini dei test, è stata l’analisi delle antenne (solitamente due) integrate all’interno dello smartphone le quali si differenziano, in base al modello, per soddisfare le necessità derivanti dal design del telefono stesso.

Risultati Mobile Phone Antenna Performance 2016

I risultati dei test hanno fatto emergere un dato di maggior importanza rispetto a tutti gli altri. Le prestazioni legate alla comunicazione dipendono fortemente dalla parte della testa che viene usata mentre si telefona, il lato destro o sinistro del corpo.

Nello specifico è risultato che, nelle chiamate in cui il telefono è tenuto con la mano destra, i modelli più prestanti sono stati: i Galaxy S5 Mini e Galaxy J1 di casa Samsung e il Desire 626 di HTC, mentre si sono posizionati in fondo alla classifica l’HTC 10, il Lumia 950, l’Huawei P9 e l’iPhone 6S ed SE.

In una chiamata tenendo il telefono con la mano sinistra in vetta alla classifica si sono posizionati i Lumia 640 e 650, Xperia Z3 Compact e al primo posto il DORO PhoneEasy 530 X. Come nella classifica precedente sono i modelli di casa Apple iPhone SE, 6S e 6S Plus ad aver ottenuto i risultati peggiori.

Facendo una classifica generale, i modelli Samsung ottengono la posizione centrale soprattutto con il modello S7 Edge che si posiziona al nono posto se impugnato con la destra e il settimo con la sinistra. Per quanto riguarda lo scambio e la gestione del traffico dati i migliori sono risultati essere: Lumia 640, Galaxy S6 Edge ed Edge Plus/S7.

Qui è possibile consultare la relazione completa di risultati e classifiche.



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19 settembre 2016

Runtime Broker Windows 10: cos’è e quanta memoria utilizza

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Nei computer con Sistema Operativo Windows 8/8.1 e 10 è presente in Gestione Attività un nuovo programma chiamato Runtime Broker, il quale consente di gestire le autorizzazioni nel PC di tutte le applicazioni scaricate attraverso Windows Store o, nel caso di Windows 10, anche il controllo sia dei giochi che dei programmi acquistati tramite la piattaforma Universal Windows Platform – UWP.

Runtime Broker: problema con la RAM

Il nuovo programma di Windows generalmente dovrebbe utilizzare pochi megabyte di memoria, fino ad arrivare allo zero dopo la verifica di Runtime sulla stabilità dell’applicazione. Sfortunatamente può capitare però che alcune applicazioni difettose causino l’uso di oltre un gigabyte, provocando un fastidioso rallentamento del PC.

Per controllare lo stato della memoria ed i dettagli del processo il percorso è semplice, basta infatti aprire il pannello Gestione Attività con il comando CTRL + MAIUSC + ESC, dopodiché nella scheda Processi sarà visibile la quantità di memoria consumata da Broker. Se la percentuale supererà il 15% significherà che una o più App non funzionano correttamente. Per ovviare tale problema sempre dalla scheda precedentemente aperta, si seleziona Runtime Broker e successivamente Termina Attività.

Runtime Broker continua a consumare la RAM

In alcuni casi può accadere che, nonostante la chiusura del programma, Runtime continui a consumare la RAM, ciò può dipendere dall’aggiornamento di Windows soprattutto nella fase conclusiva, per un motivo non ancora chiarito Runtime considera l’aggiornamento come fosse l’avvio di un’ App, è possibile comunque risolvere questo conflitto disattivando i suggerimenti di Windows attraverso il percorso: Impostazioni – Sistema – Notifiche.

Disabilitare Runtime Broker

Purtroppo la totale disabilitazione del programma non è consentita da Windows perché prevede un riavvio automatico, inoltre disabilitandolo si bloccheranno tutte le applicazioni scaricate da Windows Store o per mezzo della piattaforma UWP.



