10 marzo 2012

Le proprietà del Ginkgo Biloba
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La parola "ginko" deriva dal giapponese Yin-kuo che significa "albicocca d'oro" mentre la parola "biloba" fa riferimento alla forma della foglia, composta appunto da due lobi; le proprietà del ginkgo biloba risiedono nell'estratto delle sue foglie. Infatti secondo alcune ricerche, questa pianta esisteva già duecento milioni di anni fa e le foglie venivano poste tra le pagine dei libri per tenere lontani i parassiti della carta. Tra le proprietà del ginkgo biloba rientra la capacità di inibire le 5-alfa-reduttasi, di rallentare la progressione della malattia di Alzhaimer, di migliorare la concentrazione e la memoria a breve termine. Le proprietà del Ginkgo Biloba in dettaglio Le foglie del ginkgo biloba rappresentano quelle parti che svolgono la loro attività terapeutica attraverso i loro principi attivi che sono: flavonoidi, biflavonoidi, catechine, proantocianidine e derivati terpenici. In relazione ai flavonoidi, una delle proprietà del ginkgo biloba è quella di agire sull'ottimizzazione del sistema cardiocircolatorio, aumentando l'afflusso di sangue al cervello, svolgendo un'attività vasodilatratice delle arterie e rafforzando le pareti dei vasi capillari. I terpeni, invece, inibiscono la formazione di trombi, interferendo quindi con l'aterogenesi. Infine il ginkgo biloba svolge un'azione antiossidante, cioè previene la formazione di radicali liberi, i quali sono responsabili di vari danni cellulari. I radicali liberi tendono a danneggiare in particola modo tre componenti della cellula: i lipidi, le proteine e gli acidi nucleici. Le controindicazioni e proprietà del ginkgo biloba Il ginkgo biloba è presente in commercio in forma di capsule e compresse acquistabili in erboristeria o in farmacia; la dose consigliata è di 150 mg. al giorno e la cura deve essere effettuata per un periodo di almeno due mesi. Il ginkgo biloba è controindicato per bambini, donne in gravidanza e durante l'allattamento. Le proprietà del ginkgo biloba, essendo conosciute da centinaia di anni, sono state sfruttate maggiormente dalla medicina cinese; addirittura la pianta è stata classificata da Darwin come un "fossile vivente".

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