9 dicembre 2007

E' online PiratPartiet: cultura libera, revisione dei brevetti, privacy.

Si riporta, a titolo informativo, la notizia della pubblicazione e messa online della nuova testata del Partito Italiano dei Pirati, che lotta, che lotta, come mostra il loro sito ufficiale, per l'approvazione , tra le altre cose, di riforme e diritti degli utenti in materia di copyright e privacy. Il nome della nuova testata è PiratPartiet, non è difficile immaginare gli argomenti trattati.

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Fogli A4, distribuiti in PDF sotto licenza Creative Commons, una testata giornalistica e numerosi autori: è stato così presentato ieri ufficialmente PiratPartiet - Diritti digitali, mensile edito dal Partito Pirata italiano, interamente dedicato ai fronti caldi dei cyber rights.
È una testata distribuita con formula OpenContent, il cui significato lo spiega l'editoriale che annuncia l'avvio del mensile: "Nasce con una formula nuova, non ha un costo fisso per il lettore ma è affidato alla sua soddisfazione, cioè a offerta. Nasce dal web, dalla Rete con un percorso che è inverso a quello degli altri giornali. Viene stampato direttamente dagli autori e perché no anche dai lettori, ecco perché il formato A4, è il formato della stragrande maggioranza delle stampanti che quasi tutti noi abbiamo in casa. La licenza con la quale viene distribuito prevede che possiate anche farne opere derivate....... se ritenete ne valga la pena, purché citiate l'autore".
Come i migliori mensili,
PiratPartiet, il cui nome corrisponde a quello del Partito dei Pirati svedese, la prima formazione politica di questo genere, affronta in profondità questioni come la sicurezza informatica e le sue implicazioni anche sul fronte del diritto d'autore, nonché le tendenze emergenti. Ma si parla anche del rapporto difficile, o reso difficile, tra la distribuzione e il mondo digitale.
Al centro, dunque, temi come la rete anonima Anonet, il trusted computing, il DRM, la televisione digitale terrestre e il DVB Project, trademark, brevetti e via dicendo, compresa anche la ragion d'essere dell'associazione Partito Pirata italiano.
10 pagine in tutto nel primo numero, con firme che comprendono Daniele Masini, Alessandro Bottoni, Aniello Coppeto ed altri.
Articolo

Fogli A4, distribuiti in PDF sotto licenza Creative Commons, una testata giornalistica e numerosi autori: è stato così presentato ieri ufficialmente PiratPartiet - Diritti digitali, mensile edito dal Partito Pirata italiano, interamente dedicato ai fronti caldi dei cyber rights.
È una testata distribuita con formula OpenContent, il cui significato lo spiega l'editoriale che annuncia l'avvio del mensile: "Nasce con una formula nuova, non ha un costo fisso per il lettore ma è affidato alla sua soddisfazione, cioè a offerta. Nasce dal web, dalla Rete con un percorso che è inverso a quello degli altri giornali. Viene stampato direttamente dagli autori e perché no anche dai lettori, ecco perché il formato A4, è il formato della stragrande maggioranza delle stampanti che quasi tutti noi abbiamo in casa. La licenza con la quale viene distribuito prevede che possiate anche farne opere derivate....... se ritenete ne valga la pena, purché citiate l'autore".
Come i migliori mensili,
PiratPartiet, il cui nome corrisponde a quello del Partito dei Pirati svedese, la prima formazione politica di questo genere, affronta in profondità questioni come la sicurezza informatica e le sue implicazioni anche sul fronte del diritto d'autore, nonché le tendenze emergenti. Ma si parla anche del rapporto difficile, o reso difficile, tra la distribuzione e il mondo digitale.
Al centro, dunque, temi come la rete anonima Anonet, il trusted computing, il DRM, la televisione digitale terrestre e il DVB Project, trademark, brevetti e via dicendo, compresa anche la ragion d'essere dell'associazione Partito Pirata italiano.
10 pagine in tutto nel primo numero, con firme che comprendono Daniele Masini, Alessandro Bottoni, Aniello Coppeto ed altri. (Fonte:
Punto-Informatico)

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