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18 settembre 2016

Avviare Windows 10 in modalità provvisoria: come fare

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Nonostante i PC vengano realizzati, modello dopo modello, sempre più sicuri e con prestazioni maggiori, sfortunatamente non sono ancora completamente immuni da virus o da guasti legati agli aggiornamenti o all’installazione driver. Tali problemi però possono essere risolti avviando il computer in Modalità Provvisoria, ovvero attivando uno stato di base con un numero di file e di driver limitati, in questo modo se il malfunzionamento è legato ad esempio ad un virus, questo non verrà messo in esecuzione, rendendo molto più semplice la sua individuazione e rimozione.

Come avviare Windows 10 in modalità provvisoria

Con i modelli precedenti alla versione 8 di Windows, per avviare la modalità provvisoria era sufficiente premere ripetutamente il tasto F8 da computer spento, ma soprattutto con Windows 10 tale modalità è stata completamente cambiata.

Risoluzione dei Problemi

Il metodo più facile da eseguire per accedere alla modalità provvisoria consiste nel tenere premuto il tasto MAIUSC, cliccando contemporaneamente il tasto Riavvio presente in Start. A seguito del riavvio apparirà una schermata con Risoluzione dei Problemi dalla quale bisognerà scegliere Opzioni Avanzate – Impostazioni di Avvio – Riavvia ed infine tenere premuto il tasto F4 o 4.

Opzioni Avanzate Avvio

La seconda metodologia è simile alla precedente, ma in questo caso bisognerà utilizzare le impostazioni di sistema.

Dall’icona a forma di fumetto posizionata in basso a destra del monitor – area notifiche, bisogna scegliere la scheda Aggiornamento e Sicurezza e cliccare la voce Ripristino, verrano mostrate in questo modo sulla destra le varie opzioni, dalle quali andrà scelta la voce Avvio Avanzato – Riavvia Ora. A questo punto da Risoluzione Problemi si procede con lo stesso metodo precedentemente illustrato.

Modalità provvisoria da PC spento

In Windows 10 è possibile riabilitare il comando F8 in questo modo: da PC acceso avviare la modalità amministratore e nel Prompt dei comandi digitare Bcdedit / set {bootmgr} displaybootmenu yes a conferma avvenuta è necessario riavviare il computer. Durante il riavvio andrà premuto continuamente il tasto F8, in questo modo apparirà la voce Impostazioni di Avvio, premendo successivamente il tasto 4 si entrerà nella modalità provvisoria.

Configurazione di Sistema

Esiste infine un quarto metodo ma è tra tutti il più complesso perché coinvolge l’Utility di Configurazione di Sistema. Con il tasto destro del mouse scegliere il comando Esegui da Start e digitare msconfig, dopodiché da Opzioni di Avvio andrà spuntata l’opzione di interesse, ossia Modalità Provvisoria e riavviare il PC.



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14 settembre 2016

Come creare biglietti da visita professionali con Word

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Il biglietto da visita è il primo strumento grazie al quale si promuove la propria attività lavorativa. Nel vecchio, ma sempre redditizio, passaparola dare un prima buona impressione è fondamentale per infondere sicurezza nei potenziali nuovi clienti o per fidelizzare quelli attuali. Per ottimizzare i costi, grazie allo strumento Word di Microsoft, è possibile realizzare biglietti da visita dall’aspetto professionale.

Biglietti da visita con Word cosa serve

Per realizzare da soli i propri biglietti da visita, oltre ad avere installato il programma Microsoft Word, sono necessari:

Stampante laser

Carta con grammatura di almeno 200 gr per metro quadrato, possibilmente già perforata per facilitare il distacco dei biglietti.

Excel

Una volta reperito tutto l’occorrente per la realizzazione dei biglietti si procederà nel modo qui di seguito illustrato.

Creare biglietti da visita con Word

Prima di tutto bisogna compilare un file Excel inserendo tutti i riferimenti della propria attività: Nome Azienda, indirizzo, numero di telefono, sito web, email e via dicendo. Successivamente andrà aperto Word e seguire il percorso Lettere – Inizia Stampa Unione – Creazione guidata stampa unione. Verrà aperto un menu nel quale andrà cliccata la voce Etichette, dopodiché su Successivo Documento di Partenza, infine Cambia layout documento – opzioni etichette per l’impostazione del formato dei biglietti (fornitore etichette Avery A4/A5 – tipo 32030), per evitare stampe inutili è possibile controllare il risultato con l’opzione anteprima cliccando la voce Dettagli.

Dopo aver dato conferma cliccando il tasto Successivo, si deve inserire il contenuto del file Excel precedentemente compilato: Seleziona destinatari – usa elenco esistente – Sfoglia per scegliere il file – conferma, verrà aperta la finestra dei Destinatari di Stampa Unione, quindi dare di nuovo conferma.

Anche se in tutte le etichette sarà presente la voce Record Successivo, solamente nella prima andranno inseriti i campi che si vorranno stampare: Lettere – inserisci campi – inserisci campi unione, cliccando poi nel riquadro Aggiorna tutte le etichette – successivo – visualizza anteprima i campi verranno aggiunti automaticamente sulle restanti etichette.

Fase finale della Stampa

Prima di stampare i biglietti è necessario formattarne il testo, evidenziando in grassetto o in corsivo il nome dell’azienda, per renderli professionali sarebbe bene anche inserire il logo attraverso il layout immagine – ravvicinato o dietro al testo ed il formato immagine per la modifica dei colori. Dopo un ultimo controllo da Anteprima si può procedere con la stampa dei biglietti.



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11 settembre 2016

LG V20, svelato il nuovo flagship della casa coreana

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lg-v20-2Pochi giorni fa è stato presentato a San Francisco l’LG V20, il nuovo top di gamma della famosa società coreana, che è tanto piaciuto agli esperti. Lo smartphone verrà rilasciato sul mercato coreano entro il mese di settembre, mentre bisognerà aspettare qualche altra settimana per il rilascio sui mercati internazionali. Ancora nessuna conferma sui prezzi italiani o americani, ma sembra che negli Stati Uniti il dispositivo dovrebbe costare intorno ai 650€: non male come prezzo iniziale di un flagship. Ma andiamo subito a vedere le caratteristiche principali dell’LG V20.

La scheda tecnica di LG V20

Le caratteristiche tecniche di LG V20 sono davvero fantastiche. Il cellulare presenta un display HD IPS Quantum da 5,7 pollici, con una risoluzione da 2560x1440p e una densità dei pixel altissima, pari a 513 ppi (pixel per pollice). La prima novità è la presenza di un display secondario, posto su quello principale e utile per tutta una serie di operazioni che vedremo in seguito. Questo secondo display ha una risoluzione di 160×1040 pixel e sempre una densità di 513 ppi. Per quanto riguarda la potenza, il LG V20 monta uno Snapdragon 820 con 4GB di RAM e 64GB di memoria interna, con la possibilità di ottenere ulteriore spazio grazie alo slot per microSD.

Ottimo anche il reparto fotografia, con la fotocamera principale che presenta due obbiettivi: uno con un sensore da 16 megapixel e un’apertura da f/1.8, stabilizzazione ottica e autofocus ibrido; l’altro con un sensore da 8 megapixel e un’apertura da f/2.4. La camera frontale presenta i soliti 5 megapixel ma con un’apertura da f/1.9. Ottimo anche il fatto che la fotocamera frontale possiede il grand’angolo, ottimo per fare selfie di gruppo. Infine, per quanto riguarda la durata della batteria, l’hardware dell’LG V20 ha una capienza da 3200 mAh e, cosa quasi unica oggigiorno, è rimovibile. Inoltre, lo smartphone è compatibile con il sistema Qualcomm Quick Charge 3.0.

LG V20 e Android Nougat

Per quanto riguarda il reparto software, l’LG V20 sarà il primo smartphone a caricare Android 7.0 Nougat, la nuova versione del sistema operativo in arrivo nei prossimi mesi. La notizia è stata confermata da Google stesso, che l’ha reso noto sul sito ufficiale. Questo fa ben sperare per il futuro: se l’LG sta già lavorando a stretto contatto su Android è ragionevole attendersi aggiornamenti futuri veloci sul V20 e probabilmente anche per gli altri smartphone dell’azienda.



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10 settembre 2016

Come installare la Bash di Linux Ubuntu in Windows

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windows-linuxUna delle grandi novità introdotte con i recenti aggiornamenti di Windows 10 è la possibilità di utilizzare Linux all’interno del sistema operativo di casa Microsoft. Questa possibilità nasce dalla nuova collaborazione tra Microsoft e Canonical, l’azienda che si occupa dello sviluppo del sistema operativo libero; collaborazione grazie alla quale è oggi possibile usufruire dell’interfaccia a riga di comando dei sistemi Unix, oltre che Bash, la shell testuale usata sempre nei sistemi operativi Unix. La novità sta nel fatto che la shell Bash Linux utilizzabile in Windows 10, non è una semplice macchina virtuale o emulatore, ma è sviluppata proprio come un sistema operativo apribile in Windows, con tanto di apertura file cartelle e operazioni che si possono fare su un computer a riga di comando e senza icone o mouse. L’unica cosa che manca è il kernel Linux, ed è proprio per questo che il computer resta Windows. Ma vediamo come installare la Bash di Linux Ubuntu in Windows.

Per installare la Bash di Linux Ubuntu in Windows è necessaria la versione aggiornata del SO

Prima di procedere ad installare la Bash di Linux Ubuntu in Windows bisogna assicurarsi di avere Windows a 64bit, e completamente aggiornato. Per capire se sul computer si ha l’ultima versione del sistema operativo, basta scrivere nella Windows update nella stringa di ricerca in basso a sinistra “Windows update” e cliccare sul primo risultato (Verifica disponibilità di aggiornamenti). Se risultano aggiornamenti da scaricare e installare, procedete a farlo prima di installare la Bash di Linux Ubuntu in Windows.

Come fare per installare la Bash di Linux Ubuntu in Windows

Procediamo ora a installare la Bash di Linux Ubuntu in Windows. Dal menu di Start cliccate sull’icona dell’ingranaggio che si trova a sinistra. Si apriranno le impostazioni e da lì bisogna andare nella sezione Aggiornamento e Sicurezza, poi nella sezione Per sviluppatori, che dovrete attivare. Fatto ciò andate nel pannello di controllo e selezionate Programmi e funzionalità, cliccando poi su Attiva/disattiva funzionalità di Windows. Per installare la Bash di Linux Ubuntu in Windows dovrete selezionare Sottosistema Windows per Linux (Beta) e premere Ok.

ubuntu

Il computer vi chiederà il riavvio per installare la funzione. Dopo aver riavviato il sistema, premete il tasto Windows e scrivete nella stringa “bash”. Verrà fatto eseguire il file bash.exe: accettate i termini e in questo modo partirà il download dell’applicazione Bash Ubuntu su Windows. Si aprirà una finestra nera simile a quella del prompt DOS e dovrete creare un account scegliendo il nome utente e la password per accedere all’ambiente Bash Linux. Non temete, se scrivendo la password noterete che sullo schermo non compare niente, è del tutto normale. Premete Invio e accedete.

Cosa fare dopo aver finito di installare la Bash di Linux Ubuntu in Windows

A questo punto avete finito di installare la Bash di Linux Ubuntu in Windows e potrete fare diverse cose. Per aprire la shell Bash di Windows 10 ed utilizzarla, basterà cercare nella stringa di ricerca Windows “bash” o “Ubuntu”.  In alternativa, potete aggiungere l’applicazione Bash in Ubuntu su Windows nel menu Start o desktop, cliccando sull’icona con il tasto destro del mouse e scegliendo Aggiungi a Start.

Sarà poi possibile utilizzare la shell Bash di Ubuntu e installare software Linux, ma sarà necessario conoscere i comandi Unix. Ad esempio per cambiare cartella il comando sarà cd in Bash oppure chdir in DOS. Se si vorrà invece spostare o rinominare un file basterà digitare mv in Bash, oppure move o rename in DOS a seconda di cosa si vorrà fare.



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9 settembre 2016

ATTENZIONE, queste opzioni limitano la velocità di internet

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velocita-internet-800x500_cCapita spesso a chiunque che si abbia una linea ballerina e che talvolta internet diventi così lento da diventare inutile. Chi ha problemi di linea sa che questi problemi possono essere dovuti ad una serie molto lunga di fattori: quasi sempre il problema è a monte, e cioè è il gestore che offre un servizio non proprio eccelso, ma capita anche spesso che i problemi siano dovuti anche ad elementi esterni che incidono sulla connessione ad internet, elementi che possono essere sia fisici, si pensi a problemi di cavi, fili elettrici, filtri e quant’altro, ma anche elementi software, impostazioni che limitano la velocità di internet ostacolando il normale funzionamento della rete. Oggi parliamo in particolare di due opzioni di Windows che talvolta possono incidere sulla qualità della linea e limitare la velocità di internet.

Come disattivare la prima opzione che limita la velocità di internet

La prima delle opzioni di Windows che limitano la velocità di internet, è l’opzione che prevede una riserva della banda da parte del sistema, che quindi rende inutilizzabile parte della velocità. Questa parte è di solito pari a circa il 20% del totale, non certo poco, e il motivo di questa scelta è dato dal fatto che la banda viene riservata alla QoS. Per poter modificare questa opzione, premete la combinazione di tasti W+R: qualsiasi sia la versione di Windows in vostro possesso, si aprirà la stringa del comando esegui. Nella stringa scrivete gpedit.msc in modo da aprire l’editor criteri di gruppo locali. Dal menu che si trova a sinistra scegliete poi Configurazione computer -> Modelli Amministrativi -> Rete -> Utilità di pianificazione pacchetti QoS. A questo punto, sul lato destro dello schermo troverete la voce Limita la larghezza di banda riservabile, e nel menu che si apre dovete inserire il valore 0 come limite.

Come disattivare la seconda opzione che limita la velocità di internet

La seconda delle opzioni che limitano la velocità di internet è quella dell’auto-regolazione. Per intervenire scrivete nella stringa di ricerca di Start “cmd”, in modo da trovare il prompt dei comandi. Sceglietelo e si aprirà una finestra DOS, all’interno della quale dovrete inserire il comando netsh interface tcp show global.

All’interno del risultato, cercate la riga Livello regolazione automatica finestra ricezione e controllate se è attivata: lo sarà se avrà la parola enabled di fianco. Per disattivarla inserite il comando netsh int tcp set global autotuninglevel=disabled, mentre se in seguito voleste riattivarla vi basterà inserire netsh int tcp set global autotuninglevel=normal.



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7 settembre 2016

Come bloccare gli aggiornamenti automatici in Windows

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windows-update-heroImparare a bloccare gli aggiornamenti automatici di Windows può essere importante per salvaguardare la funzionalità del computer. Questo articolo prende spunto da un’esperienza personale di chi sta scrivendo, che si è trovato il computer aggiornato automaticamente da Windows e da allora subisce una serie di problemi a causa della nuova release non proprio perfetta. Se non volete trovarvi nella stessa situazione e dover correre ai ripari, la cosa migliore è prevenire il problema e bloccare gli aggiornamenti automatici. In questo modo sarete anche al sicuro da eventuali crash o perdite di dati importanti.

Prima di proseguire è bene specificare che con quest’articolo non si vuole dissuadere nessuno dall’aggiornare il sistema operativo, in quanto gli aggiornamenti sono fondamentali per la sicurezza del computer. Tuttavia, capita talvolta che vi possano essere dei problemi con gli aggiornamenti e quindi può essere utile attendere prima di procedere, non solo per essere sicuri che tutto sia salvato e sicuro, ma anche per attendere altri feedback ed essere sicuri che l’aggiornamento sia compatibile.

Come bloccare gli aggiornamenti automatici in Windows 10

Scritte le necessarie premesse, vediamo come bloccare gli aggiornamenti automatici se si possiede Windows 10. Al contrario dei suoi predecessori, Windows 10 non permette di disattivare in modo completo gli aggiornamenti automatici, ma consente comunque di ricevere una notifica per la pianificazione del riavvio utile per l’installazione dell’aggiornamento. Attivando questa opzione sarà possibile di fatto scegliere quando installare i nuovi file. Per attivare la notifica per la pianificazione del riavvio scrivete “windows update” nella barra di ricerca in basso a sinistra, quella vicina a Start. Cliccate sul primo risultato che compare (“Verifica disponibilità aggiornamenti”) e, nella finestra che si apre successivamente, scegliete la voce Opzioni avanzate. Nel menu che si apre, fate click dove c’è la voce Scegli come installare gli aggiornamenti e selezionate Notifica per la pianificazione del riavvio. In aggiunta a ciò, se non siete particolarmente interessati ad installare per tempo tutti gli aggiornamenti, potete anche spuntare la voce Ritarda aggiornamenti, che consente di ritardare l’installazione per lunghi periodi di tempo.

NB: Se in futuro cambiaste idea e voleste ripristinare le impostazioni automatiche, potrete farlo tranquillamente tornando nel menu delle Opzioni avanzate di Windows Update e selezionando la voce Automatico accanto alla voce “Scegli come installare gli aggiornamenti”.

Come bloccare gli aggiornamenti automatici In Windows 8, 7 e Vista

Procediamo ora a vedere come bloccare gli aggiornamenti automatici se si possiede versioni precedenti di Windows, come 8/8.1, 7 e Vista. Anche in questo caso si può usare la barra di ricerca di Start ed inserire “windows update” nella stringa. Selezionate il primo risultato che compare e poi nella finestra che si apre, cliccate sulla voce Cambia impostazioni, che si trova nella barra laterale di sinistra. Espandendo il menu a tendina che trova al centro dello schermo, potrete selezionare la voce Non verificare mai la disponibilità di aggiornamenti (scelta non consigliata): in questo modo potrete bloccare gli aggiornamenti automatici totalmente.

Questa non è l’unica scelta a disposizione, comunque. In alternativa si può optare per la voce “Verifica la disponibilità di aggiornamenti ma consenti di scegliere se scaricarli e installarli”, sicuramente meno drastica della prima. In questo modo il sistema continuerà a verificare se sono presenti nuovi aggiornamenti sui server di Microsoft, ma avrete voi il potere di decidere se e quando scaricarli ed installarli.

Come bloccare gli aggiornamenti automatici in Windows XP

Esistono ancora molti computer che montano Windows XP e anche in questo caso è possibile bloccare gli aggiornamenti automatici. Per farlo, andate in Start e selezionate Pannello di controllo, dopodiché scegliete Centro sicurezza PC e infine Aggiornamenti automatici. Qui potrete scegliere tra Avvisa ma non scaricarli e non installarli oppure Disattiva Aggiornamenti automatici.



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6 settembre 2016

Sbloccare gli smartphone Android protetti da password o sequenza

Blocco-schermo

Telefono-bloccatoGli smartphone diventano sempre più il centro vitale dei nostri interessi, custodendo tutte le più importanti informazioni della nostra vita, non solo privata ma anche lavorativa. È quindi importante prendere tutte le precauzioni per difenderlo da eventuali occhi indiscreti e quindi si consiglia sempre di attivare il blocco schermo protetto da pin, sequenza o, meglio ancora, password. Tuttavia sono in molti ad avere problemi di memoria e talvolta capita di dimenticare quale sia il codice per accedere al dispositivo, soprattutto se il codice viene cambiato spesso come viene consigliato nelle guide alla sicurezza.

Quando ci si dimentica il codice di accesso, spesso non si può far altro che resettare il dispositivo, ma così facendo si perdono tutti i dati che tanto si cercava di custodire gelosamente. Per fortuna, esistono altri metodi per sbloccare gli smartphone Android protetti da password o sequenza, che permettono di non perdere i dati presenti nel cellulare.

Primo modo per sbloccare gli smartphone Android protetti da password o sequenza

Cominciamo con un primo metodo per sbloccare gli smartphone Android protetti da password o sequenza. Per procedere con questo metodo avrete bisogno di:

  • Scaricare Aroma File Manager dal Play Store;
  • Una memory card per lo smartphone, che ovviamente deve contenere uno slot adatto.

Dopo aver scaricato Aroma File Manager, andate a trasferirlo sulla microSD e poi inserite la card nello smartphone. Ora spegnete lo smartphone e riaccendetelo in Recovery Mode, di solito accessibile premendo contemporaneamente il tasto di accensione e quello per alzare il volume. Non sempre la combinazione dei tasti è questa, in quanto può variare di modello in modello. Una semplice ricerca su Google sarà sufficiente per imparare la combinazione del vostro cellulare.

Una volta entrati in Recovery Mode, potrete muovervi tra le opzioni usando sempre i tasti del volume, mentre per confermare si può usare il tasto fisico normalmente presente sul lato principale dello smartphone o, in alternativa, il tasto di accensione. Bene, detto questo, ecco come procedere dalla Recovery mode per sbloccare gli smartphone Android protetti da password o sequenza. Selezionate la voce Install zip from SD Card e impostate il percorso per trovare Aroma file manager. Una volta installato, si aprirà in recovery mode. Nel programma, andate in Impostazioni, e sul fondo troverete Automount all devices on start, che dovrete selezionare prima di uscire. Ora ripetete di nuovo quanto fatto prima e scegliete Install Zip from SD Card e poi selezionate il programma, in modo da riaprire Aroma File Manager.

Dal programma, andate in Data folder -> System Folder e trovate gesture.key o password.key a seconda che aveste inserito una sequenza o la password. Potrete cancellare il file e riavviare il cellulare, che presenterà sempre il blocco, aggirabile però tracciando qualsiasi sequenza o inserendo una password a caso.

Secondo modo per sbloccare gli smartphone Android protetti da password o sequenza

Un secondo metodo per sbloccare gli smartphone Android protetti da password o sequenza prevede l’utilizzo di Android SDK Tools, necessario per usare i comandi ADB. Questo metodo può essere usato solo se sullo smartphone avete attivato la modalità debugging. Una volta scaricato il programma, selezionate il modello del dispositivo in vostro possesso e permette l’installazione dei file aggiuntivi. Fatto ciò, Android SDK Tools vi chiederà di installare strumenti aggiuntivi, che voi dovrete deselezionare tutti fatta eccezione per Android SDK Platform-tools.

La prima cosa da fare è collegare lo smartphone al computer tramite cavo USB. Fatto ciò, aprite la cartella in cui è salvato Android SDK Tools Users -> App data -> Local -> Android -> Android-SDK -> Platform Tools. Qui cliccate su uno spazio vuoto della cartella, tenete premuto il tasto Shift e cliccate il tasto destro del mouse per selezionare Open command window here (aprire la finestra di comando qui). Si aprirà una finestra nera in cui inserire dei comandi. Per prima cosa inserite adb devices, dopodiché inserite:

adb shell

cd /data/data/com.android.providers.settings/databases

sqlite3 settings.db

update system set value=0 where name=’lock_pattern_autolock’;

update system set value=0 where name=’lockscreen.lockedoutpermanently’;

.quit

O, se non funziona:

adb shell rm /data/system/gesture.key

Una volta finito, potete riavviare lo smartphone e il blocco sarà scomparso.

Terzo modo per sbloccare gli smartphone Android protetti da password o sequenza

L’ultimo metodo per sbloccare gli smartphone Android protetti da password o sequenza che vedremo in questo articolo è il più semplice, ma anche il più definitivo, perché comporta la cancellazione totale dei dati presenti sullo smartphone Android. Si consiglia, quindi, di utilizzare questo metodo solo se l’obiettivo unico è quello di recuperare il cellulare e i file salvati al suo interno non servono.

Tutto quello che bisogna fare è spegnere il cellulare bloccato e riaccenderlo attivando la Recovery Mode come abbiamo visto nel primo metodo. Dopo aver fatto ciò, usate i tasti del volume per scrollare verso il basso fino a trovare Factory Data Reset, selezionate la voce e scegliete Yes. Dopo aver fatto questo, selezionate anche Wipe Cache Partition per eliminare i file della memoria cache. ATTENZIONE: ripeto, facendo in questo modo verranno persi tutti i file e dati presenti sullo smartphone Android bloccato. Se siete convinti e avrete seguito le indicazioni, potete riavviare normalmente lo smartphone, che a questo punto presenterà le schermate iniziali di configurazione che si presentano quando si accende un telefonino per la prima volta. Dovrete inserire nuovamente il vostro indirizzo e-mail Gmail, le vostre opzioni preferite e poi re-installare tutte le app desiderate.



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5 settembre 2016

Come trovare pokemon rari in Pokemon GO

pokemon_go_cme_catturare_e_trovare_pokemon_rari-8235f

pokemon___the_legendary_birds_by_ginyugure-810x400Sono ormai trascorsi quasi due mesi da quando Pokemon GO è stato rilasciato in Italia e la gara a diventare il migliore allenatore del mondo è ancora più agguerrita. Capita anche a voi di vedere in giro che nelle palestre fioccano Charizard, Dragonite e Gyaridos, mentre normalmente se siete fortunati beccate qualche Psyduck, ma solitamente gli odiatissimi Rattata e Pidgey. Non disperate, perché con i trucchi adatti anche voi potrete trovare pokemon rari in Pokemon GO e prendervi la vostra rivincita.

Per trovare pokemon rari, cercarli nel loro habitat naturale

La prima cosa da dire a coloro che vogliono trovare pokemon rari in Pokemon GO è che ovviamente la probabilità di trovare tali pokemon varia a seconda del livello che avete raggiunto, nel senso che giocatori di livelli bassi non possono trovare pokemon di determinati tipi. La prima cosa da fare è quindi accumulare punti esperienza e salire di livello. A tal proposito bisogna darci dentro catturando pokemon, passando per i pokestop e facendo evolvere più pokemon possibile, magari usando dei fortunuovo che permettono di raddoppiare i punti esperienza per trenta minuti.

Inoltre, i pokemon rari, come tutti gli altri pokemon, si trovano più spesso vicino al loro habitat naturale. Questo significa che se volete catturare un Dratini, avrete molte possibilità di trovarlo vicino al mare o ad un fiume, seppur non sia impossibile trovarlo anche in città. Spiegato questo accorgimento, che pure può essere molto utile, passiamo all’illustrazione di qualche trucco utile per la caccia.

Trovare pokemon rari usando mappe

Un primo trucco che consiglio per trovare pokemon rari in Pokemon GO è quello di usare le mappe online o le app che permettono di mostrare la localizzazione precisa dei Pokemon. Facendo in questo modo, sarete in grado di scoprire dove è possibile trovare determinate creature e il gioco diventerà molto più semplice. le mappe online per trovare pokemon rari in Pokemon GO sono tante.

Tra le varie possiamo ricordare Pokemesh, di cui ci siamo occupati qui, scaricabile sia su Android che iOs, o in alternativa Poke Radar for Pokemon, che offre anche le mappe online visionabili da computer e Mac. Attenzione ad utilizzare le mappe Pokemon usando lo stesso account usato per accedere a Pokemon Go: potreste essere bannati. Il mio consiglio è di preferire le mappe online che non richiedono l’accesso o, nel caso delle app, di utilizzare indirizzi e-mail diversi da quello usato per giocare.

Trovare pokemon rari aiutandosi con Ingress

Esiste poi un metodo per trovare pokemon rari in Pokemon GO del tutto lecito e sicuro, che non comporta alcun rischio di ban. Non tutti sanno che la Niantic, produttrice del gioco, era precedentemente famosa per il gioco Ingress, che funzionava allo stesso modo di Pokemon GO. La compagnia, per facilitarsi le cose, ha convertito i “portali” di ingress in Pokestop e questo è ottimo per chi vuole trovare pokemon rari in Pokemon GO.

In Ingress esistevano i cosiddetti punti XM che in Pokemon GO si sono trasformati in luoghi ad alta probabilità di comparizione dei pokemon. Tutto quello che bisognerà fare, quindi, sarà scaricare Ingress dallo store delle applicazioni e controllare il programma di tanto in tanto per capire dove si trovano i punti XM. Certo, questo stratagemma non è perfetto e sicuramente la batteria dello smartphone ne risentirà ancora di più. Ma armatevi di powerbank e abbiate pazienza, nessuno ha mai detto che diventare allenatori di successo fosse facile.



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